15 luglio 2018

La Porsche 919 e suoi record: se questo è perdere smalto...

Dopo il ritiro dal WEC avvenuto alla fine del 2017, la Porsche ha avviato un programma denominato 919 World Tour, incentrato sul tentativo di battere i record sul giro dei più famosi circuiti mondiali. 
La 919 viene presentata ufficialmente al Salone di
Ginevra del 2014, prima di debuttare alla
6 Ore di Silverstone (foto David Tarallo)

La notizia non è certo fresca, ma ancora abbastanza fresco è il tentativo - riuscito - di migliorare sulla Nordschleife del Nuerburgring lo storico record che apparteneva a Stefan Bellof sulla 956 Gruppo C. Anche questo lo sanno anche i muri, ma si sono propagate come le onde di un maremoto i commenti sul web dei cosiddetti esperti e dei giudici supremi, soprattutto su Facebook e vari forum dove ovviamente vige la più becera regola dell'uno vale uno e il più spelacchiato leone da tastiera che passa di lì può aspirare alla stessa autorevolezza di un Norbert Singer o di un Wolfgang Ullrich, tanto per rimanere nel Gruppo tedesco...
919 tribute: la Porsche 919 si concede un anno
all'insegna della prestazione pura. 
La Porsche 919 in versione sperimentale, senza i lacci e lacciuoli del regolamento LMP1 ha polverizzato ogni record, prima a Spa, poi al 'Ring. Apriti cielo. Soprattutto per il record in Germania, la Porsche è stata tacciata di antisportività o di autocelebrazione velata di codardia. Il record di Bellof - si dice - era stato ottenuto con una vettura ottemperante a una normativa tecnica ben precisa, all'interno di una gara certificata dalla federazione internazionale e valevole per un campionato del mondo. D'accordo. Ma l'iniziativa di quest'anno legata alla 919 non è assolutamente un'offesa alla classe di un pilota come Bellof, né alla validità di una fantastica vettura quale fu la 956 degli anni ottanta. 

La 919 in configurazione record, impiegata
quest'anno nel world tour di congedo. 
Più semplicemente, vuole essere il coronamento di quattro anni agonistici in cui la 919 ha vinto tutto quello che c'era da vincere in gare vere, e oggi la Porsche sfrutta giustamente a livello pubblicitario i successi raggiunti. Alla casa di Stoccarda si rimprovera di pestare sul pedale della pura propaganda. E anche se così fosse, non sono anche le corse stessa una sorta di propaganda? Anzi, esse costituiscono la più facile delle pubblicità, e questo l'aveva capito anche uno come Enzo Ferrari. Del resto i record in solitario sono sempre esistiti, basti pensare ai primati ottenuti da Mark Donohue a Talladega con la Porsche 917/30 che aveva dominato la Can-Am. Si tratta di due discipline diverse, ognuna dei quali offre motivi d'interesse e di discussione tecnica. Del resto c'è chi come Peugeot e Toyota ha fatto parlare di sé per una-due stagioni prima di mettere una macchina in pista, dopo la presentazione di più o meno probabili manichini: se non hai il DNA vincente, l'anno migliore è quello in cui annunci l'avvio di un programma sportivo e la stampa ti segue nei test privati dove ovviamente nessuno può torcerti un capello. Peugeot, poi, ha vinto a Le Mans una volta su cinque con la tanto decantata 908 e Toyota quest'anno contro nessuno, dopo una serie impressionante di figuracce in mondovisione. 


Si lasci allora la Porsche utilizzare a livello mediatico il proprio successo, dopo aver conquistato tre 24 Ore di Le Mans consecutive, dopo aver sfiorato il colpaccio già alla sua prima partecipazione nel 2014. Evidentemente il primato tecnologico della Porsche deve far rabbia a qualcuno se, come ho letto su un forum, essa avrebbe "perso smalto dopo l'uscita della Cayenne". Ma di cosa stiamo parlando? Al di là del disgusto che provo verso ogni forma di SUV, la Porsche è stata una delle primissime marche a credere nel potenziale economico di questo tipo di veicoli, molto, ma molto prima che lo facessero ad esempio le nostrane Alfa Romeo e Maserati (tranquilli, fra un paio d'anni vedrete pure il SUV della Ferrari, non manca tanto). Dunque, perdere smalto dopo l'uscita del Cayenne. Vediamo cosa è successo, dopo l'uscita del Cayenne: Porsche ha vinto una 24 Ore di Daytona con una GT, impresa riuscita quasi a nessuno, ha tirato fuori la RS Spyder di LMP2, che tra l'altro si è aggiudicata la 12 Ore di Sebring nel 2008, presenti i più forti team di LMP1 e di LMP2 di allora, e poi è finalmente tornata nella categoria di vertice con la 919 Hybrid. A latere, numerosissimi sviluppi delle varie RSR di classe GT, che sono da sempre in cima alle classifiche, BoP o non BoP. Del resto una marca che ti tiene in piedi il mondo delle corse, qualche vantaggio regolamentare riesce ad accaparrarselo. L'automobilismo sportivo è anche politica, e una Ferrari che oggi si lamenta del BoP per la propria 488 GTE ha forse la memoria corta e sicuramente anche la coscienza sporca per tanti episodi del passato sui quali non è neanche più opportuno ritornare. Beh, comunque, se "perdere smalto" significa vincere tutto quello che c'è da vincere, con soluzioni sempre raffinate e con un'organizzazione seconda a nessuno, sapete che vi dico? Vi auguro di perdere smalto esattamente come ha fatto la Porsche dall'uscita del Cayenne. 

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