11 luglio 2016

Caps at Le Mans: di un caso singolare all'insegna del Made in Europe

 
Alain Vandeputte di Petcap.be con uno dei suoi
cappelli più evocativi.
A volte si fanno incontri casuali, per fortuna belli. Se resti a casa perdi sempre. All'ultima edizione della Le Mans Classic mi è capitato di parlare col titolare di un interessante stand belga, il signor Alain Vandeputte di Petcap (http://www.petcap.be/nl/) col quale ho scambiato alcune riflessioni sulle produzioni manufatturiere odierne. Che c'entra con l'auto, chiederete? Allora: primo, c'entra (vedrete dopo); secondo, se non c'entrasse andrebbe bene lo stesso perché questo è il mio blog e se decido di parlare di tartine o di tecniche di produzione del pecorino sono fatti miei. Comunque. Nel mare magno dell'offerta pseudo automobilistica della Le Mans Classic, incluse le trite e ritrite magliette da benzinaio Gulf di cui ormai è strapieno l'orbe terracqueo, c'erano articoli leggermente più raffinati e per questo degni di un'attenzione meno superficiale. Non porto cappelli, non ne ho mai portati.
Classico e very British.

Però mi piacciono le vecchie foto di Mike Hawthorn o di Jackie Stewart, quest'ultimo col particolare disegno tartan, appunto, Stewart dress (forse). Ho ancora due sciarpe comprate in Scozia che mi piacciono molto. Credo che certe iniziative vadano appoggiate. Ci vuole del coraggio e il signor Alain appartiene a una famiglia di entusiasti che a volte addirittura si dividono le manifestazioni cui partecipare in contemporanea. A Le Mans Classic c'era lui con la figlia. La butto lì: in una vetrina piena di modelli o di memorabilia più o meno coerenti, un paio di guanti old style o un cappellino alla Stewart non vi sembra che ci stiano benissimo?
Qui siamo in pieno tema Le Mans Classic.

Un ottimo rapporto qualità-prezzo contraddistingue
la gamma di Petcap.

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