Luci e ombre...? |
J'ai lu vos 2 articles sur Spark, et je ne voudrais pas simplement dire combien je partage votre analyse, mais amener une petite contribution
Je pourrais amener comme témoignage les approximations sur quelques monoplaces qui sont à la maison :
1 - la taille parfois surdimentionnée des têtes des pilotes
2 - La position de la tête des pilotes, souvent trop haute, sur les monoplaces des années 60.Ce défaut remet à lui seul en cause la perception de la voiture.
3 - Le manque de précision dans la finition des accessoires autour du moteur .
4 - Evidèmment, le diamètre des bras de suspension et des barres de poussée. Dans la plupart des cas, il est trop important.
5 - La largeur des jantes et des pneus , parfois trop étroits.Une simple comparaison avec des photos d' époque fait ressortir ce défaut, ce qui remet en cause tout l' équilibre de la monoplace. C'est en particulier le cas pour les Lotus 38 Indy de Clark et Hill, et pour la Lotus 43 BRM.
Pour les monoplaces, les comparaisons avec d' autres fabricants sont plus difficiles.Il me semble cependant, qu' en appliquant les mêmes critères d' analyse que ceux de vos articles, le rapport qualité/ prix d' un kit monté de Formula Models (Colin Fraser)
est du même niveau que celui de Spark. Beaucoup moins de modèles, un prix plus élevé, mais une finition dans les détails supérieure, et un respect des dimentions.
Si vous le voulez, vous pouvez même rajouter que si les BRM P 261 V8 de Spark sont à l'échelle 1/ 43, alors les BRM P 83 H 16 doivent être à l' échelle 1/44 5 et même 1/ 45) au niveau des dimensions des chassis . Je l' ai vérifié à partir des dimensions données dans les petits ouvrages à la couverture bleue clair, qui ont été publiés par directement par la firme en 1966/67.
Mi permetto di intrufolarmi in questo dibattito pur non avendone i titoli perché non ho molti modelli moderni. In particolare di Spark ne ho solo due, la prima mi è arrivata lo scorso anno, si tratta della Porsche 907 1^ alla 24 ore di Daytona del 1968. Come scrissi a suo tempo sul forum Duegi, rimasi leggermente deluso dall' aspetto generale del modello che ho trovato molto pulito, ma un pochino dimesso rispetto al costo. Forse fui condizionato da quello che leggevo su quel marchio e le mie aspettative erano probabilmente eccessive. In particolare trovo deludente il radiatore sul muso, realizzato con una decal come in genere le cinture di sicurezza della marca, solo che questo dettaglio è molto più evidente. Inoltre nel mio esemplare la decal è applicata storta.
RispondiEliminaEh, Marco, magari tutti quelli che hanno cose interessanti da dire come te si "intrufolassero" nella discussione. Il blog è aperto ai commenti di tutti. Ho voluto, in questi interventi (e evidentemente non sono il solo) proporre una visione un po' diversa dei fatti; visione personale, naturalmente, ma che spero possa far riflettere e perché no, creare un po' di sano dibattito. Questo blog a volte - lo dico con malcelata soddisfazione - ha saputo anticipare i tempi, precorrendo tendenze e annunciando cambiamenti che poi si sono verificati. Questo non perché io sia chiaroveggente oppure un fenomeno del settore, ma semplicemente perché quasi quarant'anni di esperienza nel modellismo / collezionismo mi hanno insegnato qualcosa. Spark ha dato vita a una rivoluzione epocale e fino a qualche tempo fa erano in molti a pensare che i suoi modelli fossero davvero il non plus ultra in termini di rapporto qualità-prezzo. Il fatto è che parlando di rapporto qualità-prezzo, molti guardano solo... al prezzo. In altri termini se il rapporto qualità-prezzo è una risultanza derivante da un'ipotetica frazione, altri modelli non eccessivamente cari e con una qualità notevole potrebbero tranquillamente sopravanzare gli Spark in termini assoluti. La produzione di Spark è sterminata, prima o poi fanno tutto e sono tanti i collezionisti che si sono illusi di aver trovato la pietra filosofale per completare le loro raccolte. Se non ché, le indigestioni sono sempre pericolose e ne conosco tanti che stanno tornando a modelli speciali di buona qualità piuttosto che accumulare resincast. E' facile dire che molti artigiani commercializzano prodotti scadenti a tre o quattro volte il costo di uno Spark. Ma non esistono solo modelli artigianali mediocri; esistono oltretutto ottimi kit che un onesto montatore (ne esistono tanti in giro) potrebbe assemblare a un costo tutto sommato più che accettabile, ricavandone un modello esclusivo e personalizzato. Il problema è che tanti collezionisti sono compulsivi e a loro si confà l'uscita continua dei vari Spark, Truescale e compagnia piuttosto che spendersi dietro un progetto di montaggio a fianco di un artigiano. E' questione di scelte, certamente.
RispondiEliminaTu citi i collezionisti compulsivi, quelli che raccolgono tutto senza altro criterio se non il fatto che abbia quattro ruotine, e che rasentano forse la patologia, un po' come quelle signore che si ritrovano gli armadi pieni di centinaia, o migliaia di paia di scarpe. Dall' altra parte ci sono quelli che scelgono e programmano ogni singolo acquisto in modo consapevole e ponderato. Se ho capito bene.
RispondiEliminaQueste discussioni sul ruolo che può avere un marchio come Spark nelle nostre collezioni mi stimola un' altra riflessione che provo a proporre.
Io tendo a dividere i collezionisti in un altro modo, senza stabilire priorità di nessun genere.
Da una parte ci sono quelli per i quali l' oggetto della propria passione è il singolo modello e la collezione un insieme di singolarità. In genere il numero di modelli è limitato e ci si può rivolgere a montatori professionisti con i quali provare il piacere di progettare il modello e vederlo prendere forma.
Dall' altra parte invece ci sono quelli per i quali l' oggetto della propria passione è una serie di modelli...che so...le vincitrici della 24 ore di Daytona, oppure le vetture da Gran Premio dell' anteguerra, o i trattori agricoli inglesi ecc. ecc.. In questo caso il singolo modello passa in secondo piano rispetto alla serie. Si può dire che la collezione sia un insieme di collezioni. Io mi riconosco in questo secondo caso, nel quale più che nel primo è necessario scendere a compromessi di tipo economico, per il maggior numero di modelli che questa visione sottindende.
Esempio, se immagino di avere da una parte la vetrina con le vincitrici di Daytona e dall' altra quella con le vetture da Gran Premio anteguerra, per me è importante che all' interno di ognuna di esse i modelli siano "in equilibrio" tra loro e accetto, per il compromesso di cui sopra, che non lo siano tra le due vetrine.
In questo un marchio prolifico e non eccessivamente costoso come Spark, ma non è l' unico, gioca un ruolo fondamentale. Mi permette, con una spesa ragionevole, di allineare una serie di mlodelli equilibrata e di buon livello.
Nell' altra vetrina invece, posso immaginare di esporre modelli speciali magari montati che so, dal bravissimo Alberto Sarti che mi ha preparato una Napier Railton nella quale è riuscito, per me, a cogliere l' essenza di quella meccanica rude, al di là di certe imprecisioni che non solo non disturbano l'occhio, ma rivelano l'unicità di quel modello e con il quale ho in corso altri progetti che riguardano vetture analoghe. Ovviamente faccio riferimento a mie esperienze personali come esempi di quello che sto faticosamente cercando di dire.
Scusate, mi sono dilungato troppo...
Il discorso ci porterebbe lontano ma è interessantissimo da molti punti di vista: storico, psicologico, economico, sociale... Le suddivisioni che proponi tu, Marco, non sono in contraddizione con la grande divisione (ipotetica - più o meno teorica?) fra compulsivi e riflessivi. E' ovviamente possibile leggere qualsiasi collezione con un'ottica trasversale, come dici tu, ed è proprio questo che spesso dà l'idea del valore, non necessariamente economico, di una raccolta. Con questo criterio è anche possibile intendere una parte della propria collezione come un riassunto dell'evoluzione tecnica e storica non solo delle vetture rappresentate, ma dei modellini stessi. Ecco perché c'è chi ancora colleziona i John Day o i Mikansue, magari cercando le bustine ancora sigillate senza mai montarle; del resto esistono - e non da oggi - i collezionisti dei vecchi kit in plastica Airfix o delle automobiline slot Scalextric in kit, che soprattutto in Gran Bretagna hanno raggiunto quotazioni di tutto rispetto. E tutto questo può avvenire in un'unica collezione, che avrà quindi tante sottosezioni. Si parla spesso di tematiche ma anche questa parola ha dei limiti. Le tematiche possono essere intese più che altro come "filoni". L'unica eccezione può essere il collezionista incentrato per lo più sulla ricerca dell'esattezza storica che ciclicamente sostituirà i modelli divenuti superati con altri più esatti e dettagliati. Ma mi pare si tratti di eccezioni a fronte di molti collezionisti dai comportamenti e dalle scelte più ibride.
EliminaOttimo dibattito sulle miniature Spark. Da quest'altra parte dell'Atlantico (vivo in Argentina), le condizioni economiche del 90% dei collezionisti non ci permettono nemmeno di acquisire la Spark che vorremmo. Acquistarli nei negozi di hobbie locali significa una spesa di circa US $ 150, o portarli via Ebay almeno US $ 100, e abbiamo stipendi che nella maggior parte dei casi non raggiungono US $ 1.000 al mese. Fortunatamente, di tanto in tanto, possiamo ottenerli attraverso un'asta su Ebay che si conclude a un buon prezzo. Pertanto, se è difficile acquistare una Spark o immaginare cosa succede con modelli più esclusivi e di qualità superiore, ma più costosi. Quindi potrei dirti che in queste terre avere diverse Spark sta quasi toccando il cielo con le tue mani ... Questo porta a poca attenzione ai loro fallimenti, e molto nella possibilità di avere modelli che, come con la Formula 1 degli anni settanta, sarebbe molto difficile ottenere un altro marchio alla portata dei nostri portafogli cadenti.
RispondiEliminaOttimo dibattito, e adoro questo blog.
Lascio l'indirizzo del mio per andare a vedere i modelli (raccolgo solo 1/43 della concorrenza):
http://juanhracingteam.blogspot.com.ar/
Abbracci!
Grazie Juanh per il tuo messaggio, molto interessante e benvenuto sul blog. E' un punto di vista poco conosciuto il vostro, che sarebbe bene approfondire.
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