29 settembre 2020

Rimandata all'estate la Spielwarenmesse di Norimberga. Alcune considerazioni su un mondo distopico

Com'era facilmente prevedibile, l'edizione 2021 della Spielwarenmesse a Norimberga è stata rinviata all'estate, in una data ancora da stabilire. E' quanto ha deciso nei giorni scorsi il comitato organizzatore, considerata la situazione internazionale ancora estremamente incerta. L'edizione del 2020 aveva scampato per un nulla le chiusure da Covid-19, cosa che era riuscita anche a Rétromobile ma non al Salone di Ginevra, tanto per fare qualche esempio nel mondo delle rassegne di interesse automobilistico. La notizia era nell'aria e ci aspettiamo che per Epoqu'auto di Lione, in programma a novembre vi sia una decisione simile, così come sembra piuttosto improbabile che Rétromobile 2021 mantenga la collocazione tradizionale di inizio febbraio. Ad ogni buon conto, Norimberga è stata rimandata e sinceramente non scommetterei molto neanche sulla sua effettuazione nel corso dell'estate. Primo perché la vicenda del Covid-19 è destinata a durare ancora a lungo, almeno finché le elite finanziarie che controllano ormai tutto non avranno raggiunto i loro scopi. Ma questo è un altro discorso, anche se di palpitante attualità. In secondo luogo, ammesso che si torni alla normalità, per i saloni e manifestazioni di questo genere, il discorso è chiuso, e non da oggi. Non torneranno i costruttori a Ginevra 8quei pochi che aveva deciso di continuare ad andarci) perché semplicemente ne avevano abbastanza anche prima che esplodesse questa sceneggiata del virus. Ne avevano le tasche piene i produttori di andare a Norimberga, accollandosi spese, sforzi logistici e perdite di tempo per presentare articoli che avrebbero potuto benissimo divulgare con qualche collegamento in streaming su Facebook o sui loro siti. Che si voglia o no, questo tipo di eventi ha mostrato tutta la sua inadeguatezza ai tempi moderni, e lo dico con molta malinconia perché credo che non sia necessariamente un bene (un progresso), anzi. Ci vorranno anni per capirlo ma la storia a volte ritorna sui suoi passi dopo che ci si è scordati il motivo per il quale si era abbandonata una certa strada. Sono state - è bene dirlo - le case stesse ad aver causato almeno in parte l'implosione di un vecchio sistema, con i loro stand faraonici, decine di hostess e quant'altro, in un trionfo dello spreco e dell'inutilità. Alla fine si sono accorti che il giochino costava troppo e che Internet offriva loro una scappatoia facilmente gestibile e soprattutto a buon mercato. Quelli che avevano bisogno di bruciare ancora un po' di liquidità per ragioni fiscali sono rimasti, poi con le perdite accusate in questi ultimi anni si sono scocciati pure loro. Ci troviamo così davanti un bel 2021 virtuale, con saloni virtuali, gare virtuali oppure a porte chiuse, dove neanche i giornalisti potranno arrivare, visto che a loro volta gli organizzatori hanno imparato in fretta quanto è bello tenere una sala stampa chiusa anziché rompersi le scatole per una settimana con accrediti, briefing fotografi, navette, desk e migliaia di fotocopie e comunicati da distribuire. Ma non è un mondo bello quello che ci attende. Sarà un mondo silenzioso, fatto di mancati viaggi, mancati contatti, mancati dialoghi. Un mondo distopico. 

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