10 settembre 2016

Un po' di Svizzera a Le Mans: Porsche 907 Wicky 1970 di Axel'R

 

L'abilità e la passione di Roger Dutemple di Axel'R sono ben conosciute nell'ambiente dei modelli speciali in scala 1:43. L'artigiano di Cournonterral, nel dipartimento dell'Hérault ha in produzione tutta una serie di sport-prototipi e di vetture di formula decisamente interessanti, con una certa predilezione per soggetti un po' meno conosciuti quando non inediti. La Porsche 907 corta non è fra le sue ultime creazioni, ma già la particolarità della versione - la vettura dello svizzero Wicky Racing - e il fatto che di recente siano state introdotte alcune migliorie al kit. Il modello è disponibile anche come factory built ma solo su richiesta. Gli Axel'R montati sono rari da trovare in giro (qualcuno lo vedete sporadicamente su Grand Prix Models) e quando appaiono non c'è da farseli scappare.

Dicevamo della 907 del Wicky Racing: alla referenza K011 (ma ne esistono altri) corrisponde la versione di Le Mans 1970, piloti lo stesso Wicky e Hanrioud. Non ci avventuriamo nella giungla dei numeri di telaio (005? 031?) perché non se ne uscirebbe più. Fatto sta che questa 907 è il caso tipico di una vettura con un po' di anni sul groppone che continua imperterrita la propria carriera.

Equipaggiata del classico 8 cilindri da 2,2 litri, la 907 svizzera dovette abbandonare per incidente verso le 7.30 del mattino, andando a rimpinguare ulteriormente la lunghissima lista di ritiri in un'edizione memorabile della 24 Ore.

Su questa recentissima revisione di Axel'R, sono stati modificati i caratteristici passaruota carenati anteriori, adottati cerchi più realistici e completate le decals, fra cui l'abbastanza bizzarra pubblicità del Tour de France Automobile applicata in diagonale sul cofano posteriore.

Con questo tipo di soggetti non si finisce più nella costante ricerca di migliorie e di maggiore esattezza storica. In questi ultimi anni sono uscite, sui libri e sul web, diverse foto inedite di questa Porsche 907, e sarebbe stato un peccato continuare a non tenerne conto.

Da parte mia sapete come la penso: un modello come questo rappresenta una testimonianza preziosa del valore del lavoro artigianale, e un esempio di come certe realizzazioni abbiano un senso ancora oggi che Spark e tutti gli altri marchi di resincast sembrano aver saturato il mercato. Ma se siete appassionati di un certo tipo di intendere un modello, se vi piacciono le decals applicate una ad una, i cerchi nella vecchia cara resina o in metallo bianco o torniti, i kit fanno ancora per voi, pur con tutti i loro difetti e il loro costo sicuramente maggiore (ma di quanto?) rispetto ai resincast.

Ed è anche bene che gli speciali non siano per tutti: sono probabilmente per pochi, forse sempre meno, ma resistono e hanno il loro pubblico di appassionati. Gli speciali sono la testimonianza, per niente da museo, di una storia che continua.

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