21 dicembre 2016

Porsche 908/2 Targa Florio 1969 di Minichamps (First Class Collection, 1:43)



Sono uscite in questi giorni due versioni della Porsche 908/2 Spyder 1969 della Minichamps in scala 1:43. Premettiamo che la "mano" di Spark è perfettamente identificabile, per cui c'è da attendersi anche da questo produttore una serie di varianti di una vettura che è già stata abbondantemente riprodotta. Tra l'altro, a livello di modelli speciali, Marsh Models ha fatto uscire da pochissimo delle interessanti versioni Sebring, cui seguiranno le vetture di Brands Hatch. Tornando a Minichamps, si è scelta per iniziare la vincente della Targa Florio 1969 con Mitter e Schuetz, e la vettura con i colori austriaci della 1000km del Nurburgring di quello stesso anno.

Nei resincast, prima del modello di Minichamps, la 908/2 del 1969 mancava ancora; Spark aveva riprodotto la versione del 1970 in una molteplicità di varianti, dalla famosissima vettura di Sebring 1970 alle tantissime di Le Mans la cui serie non è stata ancora completata. Fu una decina di anni fa che fra i produttori di modelli industriali - escludendo il modello della Best, decisamente datato in termini di dettagli - Ebbro scatenò le polemiche dei collezionisti con una versione della Targa Florio i cui colori del musetto e delle alette di coda non finisce di alimentare discussioni a non finire: un tono color salmone parve tutto fuorché realistico, anche se le foto d'epoca si contraddicono con immancabile puntualità, anche ogni volta che ne esce fuori una inedita. Se fosse fluorescente o no il colore rosso sulla vettura numero 266 è difficile dire, così come è difficile comprendere se la parte centrale fosse della stessa tonalità della parte laterale, comune a tutte le altre 908 iscritte dal team ufficiale, che si differenziavano appunto per l'area centrale (nera, verde, blu, gialla, bianca). 

Minichamps ha deciso forse per la soluzione meno cervellotica, scegliendo un uniforme colore rosso-arancio fluorescente. Probabilmente, se i colori danno questi effetti nelle foto, significa che una base fluorescente è plausibile, perché è proprio quel tipo di colore a produrre effetti di questo genere. 



Si fa presto a scrivere First Class Collection sulle scatole: basta una confezione sontuosa, una numerazione limitata (in questo caso a 500 esemplari), un elegante colore nero, l'effetto pavé sulla base: i collezionisti sono più sensibili a questo tipo di presentazioni di quanto essi stessi non siano disposti a confessare. Si ha la sensazione di avere tra le mani un oggetto lussuoso, esclusivo, 


Com'è questo modello? E' un classico Spark, con i pregi del dettaglio minuto, della finitura molto buona, della verniciatura perfetta e di tutte quelle caratteristiche positive cui un certo tipo di riproduzione ci ha abituato. Purtroppo, quando un modello moderno vorrebbe sostituire quelli che sono arrivati prima di lui, il rischio è quello di fare dei passi avanti, ma anche qualche passo indietro e questo è davvero strano, ai limiti dell'inspiegabilità. 

Ormai su un modello della Targa Florio di questa ambizione, si pretende che i numeri, che - lo ricordiamo - erano dipinti a mano, siano tutti diversi fra di loro e non è chiedere la luna visto che Starter già alla fine degli anni ottanta lo faceva tranquillamente. Siamo tornati indietro anche con le cinture di sicurezza, stavolta stranamente in decals, con tanto di etichetta OMP. OMP? Il marchio esigerebbe una verifica. Le cinture in decals su vetture aperte, la cui consuetudine nella gamma Spark è sparita fortunatamente già cinque o sei anni fa, continua sui Minichamps; anche la 917/10, uscita alcuni mesi fa col marchio tedesco, aveva le cinture in decals, ma in quel caso si notava meno, visto che il sedile era nero. Sulla 908/2 Minichamps mancano i fermi del cofano anteriore (sul vecchio kit di Fabrizio Pitondo, uscito nel 1985, erano previsti...), così come mancano alcuni fori supplementari di aerazione ricavati sotto il muso, ben visibili in alcune foto. 



Accanto a queste omissioni abbastanza deludenti, ci sono alcune raffinatezze, come le scritte dei meccanici sulla spalla degli pneumatici, la meccanica molto ben riprodotta, la strumentazione ben fatta, i vari staccabatteria, le quattro cerniere degli sportelli in fotoincisione. Il parabrezza non è in acetato, ma in plastica, per fortuna molto fine e ben stampata. Il modello, in Italia, costa al pubblico un'ottantina di euro. Vale la pena prenderlo? Personalmente non me ne sono ancora fatto un'idea. Cero è che il modello ha tanti pregi, ma non è esente da certe pecche che col montaggio di un kit potrebbero essere evitate da un montatore documentato a dovere. Del resto, non credo che al produttore del Minichamps la documentazione facesse difetto. Probabilmente si va troppo di fretta per sfornare le referenza in tempo per le varie scadenze (c'è stata la corsa pazza al Natale che va esaurendosi in vista di un'altra corsa, stavolta per organizzare Norimberga) e non ci si ferma a sufficienza su alcuni dettagli. Se il mercato poi è composto da collezionisti di paesi dove la vettura è poco conosciuta nelle sue caratteristiche più recondite, il gioco è fatto: i compratori in Indonesia, in Corea del Sud o in Indonesia saranno felici di leggere le tre magiche paroline "First class collection" e tutti saranno contenti. 

1 commento:

  1. Ciao David
    Effettivamente andando a vedere il bel sito della OMP, quel tipico logo con i colori giallo e nero fu introdotto nel 1985 ......

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