Oggi i vari Politoys, Solido, Dinky e Corgi degli anni sessanta sono ricercati dai collezionisti di obsoleti, che riescono ad apprezzarli per quello che erano, ossia dei giocattoli, per quanto ben costruiti. Gli appassionati di modellismo dell'epoca, invece, quelli che montavano i kit e apprezzavano le varie produzioni di punta, vedevano in ciascuno di questi modelli un'occasione perduta. A livello di diecast c'era già Brumm, che tuttavia alternava riproduzioni ottime ad altre decisamente scadenti; c'era Rio, c'era stata Dugu, ma il periodo preso in considerazione (1900-40 circa) non era in grado di soddisfare le richieste di chi puntava soprattutto sugli anni recenti o sull'attualità. Nel catalogo di una delle famose borse di scambio di Woluwe (Bruxelles) apparve una buffa vignetta ad opera di un grafico locale che testimoniava la rabbia con la quale i collezionisti potevano accogliere qualche riproduzione decisamente... fuori parametro. Ce n'è per tutti i gusti, dalla Ford GT40 di Solido (caratterizzata da tutti i dettagli del cofano riprodotti da una semplice decal) alla Ferrari 500 della Brumm, paragonata a un'Auto Union, dalla ridicola Porsche Carrera RSR Turbo di Shinsei alla Lotus Europa di Politoys.
Gli occhi per giudicare i collezionisti li avevano anche allora. Alcuni di quei modelli presi in giro in quella vignetta hanno avuto nel tempo la loro rivincita, ma chi desiderava una riproduzione fedele al prezzo competitivo senza svenarsi con uno speciale avrebbe dovuto attendere ancora diversi anni...
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