12 gennaio 2016

Diecast e resincast: alcune prospettive per i prossimi mesi

La fine dell'anno e l'inizio della nuova stagione costituiscono sempre per i produttori l'occasione di diffondere lunghe liste di modelli "prossimi all'uscita". Sarà abbastanza interessante confrontare la teoria con la realtà dei fatti. Negli ultimi anni programmi faraonici sono stati via via ridotti, tornando a livelli più verosimili e abbordabili. Un paio di marchi che ancora producono novità a pieno ritmo sono Greenlight e Oxford.


Gli altri, soprattutto quello che hanno in catalogo riproduzioni da 80-90 euro, sono scesi a più miti consigli. Case che fino a poco tempo fa non risentivano ancora di una certa saturazione di mercato, come AutoWorld, hanno dovuto rivedere in parte i loro programmi, e nel frattempo è arrivata un'altra fascia di prodotto, quella rappresentata dai vari RBA e Whitebox che poggiano sulla riedizione low-cost di modelli che in un recente passato occupavano i cataloghi di produttori di fascia più alta.



Ovviamente si tratta di una strategia mordi e fuggi, che funzionerà a breve-medio termine, finché il mercato non si saturerà del tutto. Parzialmente in quest'ottica si colloca il ritorno di Solido, la cui intenzione sarebbe quella di colmare delle lacune lasciate qua e là dai vari produttori (soprattutto in 1:18, visto che per ora la gamma 1:43 è decisamente banale): ma gran parte dei modelli già annunciati è già disponibile presso altri fabbricanti e su eBay si trovano centinaia di questi prodotti - che peraltro nessuno compra - a prezzi irrisori, inferiori alle stesse spese di spedizione.


Quanto alle produzioni in resina, non si può dire che il 2015 sia stato avaro di nuovi marchi, di soggetti inediti e di uscite talvolta sorprendenti, come Auto Cult - e mettiamoci pure Donngguan o Mini Miniera con le due ottime raccolte di concept car Pininfarina e Bertone.

Alcuni marchi si sono buttati su soggetti di estrema nicchia, arrivando a fare cose che fino a qualche anno fa sarebbero state impensabili. Ma dal riflusso di centinaia di resincast in scala 1:43 e 1:87 su mercati alternativi testimonia come nella maggior parte dei casi i numeri di produzione corrente (300-400 esemplari) sono eccessivi per le reali capacità di assorbimento di modelli a prezzo pieno. Probabilmente i produttori si orienteranno su numeri ancora più bassi (150-200?), visto che i rivenditori costretti a svendere articoli giacenti invenduti da mesi se non da anni, saranno costretti a tagliare abbastanza drasticamente le loro ordinazioni future. Per quanto riguarda l'1:18, che nel biennio 2014-2015 ha vissuto un vero e proprio boom, andando a disturbare alcune produzioni artigianali di bassa qualità e prezzo eccessivo, esistono ancora buoni margini di crescita, ma personalmente dubito che la tendenza continuerà sul livello degli anni passati, anche per raggiunti limiti di... spazio da parte dei collezionisti.

Chi pensa che l'1:18 possa costituire una seria risposta alla crisi del mercato commette un errore di valutazione, a meno di non essere in grado di proporre modelli ai prezzi di OttOmobile. In alternativa, alcuni, come Norev e Modelcarworld, hanno tentato la strada del diecast curbside. E' ancora presto per capire se questa nuova sub-categoria avrà un convincente futuro.

L'impatto della situazione economico-finanziaria cinese sul mercato degli automodelli (una situazione peraltro perfettamente spiegabile e prevedibile, che alcuni economisti hanno definito "febbre da crescita") è ancora abbastanza difficile da valutare nella sua effettiva portata. Se certe tendenze di confermeranno, in Cina resteranno probabilmente le produzioni più economiche, con i produttori costretti a spostare le loro risorse in continenti dove la manodopera costa meno. Già alcuni come Solido producono i modelli in Bangladesh, altri ancora stanno valutando l'opportunità di puntare sull'India, non sempre seguiti dall'entusiasmo dei collezionisti che temono un generale calo della qualità di realizzazione e/o di montaggio (Airfix, ad esempio, ha annunciato che l'attesa riedizione dei propri leggendari kit sarebbe stata dirottata in India, cosa che ha significativamente raffreddato l'entusiasmo di tanti collezionisti che avevano accolto la notizia con grande interesse).

In questo clima di trasformazione, è forse troppo attendersi delle risposte a breve termine, tantomeno dall'imminente Salone di Norimberga, che molti hanno ormai scelto di disertare e che non rappresenta più un termometro attendibile della situazione generale.

Nessun commento:

Posta un commento