Tornato da Le Mans, alcuni mi hanno chiesto che cosa me ne fosse parso di tutto il contorno modellistico che anno dopo anno caratterizza il villaggio e tutta la zona intorno alle tribune. Ebbene, credo che mai come questa volta si sia toccata la standardizzazione più banale, ed era tangibile la delusione di molti appassionati che in passato andavano a Le Mans non dico con lo spirito con cui si va a una borsa di scambio di modellismo, ma poco ci manca. Oggi tutto questo non è che un lontano ricordo. Lo è dai tempi della sostanziale riorganizzazione di tutta la zona riservata al pubblico, ma lo è ancor di più da due o tre anni a questa parte, nei quali l'assimilazione e la tendenza verso la globalizzazione intesa come povertà hanno preso sempre più piede. Annotazione spicciola, quest'anno il negozio principale Spark, quello nella piazzetta, era passato da un lato all'altro del quadrilatero di cemento; più o meno gli stessi i contenuti, seppur con uno spazio sempre maggiore dedicato all'1:18. Non molti i negozi al di là della sede dell'ACO, mentre sotto la tribuna Michelin e dintorni si trovavano i soliti che non mollano, da Angers Miniature a Chater's, irrinunciabile per gli appassionati di libri. Ma l'impressione, lo ripeto, era quella di un grande, un po' triste, déjà-vu. Di speciali, pochissimi; hanno anche mollato il colpo quelli che si illudevano di portare modelli montati, lasciarli ad Angers e tornare la domenica pomeriggio sperando che qualche incondizionato avesse spolverato tutto. Quest'anno, da spolverare c'era solo la...polvere che in un anno si era accumulata su modelli visti già nel 2014 e forse anche nel 2013. Potete rifarvi gli occhi con questa simpatica Porsche 911 RSR metà reale e metà Lego, che campeggiava in bella vista nella piazza principale all'interno del circuito. Finirà che a Le Mans si andrà solo per vedere le auto vere!
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