Notizie, commenti, considerazioni e opinioni sul mondo del modellismo e dell'automobilismo, a cura di David Tarallo. ATTENZIONE, NUOVO SITO DAL 28 LUGLIO 2021: www.pitlaneitalia.com
28 novembre 2015
Bologna-Raticosa, una storia di uomini e motori, di F.Amante e C.Dolcini
La biblioteca sulla storia delle cronoscalate italiane è andata arricchendosi in questi ultimi anni di volumi importanti e moltissime lacune sono state colmate. Grazie all'impegno di appassionati, di associazioni sportive e non ultimi, di sponsor, è stato fatto un notevole sforzo e il quadro è oggi davvero soddisfacente. Quasi tutte le principali gare in salita hanno ormai un volume di storia, e anche certe manifestazioni meno note sono state trattate con la necessaria dovizia di particolari. Una delle uscite più recenti è relativa alla Bologna-Raticosa, disputatasi fino al 1969 e poi ripresa dal 2000 in forma di gara storica grazie all'entusiasmo e all'impegno di Francesco Amante, presidente della Scuderia Bologna. Ne è nato un volume edito da Giorgio Nada, la cui parte storica si deve al professor Dolcini, che narra, anno per anno, tutte le gare del periodo 1926-1969, con un bel corredo di foto a colori e in bianco e nero. Seguono le classifiche parziali di ogni classe, accompagnate da ulteriori immagini dei singoli vincitori gruppo per gruppo.
La narrazione di Dolcini è documentata e come sempre competente, ma purtroppo la parte storica (quella che interessa maggiormente i cultori della materia) si ferma a pagina 71 delle quasi 220 del volume. Il resto è occupato dalla descrizione, a opera di Amante, di tutte le edizioni moderne; si comprende naturalmente l'esigenza di valorizzare questa gara, pubblicizzandola e dandole i meritato rilievo a livello logistico e organizzativo (la moderna Bologna-Raticosa è senza dubbio un esempio di efficienza), ma decine di foto di autostoriche dal 2000 al 2015, accompagnate da immagini di piloti più o meno famosi (e più o meno in forma) e ritagli di articoli di giornale possono soddisfare i diretti protagonisti, le scuderie di oggi e pochi altri lettori.
Era forse impossibile concepire il libro in modo diverso, ed è anche difficile escluderlo dalla biblioteca delle cronoscalate, non foss'altro che per il prestigio della corsa stessa, ma certamente non si tratta di una delle uscite più felici di questi ultimi tempi, anche se ben confezionata e graficamente gradevole. Il testo è bilingue italiano/inglese.
C.Dolcini - F.Amante, Bologna-Raticosa, una storia di uomini e motori, Giorgio Nada Editore, Vimodrone (Mi) 2015, € 40,00.
27 novembre 2015
Porsche 911 Carrera RS Gr.3 Graetz elaborazione su base KDW, realizzazione Sebring1971
Nella serie limitata Sebring1971 (numero di serie 50/2015) è appena uscita un'elaborazione su base diecast 1:43 KDW, realizzata con decals Arena e l'aggiunta di diversi particolari anche autocostruiti. Si tratta della Porsche 911 Carrera RS Gr.3 Graetz di Swaton/Cordesse del Rally Montecarlo 1978. Sono circa 25 le modifiche apportate, incluso l'abitacolo, con l'aggiunta di sedili anatomici, rollbar, volante racing e strumentazione; autocostruita la struttura anteriore, aggiunti fendinebbia, ganci fermacofano in gomma, rifatta parte della fanaleria, staccabatteria, antenne ecc.
Per chi fosse interessato, il modello (in esemplare unico) è reperibile a questo link: http://www.ebay.com/itm/-/121825749070?ssPageName=ADME:L:LCA:US:1123
Per chi fosse interessato, il modello (in esemplare unico) è reperibile a questo link: http://www.ebay.com/itm/-/121825749070?ssPageName=ADME:L:LCA:US:1123
23 novembre 2015
La Politoys, il Gatto Arturo e un sito finalmente di alto livello.
Proprio ieri, in occasione della borsa di scambio di Calenzano, parlavo con un competente collezionista fiorentino e il discorso era caduto sulla scarsità di notizie veramente inedite a proposito dei nostri marchi storici, da Mercury a Politoys. Mentre su Corgi e Dinky gli appassionati del settore possono contare su testimonianze dirette di grande valore, che hanno contribuito notevolmente a collocare le varie produzioni nel loro contesto storico, sociale, economico, per tutti (o quasi) i produttori italiani, la scarsità di informazioni "laterali" impedisce una piena comprensione e un'analisi di più ampio respiro delle vicende industriali di un marchio.
Di produttori britannici o francesi esistono documentati repertori di materiale promozionale, nonché una fitta letteratura più o meno underground su varianti di colore, prototipi, pre-serie. Le principali case d'asta e i siti di vendita più prestigiosi propongono abbastanza spesso modelli unici provenienti da fonti sicure, siano esse le raccolte di Marcel Van Cleemput o Monty Calme, di Bertrand Azéma o di Mike e Sue Richardson.
E in Italia come siamo messi? Già alcuni volenterosi hanno ricostruito il più fedelmente possibile le produzioni partendo dall'evidenza dei dati (ossia modelli esistenti e cataloghi); al di là dell'importantissimo contributo di Rampini, potremmo citare il bellissimo repertorio on-line di Aessemodel (corredato da piacevolissimi e mai banali testi) oppure altri volumi usciti sulla storia della Mercury o della Politoys, ma limitati, questi, a una mera sommatoria di dati. Manca, come si suol dire, il sale. Sale che si ottiene solo applicando al tema i criteri della ricerca storica; qualche anno fa lo fece Giorgio Giuliani con un saggio sulla Rivarossi/Pocher, e i risultati furono decisamente convincenti.
Quasi per caso mi sono imbattuto in un sito sulla Polistil/Politoys, che - giustamente - non è il "solito" sito: all'indirizzo www.quellidellapolistil.it potete trovare una lista esaustiva delle principali linee che fanno capo al marchio Politoys, ma anche qualcosa di ancora più affascinante, perché lontano dalle trite liste e listine che la maggior parte dei collezionisti considera sufficienti per esaurire l'argomento. Attraverso alcune testimonianze dirette, si prova a ricostruire il modo di lavorare dell'epoca (http://www.quellidellapolistil.it/quelli-che-hanno-lavorato-alla-polistil) e, nascoste qua e là nelle descrizioni dei singoli modelli, delle perle di storia che rischiano di andare perdute per sempre.
Il messaggio (o meglio: uno dei messaggi) che passa dalla lettura del sito mi pare sia questo: una produzione di automodelli del passato non può essere valutata con criteri rigidi. Ossia, le varianti di colore ci sono ed è necessario individuarle con scrupolo. Questo al limite è abbastanza scontato, ma non è per niente scontato andare a fondo dell'argomento, cercando il più possibile le fonti, come gli addetti alla verniciatura e facendo rivivere in modo concreto i fatti accaduti. La macchina del tempo esiste e va usata prima che sia troppo tardi. Questo sito restituisce alla produzione Politoys un velo di immediatezza, coperta dalla polvere dei decenni, fornendo alcuni aneddoti semplici eppure così importanti per capire certi fenomeni.
Sono grato al sito perché mi ha fatto tornare alla memoria un personaggio della mia infanzia che giaceva dimenticato non so da quanto tempo, il Gatto Arturo della TSI (Televisione Svizzera Italiana), che i bambini italiani nati all'inizio degli anni settanta conoscevano bene perché la TSI si "prendeva" senza problemi in varie zone del territorio nazionale, come del resto il canale francese o Capodistria.
Ebbene, il sito www.quellidellapolitoys.it ha ripescato un episodio dove il Gatto Arturo fa visita proprio allo stabilimento Polistil, e i cinque minuti del filmato (visibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=BOzniz45puI) sono davvero impagabili. Speriamo che il sito possa arricchirsi ancora di documentazione di questo livello, perché la "cultura" (mettiamola fra virgolette) dell'automodellismo in Italia ha un gran bisogno di contributi come questo.
Di produttori britannici o francesi esistono documentati repertori di materiale promozionale, nonché una fitta letteratura più o meno underground su varianti di colore, prototipi, pre-serie. Le principali case d'asta e i siti di vendita più prestigiosi propongono abbastanza spesso modelli unici provenienti da fonti sicure, siano esse le raccolte di Marcel Van Cleemput o Monty Calme, di Bertrand Azéma o di Mike e Sue Richardson.
E in Italia come siamo messi? Già alcuni volenterosi hanno ricostruito il più fedelmente possibile le produzioni partendo dall'evidenza dei dati (ossia modelli esistenti e cataloghi); al di là dell'importantissimo contributo di Rampini, potremmo citare il bellissimo repertorio on-line di Aessemodel (corredato da piacevolissimi e mai banali testi) oppure altri volumi usciti sulla storia della Mercury o della Politoys, ma limitati, questi, a una mera sommatoria di dati. Manca, come si suol dire, il sale. Sale che si ottiene solo applicando al tema i criteri della ricerca storica; qualche anno fa lo fece Giorgio Giuliani con un saggio sulla Rivarossi/Pocher, e i risultati furono decisamente convincenti.
Quasi per caso mi sono imbattuto in un sito sulla Polistil/Politoys, che - giustamente - non è il "solito" sito: all'indirizzo www.quellidellapolistil.it potete trovare una lista esaustiva delle principali linee che fanno capo al marchio Politoys, ma anche qualcosa di ancora più affascinante, perché lontano dalle trite liste e listine che la maggior parte dei collezionisti considera sufficienti per esaurire l'argomento. Attraverso alcune testimonianze dirette, si prova a ricostruire il modo di lavorare dell'epoca (http://www.quellidellapolistil.it/quelli-che-hanno-lavorato-alla-polistil) e, nascoste qua e là nelle descrizioni dei singoli modelli, delle perle di storia che rischiano di andare perdute per sempre.
La homepage del sito www.quellidellapolistil.it . |
Sono grato al sito perché mi ha fatto tornare alla memoria un personaggio della mia infanzia che giaceva dimenticato non so da quanto tempo, il Gatto Arturo della TSI (Televisione Svizzera Italiana), che i bambini italiani nati all'inizio degli anni settanta conoscevano bene perché la TSI si "prendeva" senza problemi in varie zone del territorio nazionale, come del resto il canale francese o Capodistria.
Fine anni settanta: il Gatto Arturo di TSI fa visita allo stabilimento della Polistil di Chiari (Brescia). |
22 novembre 2015
Borsa scambio a Calenzano (Firenze), 22 novembre 2015
Il tradizionale appuntamento autunnale all'Hotel Delta Florence di Calenzano resta una data abbastanza importante, almeno per chi abita nelle zone di Firenze. Come sempre si è registrata un'ottima affluenza, e le due stanze dell'albergo erano piene di espositori e visitatori. Per l'automodellismo, diversi vecchi Dinky e Corgi a prezzi ragionevoli, fra cui una collezione di mezzi militari Dinky in condizioni quasi perfette. Certamente, e soprattutto in vista della borsa di Novegro di domenica prossima, un evento come questo può sembrare poco utile, ma è forse in questo genere di manifestazioni che è possibile trovare alcune occasioni imperdibili. L'importante è saper guardare bene.
21 novembre 2015
Model Game a Bologna, 21 novembre 2015
Una bagnatissima giornata tipicamente autunnale ha aperto il weekend dedicato a una kermesse di eventi nella zona fiera di Bologna. Il Model Game, che inizialmente doveva essere abbinato al Motor Show che non si farà, ha trovato la sua collocazione a fianco di Mondo Creativo, Food & Pastry e Mondo Elttronica. Personalmente, l'ultima edizione di Model Game alla quale avevo assistito era stata quella del 2013, quando la collocazione era ancora abbastanza provvisoria. Oggi, Model Game occupa a tutti gli effetti gli ex padiglioni del Motor Show, e si prova sicuramente un po' di nostalgia a passare dai luoghi che ricordiamo ancora occupati dagli stand di Ferrari, Maserati, Abarth, Porsche e quant'altro. D'altra parte il mondo cambia e il Motor Show forse non ha neanche più motivo di esistere. Quanto al Model Game, che dire? Per il "nostro" settore, quello degli automodelli statici, poco o nulla: salvo errori, il solo produttore ufficiale presente era Arena, con un sempre gentilissimo Valerio Comuzzi. Presenti anche i negozi L'aquilone e la Formula 1 del Modellismo. Per il resto, ben poco da segnalare, tranne i soliti due o tre grossi stand di modelli da edicola e qualche offerta qua e là. Ma sappiamo che Model Game è il regno del dinamico e del "militare", con cose anche interessanti, come i workshop, molto istruttivi. Penso che il settore militare (e mi riferisco allo statico) goda di un successo ben maggiore rispetto agli automodelli. I motivi sono molteplici e se non altro è bello constatare che dei giovani siano ancora disposti a sporcarsi le mani con colori e colle. Di kit a portata di budget se ne trovano a iosa, ed ecco forse una delle prime ragioni per le quali il settore è ancora bello attivo. Per finire, un appunto all'organizzazione: una manifestazione di questo livello non può presentarsi il sabato mattina dell'apertura senza neanche uno straccio di cartello alle varie entrate. Niente di niente: nessuna freccia, nessuna indicazione di dove erano collocati i vari eventi nei padiglioni della fiera, poche (o nessuna) indicazioni sui vari parcheggi. Alcuni addetti si sono giustificati dicendo che i cartelli stavano arrivando. I cartelli devono arrivare (ed essere collocati) il venerdì sera, non il sabato due ore dopo l'orario d'apertura, ammesso che siano mai arrivati.
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