06 luglio 2019

La notte brava parte 1: la Porsche RS Spyder LMP2 alla 12 Ore di Sebring 2008

Quando mi chiedono quale delle tante gare alle quali ho assistito in tutta la mia carriera di giornalista mi abbia colpito di più, rispondo "la 12 Ore di Sebring 2008". Per tanti motivi, ma soprattutto per il ritorno alla vittoria assoluta di una Porsche dopo vent'anni (e Roger Penske arrivò trionfante in sala stampa a distribuire un comunicato che celebrava il successo). Il 15 marzo 2008, la RS Spyder di Bernhard/Dumas/Collard batté la concorrenza di Audi e Peugeot, pur essendo iscritta in classe LMP2. Certo, i regolamenti americani concedevano alle LMP2 dei vantaggi che in Europa non erano pensabili, ma fu comunque una corsa magnifica, caratterizzata anche dall'appassionante duello con le Acura. Ci furono squalifiche a fine gara, ma il primo posto della RS Spyder del team Penske non fu il frutto delle decisioni dei commissari: la Porsche numero 7 aveva tagliato il traguardo in testa, ottenendo una vittoria destinata a restare negli annali dell'automobilismo. L'anno precedente, la gara della Florida si era conclusa col pirotecnico duello fra la Ferrari di Jaime Melo e la Porsche di Joerg Bergmeister per la categoria GT e l'edizione 2008 non fu meno spettacolare, anzi. Con Audi e Peugeot alle prese con fin troppi imprevisti, la gara si giocò sul filo dei secondi, con le RS Spyder ufficiali, quelle private e le Acura grandi protagoniste. Ancora una volta, Sebring si confermava uno dei banchi prova più severi per una vettura endurance. Quell'anno collaboravo anche per Autosprint e mi fu affidato il servizio per il numero che sarebbe uscito il martedì. Il fuso orario, in quel caso, giocava a mio favore, e potetti seguire senza problemi anche le fasi di premiazione e di conclusione della lunga settimana. Viaggiavo all'epoca con Udo Klinkel e Jan Hettler, due fotografi tedeschi che stavano tra l'altro lavorando alla monumentale storia della 1000km del Nurburgring, uscita alcuni anni dopo.

Ne approfittavano per intervistare alcuni protagonisti delle 1000km del passato (ricordo nel 2006 una bella chiacchierata con Phil Hill, proprio a Sebring). Uscimmo dalla sala stampa che erano le due o le tre di notte; per fortuna avremmo avuto tutta la domenica per riposarci e per prendere il volo per la Germania delle 21 (se da Miami o da Orlando non ricordo). Il mio reportage su Sebring uscì su Autosprint col titolo "La notte brava". Un titolo centrato, visto lo spirito della corsa e il modo in cui era maturato quel risultato storico. Porsche aveva sorpreso ancora una volta. Sono passati oltre undici anni da quella "notte brava" e a ripensarci mi prende una specie di nostalgia. Quando Spark, nel dicembre del 2018, ha annunciato la RS Spyder protagonista di quella bellissima gara, ne ho preordinati senza esitazione due esemplari. Uno è già venduto, l'altro lo terrò probabilmente per me. Si tratta di quei modelli che ti ricordano determinati momenti, ed è forse proprio a questo che serve collezionare automobili in scala. Questa RS Spyder farà il paio con un'altra Porsche protagonista di una vittoria sorprendente, la 911 GT3-RS del Racer's Group della 24 Ore di Daytona 2003.

Anche in quell'occasione ero presente, e vedere quella che era considerata poco più che un "Ok midfielder" (per usare l'azzeccata definizione che ne diede Janos Wimpffen) battere le tanto strombazzate Daytona Prototypes fu una bella soddisfazione per un porschista di lunga data. Minichamps ne fece una riproduzione al livello dei tempi, con le inevitabili semplificazioni che ti impone lo zamac. In tempi recenti, il modello della casa di Lang è stato più degnamente sostituito dallo Spark, uscito nella serie dedicata ai vincitori di Daytona.



Tornando alla RS Spyder, dedicheremo una recensione allo Spark disponibile in questi giorni nel prossimo thread. Intanto un'introduzione storia (magari forse troppo personale) era necessaria. A presto su questi schermi.

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