15 febbraio 2020

Un'occhiata ad AutoHebdo, fascicolo n.2254 del 12 febbraio 2020

Oltre che alle riviste di modellismo, il blog dedica spazio, seppure più raramente, a quelle di automobilismo, specie quando esse realizzano qualche fascicolo o numero speciale. Questa volta non c'è nulla di particolare, salvo una breve nota su un numero qualsiasi del famosissimo settimanale francese AutoHebdo. Alla fine degli anni settanta, AutoHebdo era un vero punto di riferimento. Ricordo che a Firenze gli appassionati aspettavano il suo arrivo all'edicola sotto i portici di Piazza della Repubblica. Era uno dei pochi contatti col resto del mondo (c'era Autosprint, ma non sempre bastava). I reportage sulle varie gare internazionali, i test e ovviamente anche gli articoli di modellismo, molti dei quali firmati da Jean-Marc Teissèdre, erano sempre freschi, nuovi e fornivano documentazione fotografica di prim'ordine, che allora era merce rara. AutoHebdo esiste ancora oggi ed è arrivato al suo 2254° fascicolo. 

Tutto è cambiato da quell'epoca, e oggi la rivista è una delle tante voci nel marasma dell'informazione (o comunicazione?). Resta l'autorevolezza del passato, o per lo meno la credibilità che i lettori erano disposti a dare alla rivista? Difficile dire, probabilmente AutoHebdo avrà subito la stessa parabola della maggior parte di tutti i settimanali specializzati europei. Del resto, negli anni settanta e ottanta la stampa era più indipendente rispetto a oggi? Domanda complessa che meriterebbe altri approfondimenti. 
La foliazione attuale di AutoHebdo è di 68 pagine, con una buona varietà di argomenti. La lunghezza dei testi è mediamente maggiore rispetto ad un Autosprint, come probabilmente maggiore è lo spazio dedicato ai rally, che in Francia al momento sono forse più popolari che in Italia; anche l'endurance trova maggiore spazio, sebbene in questo numero se ne parli poco, ma tempo qualche settimana si entrerà in pieno spirito Le Mans. Troviamo alcune interviste (Sébastien Bourdais, Sacha Fenestraz, Petter Solberg), e dei consuntivi su eventi appena conclusi come Rétromobile e il Monte Carlo Historique. Tutto sommato non male, considerando anche alcuni validi articoli di approfondimento sull'industria e sull'economia dell'automobilismo. Il linguaggio è gradevole e lo stile di scrittura sobrio e più lontano da certi toni da tifo che troviamo su Autosprint. In Francia AutoHebdo ha un prezzo di € 4,80 ed è anche possibile acquistare la versione on line al costo di € 2,80 a numero (che diventano € 79,90 anziché 142,80 per un abbonamento annuale di 51 uscite). Ricordiamo infine il sito generale del gruppo Hommell: www.hommell-magazines.com

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