Notizie, commenti, considerazioni e opinioni sul mondo del modellismo e dell'automobilismo, a cura di David Tarallo. ATTENZIONE, NUOVO SITO DAL 28 LUGLIO 2021: www.pitlaneitalia.com
31 dicembre 2015
Fine d'anno, qualche riflessione e un augurio
Si conclude questo 2015 con giusto il centesimo post annuale del blog; più numerosi gli interventi rispetto al 2014, e ciò è a priori positivo. Il 2014 aveva visto una brusca caduta del numero di articoli dopo due anni decisamente "pieni". Varie vicissitudini avevano impedito nel 2014 un soddisfacente sviluppo del sito, mentre quest'anno spero di avere almeno in parte rimediato. Certo, non è necessariamente in rapporto al numero degli articoli che si giudica la qualità di un blog, ma è anche vero che trovare raramente nuovi testi delude i lettori e li porta verso altri lidi. Di già che la tendenza di internet sembra orientarsi per lo più verso i social network, che sono forse lo sviluppo ulteriore dei blog.
Oggi come oggi, per un'azienda, un artigiano, un marchio o un semplice privato "comunicatore" se non sei social non sei nessuno. E in questo senso il blog non si è sviluppato abbastanza, anche se sinceramente per il momento non credo di avere il tempo di andarmi a cercare lettori sui social. Se qualcuno ha la compiacenza di taggare uno degli articoli su Facebook, su Twitter o su Google+, gli effetti si vedono subito, belli evidenti. Altrimenti a volte il numero di visite ristagna, per poi magari impennarsi quando si individua un argomento "caldo", magari aggiornato più volte nell'arco della sue storia mediatica. Così va il web: deontologia professionale invariata rispetto alla carta stampata ma tempi e metodologie radicalmente diverse, per quanto questo blog si sia sempre posto l'obiettivo di avvicinarsi per certi versi a un'informazione molto specifica, direi specialistica. Se il fine ultimo non è il numero dei like su Facebook o i "re-twittaggi" (chissà come si dice), certo che quando dal web arrivano chiari segni di gradimento, tutto ciò è indubbia fonte di soddisfazione. E il blog di soddisfazioni se n'è tolte, da quell'ormai lontano gennaio del 2012 in cui comparve il primo post.
D'altra parte mi auguro che anche i lettori ne abbiano tratto giovamento, magari a volte divertimento, con le recensioni, le interviste, talvolta le provocazioni mai gratuite che sistematicamente sono state pubblicate in questo spazio. Un grazie quindi, e un caloroso augurio di buon anno, va a tutti i lettori, con la speranza che continuino le loro visite periodiche ai contenuti del sito, e che magari possano lasciare più spesso qualche intervento, per alimentare discussioni su vari argomenti. Internet, come ho detto, va veloce, si muove di continuo e cambia con la rapidità del lampo. Il blog costituisce per me un passatempo, ma un passatempo "serio" che è un dialogo forse troppo spesso a senso unico, ma pur sempre un dialogo, con gli internauti.
Ancora auguri per un sereno 2016.
Focus su: Citroën Dyane 6 di Solido (1:18)
Dopo la gallery sulla Volkswagen Golf L 5 porte, di cui leggete qui, pubblichiamo alcune foto di un altro modello della rinnovata gamma Solido in 1:18, la Citroën Dyane 6 (millesimo 1967 secondo il fabbricante). Insieme alla Renault 4 GTL Clan (la cui recensione leggete su Modelli Auto numero 122) si completa il trio di nuovi stampi con i quali la casa francese ha ripreso la produzione. Un investimento non da poco, anche se si è cercato di semplificare il più possibile le aperture - solo le porte anteriori sono apribili - risparmiando anche su certe raffinatezze che su modelli di questo tipo non è possibile pretendere. Si tratta nondimeno di prodotti più che decorosi, venduti a una quarantina di euro, piuttosto ben rifiniti e dotati del minimo indispensabile, e a volte anche di più, quel minimo indispensabile che distingue un modello da collezione da un normale giocattolo. La Dyane 6 di Solido è disponibile in beige (art. S1800303) e in blu (art. S1800301), ma nel catalogo Solido 2015 appare in copertina anche un color celeste chiarissimo, che ancora non è comparso, così come si nota una Renault 4 GTL Clan in avorio. Si tratta probabilmente di colori che vedranno la produzione nel corso del 2016, insieme ad altri modelli inediti e a riprese di stampi già conosciuti.
Il new vintage... un anno dopo
Giusto un annetto fa, il blog si era occupato del fenomeno del new vintage, che tanto "new" non è (chi è interessato, può ritrovare l'articolo a questo link: http://grandiepiccoleauto.blogspot.it/2014/12/alcune-riflessioni-sul-new-vintage.html).
Risalgono infatti già agli anni settanta copie più o meno conformi di vecchi Dinky, prodotti in metallo bianco soprattutto da artigiani britannici.
Ma a quei tempi lo spirito era forse diverso: si volevano ricreare alcuni soggetti introvabili, che tuttavia non avevano ancora raggiunto le quotazioni di oggi. Non so quanto ci fosse allora, in quelle iniziative artigianali, ciò che oggi si definisce un' "operazione nostalgia". Si trattava forse di qualcosa di meno raffinato, commercialmente parlando, di meno intenzionale. Non si voleva ricreare, ma semplicemente offrire qualcosa che in commercio non si trovava più. Poi con la fine degli anni settanta e gli anni ottanta, si è assistito a delle vere e proprie riedizioni: dagli Sport Cars, Verem e compagnia bella che hanno ripreso a più non posso la vecchia produzione Solido, ai Metosul, diventati a loro volta rari e ricercati dai collezionisti dei nostri giorni.
Qualcuno, come Corgi, ha giocato la carta delle edizioni limitate e/o commemorative (ricordiamo la Ford Consul riedita nell'anno dell'anniversario della casa inglese), altri hanno ripercorso le strade dei vecchi artigiani inglesi proponendo anche modelli non strettamente derivati da quelli d'origine ma semplicemente ispirati ad essi. Altri ancora, come Minialuxe, hanno saputo e potuto creare delle operazioni di marketing senza dubbio accattivanti, sui cui risultati però ci sarebbe da interrogarsi; altri, infine, hanno provato, ma poi hanno dovuto gettare la spugna.
Oggi il mercato del new vintage è vario e sfaccettato. L'uscita degli Atlas e l'espansione dei Dan Toys, che hanno iniziato a pescare anche nel mare magno della produzione Dinky inglese, con i primi Guy, confermano che un pubblico di appassionati esiste, e che non si tratta solo di collezionisti di poche pretese, interessati al massimo a mettere un soprammobile sulla credenza, tra la gondola veneziana e la campanina d'argento. Si tratta di collezionisti che comprendono la differenza di valore tra un pezzo originale e la sua copia, ma non disdegnano di mettere l'uno accanto all'altra, anche solo per spirito classificatorio o di completezza storica.
Con le copie si può "giocare", ci si può divertire senza troppi patemi, mentre sfido chiunque a maneggiare con noncuranza un pezzo da 400 o da 500 euro. Col new vintage si è forse recuperato un gusto per una certa essenzialità, andato perduto con le recenti produzioni, sempre più farcite di dettagli, di fotoincisioni, di pezzetti minuscoli che a volte creano solo accumulo di sensazioni senza regalare la visione generale di un modello. Il suo equilibrio, come si suol dire.
La varietà dell'offerta rende addirittura la definizione "new vintage" insufficiente, o quantomeno incompleta. Ma è comunque una tendenza da non sottovalutare, in un contesto in cui certe produzioni più tradizionali sembrano soffrire inesorabilmente di una mancanza di risposta da parte degli acquirenti. Il rischio di invadere il mercato con produzioni inutili o sovrabbondanti c'è; dall'altra parte, almeno finora, non si è assistito a un abbassamento delle quotazioni dei pezzi originali, perché in questo caso è ben evidente la distinzione fra nuova e vecchia produzione. Quando il flusso incontrollato degli Sport Cars, dei Verem e dei Solido ristampati si affacciò sul panorama degli anni ottanta, le quotazioni della Serie 100 calarono bruscamente perché: 1° non era passato abbastanza tempo dall'uscita dei modelli originali; 2° i collezionisti non percepirono sostanziali differenze fra i modelli d'epoca e quelli nuovi. Inoltre, molti ricercavano i vecchi Solido soprattutto per elaborarli e trasformarli, e l'arrivo delle ristampe fu sostanzialmente un'occasione per pagare molto meno dei modelli che sarebbero comunque stati destinati allo smontaggio e alla riverniciatura.
Per concludere, una battuta: alcuni marchi come Rio o come Brumm hanno risolto a loro modo il dilemma del new vintage, continuando a produrre, sotto la stessa gestione o dopo aver passato la mano, gli stessi modelli da 30, 40 o 50 anni. Un modo per restare giovani senza ricorrere a operazioni-nostalgia?
Risalgono infatti già agli anni settanta copie più o meno conformi di vecchi Dinky, prodotti in metallo bianco soprattutto da artigiani britannici.
Ma a quei tempi lo spirito era forse diverso: si volevano ricreare alcuni soggetti introvabili, che tuttavia non avevano ancora raggiunto le quotazioni di oggi. Non so quanto ci fosse allora, in quelle iniziative artigianali, ciò che oggi si definisce un' "operazione nostalgia". Si trattava forse di qualcosa di meno raffinato, commercialmente parlando, di meno intenzionale. Non si voleva ricreare, ma semplicemente offrire qualcosa che in commercio non si trovava più. Poi con la fine degli anni settanta e gli anni ottanta, si è assistito a delle vere e proprie riedizioni: dagli Sport Cars, Verem e compagnia bella che hanno ripreso a più non posso la vecchia produzione Solido, ai Metosul, diventati a loro volta rari e ricercati dai collezionisti dei nostri giorni.
Qualcuno, come Corgi, ha giocato la carta delle edizioni limitate e/o commemorative (ricordiamo la Ford Consul riedita nell'anno dell'anniversario della casa inglese), altri hanno ripercorso le strade dei vecchi artigiani inglesi proponendo anche modelli non strettamente derivati da quelli d'origine ma semplicemente ispirati ad essi. Altri ancora, come Minialuxe, hanno saputo e potuto creare delle operazioni di marketing senza dubbio accattivanti, sui cui risultati però ci sarebbe da interrogarsi; altri, infine, hanno provato, ma poi hanno dovuto gettare la spugna.
Operazione non troppo fortunata, quella di Norev di far rivivere il marchio CIJ. Rigorosamente made in China. |
Oggi il mercato del new vintage è vario e sfaccettato. L'uscita degli Atlas e l'espansione dei Dan Toys, che hanno iniziato a pescare anche nel mare magno della produzione Dinky inglese, con i primi Guy, confermano che un pubblico di appassionati esiste, e che non si tratta solo di collezionisti di poche pretese, interessati al massimo a mettere un soprammobile sulla credenza, tra la gondola veneziana e la campanina d'argento. Si tratta di collezionisti che comprendono la differenza di valore tra un pezzo originale e la sua copia, ma non disdegnano di mettere l'uno accanto all'altra, anche solo per spirito classificatorio o di completezza storica.
Con le copie si può "giocare", ci si può divertire senza troppi patemi, mentre sfido chiunque a maneggiare con noncuranza un pezzo da 400 o da 500 euro. Col new vintage si è forse recuperato un gusto per una certa essenzialità, andato perduto con le recenti produzioni, sempre più farcite di dettagli, di fotoincisioni, di pezzetti minuscoli che a volte creano solo accumulo di sensazioni senza regalare la visione generale di un modello. Il suo equilibrio, come si suol dire.
La varietà dell'offerta rende addirittura la definizione "new vintage" insufficiente, o quantomeno incompleta. Ma è comunque una tendenza da non sottovalutare, in un contesto in cui certe produzioni più tradizionali sembrano soffrire inesorabilmente di una mancanza di risposta da parte degli acquirenti. Il rischio di invadere il mercato con produzioni inutili o sovrabbondanti c'è; dall'altra parte, almeno finora, non si è assistito a un abbassamento delle quotazioni dei pezzi originali, perché in questo caso è ben evidente la distinzione fra nuova e vecchia produzione. Quando il flusso incontrollato degli Sport Cars, dei Verem e dei Solido ristampati si affacciò sul panorama degli anni ottanta, le quotazioni della Serie 100 calarono bruscamente perché: 1° non era passato abbastanza tempo dall'uscita dei modelli originali; 2° i collezionisti non percepirono sostanziali differenze fra i modelli d'epoca e quelli nuovi. Inoltre, molti ricercavano i vecchi Solido soprattutto per elaborarli e trasformarli, e l'arrivo delle ristampe fu sostanzialmente un'occasione per pagare molto meno dei modelli che sarebbero comunque stati destinati allo smontaggio e alla riverniciatura.
Rio, Alfa Romeo 6C 1750, produzione anni settanta. |
27 dicembre 2015
Focus su: Volkswagen Golf MkI L 5 porte di Solido (1:18)
All'inizio del 2015 il gruppo Simba-Dickie, proprietario fra l'altro dei marchi Schuco, Smoby e Majorette, ha concesso per dieci anni la gestione del marchio Solido ai francesi di OttOmobile. Una dimostrazione di fiducia nei confronti di un produttore relativamente "piccolo" ma che ha saputo in pochi anni ritagliarsi una fetta di mercato, da pioniere dei modelli resincast in scala 1:18. I primi modelli nuovi si sono fatti attendere un po', ma dopo l'estate sono uscite Renault 4 GTL Clan (vedere recensione nell'ultimo Modelli Auto), Citroen Dyane 6 e Volkswagen Golf L 5 porte. E' su quest'ultimo modello che punteremo stavolta la nostra attenzione. Si tratta di una versione che mancava fra le numerosissime miniature della Golf: la L era l'allestimento più ricco al momento della presentazione della vettura di Wolfsburg, disponibile nelle configurazioni a 3 e 5 porte e nelle motorizzazioni 1100 e 1500cc.
Solido ha riprodotto la Golf L 5 porte in due colorazioni, un giallo carico (art. S1800103) e un verde medio (S1800203). E' un modello dotato di due aperture (le sole porte anteriori), ruote sterzanti e un ottimo equilibrio generale, fra particolari in plastica riportati, verniciatura brillante e uniforme, e ovviamente fedeltà di linee e proporzioni. Apprezzabili molti dettagli quali le ruote, i gruppi ottici, le tampografie a simulare contorni vetri e fregi laterali, interni sufficientemente trattati. Per 40 euro non si può pretendere la luna e gli inizi di questa nuova gamma sono promettenti.
26 dicembre 2015
Rassegna stampa: Auto Modélisme Hors-Série n°3, La Compil' des Nouveautés
Giunta alla sua terza edizione, questa iniziativa di Auto Modélisme si conferma uno strumento molto utile per che debba avere sott'occhio una buona parte della produzione modellistica dell'anno. Stavolta La Compil' esce a dicembre (in Francia la distribuzione è iniziata lo scorso 15), anziché agli inizi di febbraio dell'anno successivo, com'era invece accaduto per i primi due numeri. Una scelta giusta, che cade in concomitanza con le feste e che riesce comunque a includere anche i contenuti del numero di dicembre del mensile Auto Modélisme. La ricetta è semplice: riproporre in ordine di scala e alfabetico tutte le recensioni pubblicate negli undici numeri di Auto Modélisme, risparmiando quindi al giornalista, allo storico o al semplice appassionato lunghe ricerche all'interno dei singoli fascicoli dell'annata. Un bonus è costituito da una scelta delle "indispensabili" secondo il parere della redazione, ed fa piacere che in questo gruppo sia inclusa la Porsche 906 LH di Profil-24 (scala 1:24), un riconoscimento al lavoro e all'abilità di questa casa artigianale francese. Il prezzo del quaderno - 132 pagine con oltre 1000 modelli recensiti - è di € 14,90 in Francia e di 19,90 in Italia. Lo trovate comunque sul sito ufficiale dell'editore Hommell oppure su journaux.fr.
25 dicembre 2015
Focus su: Elva-Porsche Mk.VIIS Europeo della Montagna 1964 H.Muller di Axel'R
24 dicembre 2015
Gallery: Alfa Romeo Alfetta 1.8 1972 Polizia di TrueScale Miniatures (1:18)
L'uscita dell'Alfetta "quattro fari" nella duplice versione Polizia e Carabinieri a opera di TrueScale ha sicuramente suscitato interesse. Si tratta di due modelli esclusivi per l'Italia, come chiaramente riportato sulla scatola. Abbiamo l'occasione di proporre una gallery dettagliata del modello Polizia (art. TSM141833R).
Buon Natale e buone feste dal blog
Il blog augura a tutti i suoi lettori buone feste; che voi tutti possiate trascorrere un sereno Natale e vivere un 2016 pieno di soddisfazioni. Il blog continuerà la propria strada, cercando di proporre contenuti nuovi e possibilmente interessanti. In questi giorni troverete altri articoli, in vista del prossimo anno, per il quale sono in progetto alcune novità.
21 dicembre 2015
Rassegna stampa: Modelli Auto 122 (quarto trimestre 2015)
Come sempre è difficile recensire una rivista nella quale si occupano una quindicina di pagine. In ogni caso penso che questo numero di fine anno sia uno dei migliori della serie recente di Modelli Auto, con molti argomenti diversi, tutti trattati in modo approfondito. Campeggiano in copertina due icone dell'automobilismo, la Ferrari 250 GTO (riprodotta da CMC in scala 1:18) e la Ford Zakspeed Capri Turbo (Minichamps 1:18). Gli articoli tematici comprendono la collezione a tema Martini di Gian Luca Pizzi, mentre l'incontro con i produttori è dedicato a BBR, con un pezzo che i propone di raccontare per l'ennesima volta la storia del marchio, ma cerca le ragioni storiche e moderne di un successo che continua tutt'oggi. Come tecnica, viene proposto uno spettacolare montaggio del kit MFH Ferrari 512S Targa Florio 1970 in 1:24, che fa da pendant al recente pezzo sulla Porsche 908/3 apparso di recente. Il kit in plastica è stavolta la BMW i8 di Revell (1:24), e non mancano recensioni su vari modelli in scala 1:43 e 1:18, resincast, diecast e speciali. Per gli obsoleti, troverete una bella panoramica sulla Fiat 500 in scala e anche un breve ma interessante ritratto di Paolo Rampini. Appuntamento col primo numero del 2016, che sarà nelle edicole il prossimo marzo.
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