09 marzo 2018

L'unica soluzione per continuare. La Goldvarg Collection


Un richiamo vagamente vintage per le scatole della
nuova Goldvarg Collection. 
Era il 1990 quando l'argentino Sergio Goldvarg e sua moglie Mariana decisero di lanciare una gamma di modelli montati in metallo bianco. I soggetti prescelti furono vetture americane degli anni cinquanta e primissimi sessanta, in uno stile vicino a quello di alcuni produttori britannici. I Goldvarg, esatti nelle forme, erano modelli molto robusti e pesanti. La produzione continuò con il trasferimento di Goldvarg in Florida. Nel frattempo il modellista argentino accumulava una collezione personale impressionante, entrando una prima volta nel 2007 nel Guinness dei primati con una raccolta di 7000 pezzi, che nel 2009 erano già diventati 12.000. Alcuni dei Goldvarg furono stampati dalla britannica SMTS, con costi che si possono immaginare. E furono proprio i costi crescenti a determinare la sospensione della produzione tradizionale in metallo bianco. Nel 2017, la decisione di rientrare nel mondo dei marchi del modellismo, stavolta in un modo più "moderno": quasi inevitabile orientarsi sui resincast fatti in Cina ed è così che sono usciti i primi Goldvarg della nuova generazione.
La Ford Fairlane 1958 è uno dei primissimi modelli usciti
in questa serie prodotta in Cina. 
"Torch red & colonial white": i colori esatti sono specificati
sulla placca che riporta anche il numero di serie
del modello oltre all'esatta denominazione. Forse non molti sanno
che fra i primi produttori a citare l'esatta denominazione
dei colori fu la Vanguards alla fine degli anni '90. 


Ottenuta la licenza ufficiale Ford, Sergio Goldvarg ha scelto alcuni interessanti soggetti americani del suo periodo preferito, come la Fairlane del 1958 che vi presentiamo in questo thread. I modelli sono in edizione limitata e numerata e fra le caratteristiche della gamma vi è una scelta rigorosa dei colori originali con tanto di dizioni originali sulla placchetta della base e una presentazione piuttosto elegante. Piaccia o non piaccia, questa era l'unica soluzione valida per Sergio Goldvarg: certamente si è persa un po' di "anima" classica, ma i collezionisti ci guadagneranno con certe scelte originali. La resina di ottima qualità si accompagna a un grado di finitura al top in questa categoria. Le vetture americane non sono certo il massimo della semplicità e l'accuratezza degli abbinamenti dei colori, delle cromature e dei tantissimi particolari riportati non è in discussione. Ignoriamo la provenienza di questi modelli, ma quello che è certo è che Goldvarg ha saputo trovare laggiù in Oriente le maestranze adatte.
Moltissimi i dettagli e tutti generalmente ben realizzati. 
Perfetto il trattamento delle varie modanature. 

Alcune soluzioni tecniche non convincono appieno, come le "solite" vetrate plotterate su certi modelli (vedi Ford Country Squire del 1961), ma d'altra parte la moda dei resincast ha portato con se anche alcune discutibili consuetudini costruttive. Regolarmente il produttore annuncia l'esaurimento delle piccole serie via via realizzate; sembra quindi che la risposta dei collezionisti sia stata positiva. La distribuzione in Italia se l'è accollata la Miniminiera di Cuneo.
Cromature a go-go come nella migliore (o peggiore, secondo
le opinioni) tradizione americana anni cinquanta. Grande precisione
e finezza dei dettagli. 
I Goldvarg hanno già ricevuto numerosi riconoscimenti, anche
ufficiali, fra cui quelli di una rivista che non si è accorta che nel
frattempo Goldvarg era passato alla resina... Della serie: "le recensioni
fatte guardando le foto". 
I prezzi in Italia si aggirano sui 100 euro. Non sono pochi, ma non sono neanche un'esagerazione vista l'accuratezza dei modelli e anche il notevole controllo qualità, che su questa produzione non lascia passare esemplari difettosi o mal montati.

Nessun commento:

Posta un commento