07 settembre 2020

Ferrari 156 V65 e V120 Formula 1 Gran Premio di Monte Carlo 1961 di Jade Miniatures

Jade Miniatures ha riprodotto l'intera
evoluzione della Ferrari 156 Formula 1. 
Jade è una piccola ma vulcanica realtà di cui parleremo presto in altra sede. Pubblichiamo però già in queste pagine in focus su un modello piuttosto recente, che ha avuto un buon successo di vendite. Si tratta della Ferrari 156 Formula 1, un soggetto modellistico interessante non foss'altro perché il prototipo si deve a Patrick Cornu, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni. Jade ha riprodotto tutta l'evoluzione della 156 Formula 1 1961-1961, nelle versioni con motore V65° e V120°. Il modello è accurato nelle linee e la ricerca storica per riprodurre correttamente tutte le varianti è stata approfondita e completa. Personalmente non avevo mai troppo apprezzato la 156, ma dovendo riprendere in mano tutta la produzione Jade per lavorarci sopra, ho deciso di approfondire l'argomento. 
Un bell'abbinamento col libro di
Hans Tanner e Doug Nye, Ferrari
Non che mancassero riproduzioni della vettura, che ha goduto delle simpatie degli artigiani fin dagli anni settanta, per arrivare a kit ben più raffinati dei giorni d'oggi. Il modello Jade è una saggia via di mezzo, acquistabile sia in kit sia factory built. E siccome i modelli - come dico sempre - vanno abbinati ai libri, ho deciso di rileggermi quello che Hans Tanner aveva scritto nel suo monumentale volume Ferrari (consiglio la sesta edizione, cui partecipò anche Doug Nye). I due modelli di queste foto sono relativi al Gran Premio di Monaco, debutto della stagione 1961, dove la Ferrari portò una vettura col motore V120° per Ritchie Ginther e due col motore V65° per Phil Hill e Wolfgang von Trips. Propulsori, è appena il caso di ricordarlo, progettati dal nostro geniale Carlo Chiti. 
Due delle tre versioni del GP di Monaco
1961: a sinistra la vettura di Von Trips,
a destra quella di Ginther. Due vetture differenti,
la n.40 equipaggiata col motore V65, la n.36
col motore V120. 
Come andò lo sanno tutti: il gioco di squadra della Ferrari non fu dei più brillanti ma quel giorno Stirling Moss con la Lotus sarebbe stato in ogni caso difficilmente battibile. Puntualmente Tanner avverte che Ginther, secondo classificato, aveva in uso il telaio 0001, mentre Hill (terzo) e Von Trips (quarto) utilizzarono rispettivamente i telai numero 0003 e 0002. A proposito di Ferrari F.1  a motore posteriore, vale la pena segnalare che Jade ha riprodotto anche il famoso prototipo 0008 motorizzato Dino 246, utilizzato nei test e nel GP di Monaco del 1960, con Ginther. La 156 di Jade è un modello ben fatto, molto semplice, composto essenzialmente da parti in resina, cui si aggiungono parti delle sospensioni in fotoincisione e vari piccoli dettagli. Buone le ruote a raggi fotoincisi. 
"Authoritative", definirebbero gli inglesi
il testo di Hans Tanner...
Per molti particolari, Jade si avvale di fornitori italiani. Nelle versioni prive della paratia laterale, è stato giocoforza semplificare la riproduzione della meccanica, che in quel caso è piuttosto visibile: l'effetto desiderato è stato ottenuto attraverso un trompe-l'oeil che chi monta il kit potrà migliorare ancora con la verniciatura oppure aggiungendo dettagli, facendo però attenzione a non alterare l'equilibrio generale del modello. Nei factory built la finitura è buona, anche se alcuni particolari potrebbero essere montati meglio. Consiglierei anche di dipingere i cerchi in alluminio oppure di passargli uno strato di trasparente opaco. 
Ben trattate le differenze fra una
versione e l'altra: parabrezza corto per
Ritchie Ginther...
...parabrezza integrale per Von Trips. 
I gallettoni sono orientati - almeno in teoria - nel giusto verso, visto che Jade utilizza delle fotoincisioni double face col foro nel mezzo, adattabili a destra e a sinistra. In alcuni casi, però, sono incollati alla rovescia, ma è facile staccarli (è stata utilizzata una punta microscopica di cianoacrilato) e riposizionarli nel verso giusto, preferibilmente con collante acrilico. Gli interni hanno l'essenziale: i volanti, in plastica, sono verniciati correttamente e non mancano la strumentazione e la leva del cambio. 
I factory built Jade sono consegnati nelle stesse
scatole dei kit, senza base e senza vetrina. Sono
imballati bene ma occhio ai viaggi lunghi...
La verniciatura è corretta, anche se si nota qua e là qualche difetto di "copertura" specie nelle zone meno visibili, come all'interno del muso. In conclusione, si tratta di modelli interessanti, con un costo di €80,00 per i kit e €190,00 per i montati (e se andate da GPM vi chiedono anche di più...). Non sono prezzi popolari ma chi acquista prodotti di questo tipo non è il collezionista qualsiasi, ma è qualcuno in cerca di pezzi meno banali di quello che il mainstream propone a tamburo battente. 

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