05 giugno 2018

Istruzioni per l'uso: come vendere la propria collezione di obsoleti (parte 1)


Spesso mi hanno chiesto consigli su come vendere in blocco collezioni più o meno grosse di modelli obsoleti. E' questo un fenomeno che si diffonde sempre di più, a volte in circostanze tristi come la morte del collezionista stesso, la cui famiglia si trova nella necessità di cedere una raccolta di cui non di rado ignora il valore di mercato. Premetto quindi che questo breve intervento vorrebbe costituire una guida soprattutto per i non addetti ai lavori, e mi riprometto di tornare sull'argomento con ulteriori note e precisazioni. Primo consiglio: se non avete l'acqua alla gola, prendete tempo, vi conviene sempre. Soprattutto cercate di individuare i possibili mercati: anche a livello top, i prezzi spuntati dalla maggior parte dei Dinky France in Francia sono superiori a quelli ottenuti in Inghilterra, dove per esempio venderete molto bene i vari Spot-On, Corgi, e così via. Insomma ogni paese ha il proprio mercato. Per i modelli nostrani di un certo tipo (Politoys, Mercury), l'Italia può andare anche bene, ma in generale rappresenta una piazza depressa che è meglio evitare, soprattutto in presenza di oggetti di un certo livello. Detto questo, riassumo in qualche punto alcune linee guida da tenere, per evitare clamorosi sbagli che possono costare anche varie migliaia di euro:

1) Se i modelli non sono perfetti con scatola, dateli pure al primo che passa, tanto non ci prenderete mai più di qualche euro a pezzo. Fanno ovviamente eccezione esemplari rarissimi, pre-serie, prototipi, eccetera, ma dubito che mai ve ne capiteranno; e se vostro padre, vostro nonno o vostro zio collezionista che vi ha lasciato in eredità la sua raccolta li avesse avuti, sicuramente ve ne avrebbe parlato almeno una volta.

2) Fate molta attenzione alle varianti di colore, perché in molti casi contano, e anche parecchio. Non solo varianti di carrozzeria, ma anche differenti tinte degli interni, ruote rare, decorazioni insolite e così via. Se non ci capite niente, meglio affidarsi a qualcuno che non abbia un interesse specifico. Affidatevi alle numerose guide pubblicate per capire cosa esattamente avete in mano.

3) Qualche consiglio sparso sulle tendenze: i tanto disprezzati Corgi anni settanta stanno conoscendo una discreta rivalutazione, compresi i modelli con le ruote veloci. Esistono ad esempio delle varianti del VW Maggiolino in versione Polizia prodotte in pochi esemplari che sono piuttosto ricercate, oppure occhio a certi colori. A volte anche una banale ricerca su Google può contribuire a fare luce sulla rarità di un modello.

4) Come in qualsiasi altro campo del collezionismo non concernente oggetti di valore intrinseco, la rarità non è un requisito necessario e sufficiente perché un modello possa essere venduto a prezzi alti: il valore lo fa la richiesta. Certo, quasi sempre un modello molto richiesto è sopravvissuto in pochi esemplari ma non è detto che un modello raro sia necessariamente richiesto da tanti collezionisti. Esistono modelli oggettivamente rari che non vuole nessuno e in questo modo le loro quotazioni stagnano.

5) Il problema della classificazione riguarda soprattutto i modelli italiani: se infatti per Corgi, Dinky, Solido, Tekno e altre marche la letteratura pubblicata è già molto vasta e autorevole, per Politoys, Mercury, Mebetoys e compagnia non sono stati ancora fatti studi sufficientemente approfonditi. Questo in generale, anche se negli ultimi anni il sito http://www.quellidellapolistil.it/ ha compiuto un lavoro di valore assoluto nella recensione e nella classificazione delle varianti dei modelli del gruppo. L'unico metodo in mancanza di dati di produzione è quello empirico, ossia l'osservazione delle produzione superstite e anche le testimonianze di chi ha lavorato all'interno dell'azienda.

Con queste prime note vi diamo appuntamento alla seconda parte della guida "Istruzioni per l'uso: come vendere la propria collezione di obsoleti".


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