05 aprile 2019

Starter, una storia di tanti anni fa: un'intervista del 1985 fra antico e moderno


Lo staff di Starter nel 1985: da sinistra, Calligaro,
Roche e Carpena. 

I lettori più assidui del blog ricorderanno alcuni articoli sulla storia e le fortune di alcune fra le più note case produttrici di modelli speciali, uscite ormai diversi anni fa a cura di Umberto Cattani e del sottoscritto. Fu una bella collaborazione, che ricordo con piacere, nella quale affrontammo diversi argomenti e nomi ormai mitici in questa nicchia dell'1:43, da MRF a Record, da Starter a Provence Moulage. Fu fatto molto, ma molto ancora resterebbe da fare e non è escluso che si possa tornare su questi argomenti in un futuro speriamo non troppo lontano. Da quegli anni, Modelli Auto ha ripreso le pubblicazioni (nel 2014) e per fortuna le occasioni di scambio di idee e di opinioni con Umberto non sono mancate. Proprio qualche giorno fa, cercando la foto della 908/4 di Porsche Story (strettamente imparentata con le marche succitate) mi sono soffermato una mezz'oretta a rileggere quegli articoli e sono orgoglioso che siano ospitati in questo blog. Oggi pomeriggio, senza esserci sentiti, una sorpresa: Umberto m'invia la scansione di un articolo che non conoscevo, uscito su AutoHebdo nel numero del 23 maggio 1985. Si tratta di un'intervista all'équipe di Starter, composta da Calligaro, Roche e Carpena. Difficile resistere alla tentazione di tornare sull'argomento con un'aggiunta, ma come? La scansione del testo era troppo piccola per pubblicarla come immagine, mentre le foto erano leggibilissime e le pubblichiamo a parte.
Calligaro con alcuni modelli Starter. 

E visto che abbiamo fatto trenta facciamo trentuno, traducendo in italiano il testo originario in francese, così da completare la storia della Starter con una testimonianza d'epoca di prima mano. In questa intervista, scritta da René Alezra, ciascuno troverà delle notevoli discrepanze col presente, ma altrettanti - impressionati ed eclatanti - punti in comune. E' passato del tempo, tanto tempo, ma stavolta, più che evidenziare le differenze, porrei l'accento su tanti aspetti che i decenni non hanno alterato. Ai lettori il giudizio.

Starter non è l'ultima novità di Renault, né una nuova radio libera o una rivista sportiva, ma una delle rare imprese francesi di modellismo, specializzata in vetture da competizione, il cui dinamismo l'ha portata a occupare la pole position in questo mercato. Questo fabbricante di modelli, con sede a Marsiglia, ha saputo conquistare, nel corso di un anno e mezzo di esistenza, la passione di migliaia di collezionisti, grazie alla qualità e alla serietà della produzione. La gamma è incentrata principalmente sulle vetture da corsa impiegate in pista, nei rally o nelle gare americane (IMSA et NASCAR). Questo "costruttore" fabbrica quindi miniature da collezione di elevata qualità, vendute principalmente come Kit Starter (che rappresenta la continuità di MRF e Record Diffusion), ed è diretto con maestria dal signor Calligaro. Questi, esponendosi a rischi finanziari e tecnici tutt'altro che trascurabili, ha anche creato in parallelo "Calligraphe" (serigrafia di precisione), per offrire alla clientela decals di qualità, prodotte in grande numero. Per inciso, Calligraphe è il solo fabbricante francese di questo tipo di calcomania. "Quando ho messo su Starter", racconta Calligaro, "mi sono reso conto che era indispensabile creare parallelamente una fabbrica di decals per tenere il passo della realtà e dell'attualità. A partire dalle foto, Calligraphe si occupa di realizzare tutta la decorazione della vettura, con la precisione e la fedeltà dei colori che tutto questo implica. Quest'azienda, che lavora al 100% per Starter, conta quattro persone, fra cui Carpena, disegnatore-serigrafo. Starter è invece composta da nove collaboratori, fra cui Roche, direttore commerciale e Rizzi, responsabile della documentazione e del montaggio dei modelli". Fatto non trascurabile per i collezionisti, Starter è la sola azienda a far uscire una mezza dozzina di novità al mese. 
Siete quindi sempre di corsa, alla Starter...
Bisogna tener dietro all'attualità e realizzare il modello il più rapidamente possibile, a un prezzo competitivo e senza far pastrocchi. I nostri vari punti vendita desiderano una produzione regolare, e ovviamente delle miniature che possano vendersi bene. Grazie a un gruppo di persone molto dinamico, si cerca sempre di essere i primi a realizzare le vetture che vincono nelle grandi competizioni, insieme a tutte le altre novità interessanti. Ci rechiamo frequentemente sui campi di gara, ma soprattutto, per la documentazione, possiamo contare su tutta una rete di corrispondenti. Si parte quindi da delle foto e se possibile da disegni di fabbrica, e il modellista realizza così un prototipo il più esatto possibile. Vengono quindi gli stampi che servono alla produzione. Immettiamo sul mercato circa 60-70 modelli differenti all'anno. Un modello come la vettura vincente di Le Mans, ad esempio, può raggiungere da sola i 2500 esemplari prodotti. 
Quali sono i tempi di realizzazione di un modello prima che possa essere commercializzato?
In periodi normali, ci vuole un mese per realizzare un prototipo, un mese per produrre il modello, quindici giorni per l'imballo e la spedizione; in totale, quindi, fanno due mesi e mezzo per che un nuovo modello appaia sul mercato. Ma a volte le esigenze dell'attualità impongono dei salti mortali al prototipista, che deve a quel punto lavorare quindici ore al giorno per quindici giorni di fila! A volte è capitato di fare uscire un modello in tre settimane, com'è accaduto con la Ferrari Testarossa del Salone di Parigi. 
Qual è il modello che ha ottenuto maggior successo e invece quello che ha venduto meno?
C'è un modello che si distingue davvero su tutti, ed è la Porsche 956 di endurance. Questa ha battuto tutti i record, visto che attualmente siamo a circa 18.000 esemplari prodotti. D'altra parte non parlerei mai di "fiaschi", ma determinati modelli non raggiungono che 300 o 400 potenziali appassionati, e questo è comunque previsto. In questi casi si lavora più per la soddisfazione del collezionista che per un reale guadagno finanziario. 
Non esiste alcuna Formula 1 nella vostra gamma?
No, e questo per due ragioni. La prima di ordine tecnico: la resina è troppo fragile per realizzare certi pezzi finissimi che compongono le Formula 1. La seconda, che ala Starter non siamo attirati dalla Formula 1". 
L'articolo apparso su un AutoHebdo del 1985. 

L'intervista finisce qui, i commenti da fare sarebbero tanti. Eppure... tante osservazioni non vi ricordano qualcosa? Grazie ancora a Umberto Cattani per avermi fatto conoscere questo vecchio articolo. La traduzione, lo ripeto, è la mia e ho cercato di restare il più possibile fedele al testo originale.

2 commenti: