08 luglio 2013

A proposito di Spark: qualche considerazione e novità

Dove sono le due Porsche 907 LH di Le Mans '67 messe in vendita da Spark a Le Mans? E le due 910? E le 904 Carrera GTS, le due Rondeau M379? Niente. In compenso, le novità di Spark di questa settimana sono succose, ma non si capisce perché non seguano l'ordine che era lecito aspettarsi osservando quanto offriva il marchio francese in occasione dell'ultima 24 Ore (e per fortuna, stavolta la concorrenza in loco, come Modelissimo, aveva ricevuto una fornitura di quei modelli). Fresche di fabbrica, in assenza delle due vetture di Le Mans, ecco le tre 907, sempre a coda lunga, protagoniste della storica tripletta alla 24 Ore di Daytona del 1968; un arrivo in parata, che si ispirava chiaramente a quello architettato da Franco Lini l'anno precedente. Nella serie dei vincitori di Daytona (43DA68), la vettura numero 54, riprodotta con tanto di scotch nero che fermava alla bell'e meglio la portiera sinistra; nella serie normale, le altre due macchine, la 51 (S2986) e la 52 (S2985). Si tratta come al solito di modelli molto ben fatti, di cui credo si sia occupato Viranet, come nel caso nella 910.
Le protagoniste della tripletta di Daytona 1968. 

Ed ecco un altro modello lungamente atteso, la March 83G vincente a Daytona nel 1984, quella con lo sponsor Kreepy Krauly. Anche in questo caso la scelta è estremamente valida, perché di questo tipo di vetture credo ci sia molta richiesta, a distanza di anni dai modelli AMR e come alternativa ai ben più costosi Marsh Models. In tema di March IMSA le scelte sono pressoché infinite e c'è da credere che dopo questa vincente di Daytona (43DA84) sarà il turno di altre versioni americane e di Le Mans. A proposito della March, l'occasione è buona per ricordare una parte di conversazione avuta con Luigi Reni proprio all'ultima 24 Ore di Le Mans.
La March 83G vincitrice della 24 Ore di Daytona 1984 con Van der Merwe / Duxbury / Martin. 

Ho fatto notare a Luigi come su alcuni dei modelli Spark la finitura troppo cromata dei cerchi finisca per guastare un po' l'effetto generale, Luigi ne ha convenuto, rispondendo che già in passato aveva provato a proporre altre soluzioni ma senza seguito. Del resto, anche limitandosi a dare una mano di alluminio opaco sul cerchio di plastica, l'effetto è già molto più realistico, ed è quello che Spark sta facendo sempre più spesso laddove necessario, partendo dapprima da alcune serie speciali per poi estendere la pratica anche alla produzione normale.
Chiudo questa breve rassegna con una terza segnalazione; di Ford GT40, Spark e Bizarre ne hanno fatte già tante, ma questa merita una menzione speciale. Si tratta della vettura "tedesca" sponsorizzata da Auto Zeitung, che corse a Le Mans nel 1969 (art. S4066), ottenendo un sesto posto con Helmut Kelleners e un certo Reinhold Joest. Un pezzo di storia dell'automobilismo tedesco e una variante insolita e cromaticamente attraente.
La Ford GT40 sponsorizzata da Auto Zeitung meriterebbe una trattazione a parte. 

4 commenti:

  1. Sbaglio o anche l'italiana Bang aveva fatto nella serie 1000 la Ford GT40 Watkins Glen '69 con gli stessi colori della versione Le Mans, sempre dello stesso anno, proposta da Spark?
    Riccardo

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  2. Ciao David,avrei una cortesia da chiederti che esula da questo argomento,e sarebbe sull'uscita della Bmw 2002 turbo gr.5 rodenstock in configurazione della seconda parte della stagione 1977 del DRM,perche' ho un paio di Scala43 e vorrei metterle a confronto per capire se la differenza di prezzo è giustificata non soltanto da una tiratura di 100 pz nel caso della Bmw di Scala43. ti ringrazio per la risposta edel tuo parere sempre ben apprezzato.Ti saluto e alla prox Guido

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    1. Ciao Guido. Premesso che le 2002 Turbo Rodenstock sono nei piani di Spark e che dovrebbero uscire fra non molto, il discorso secondo me assume una valenza più generica: gli Scala 43 erano (sono) dei bei modelli, e i factory built erano generalmente ben fatti anche se su alcuni esemplari ho riscontrato alcuni difetti poco compatibili col prezzo richiesto. Se non sbaglio erano fatti montare nell'Europa dell'est. Il discorso della tiratura limitata vale fino a un certo punto perché una volta esauriti i numeri, Scala 43 continuava a produrre factory built senza l'etichetta della numerazione, e questo per alcuni modelli di maggior successo, fra cui alcune BMW 2002. E' chiaro che uno Spark abbia un rapporto qualità/prezzo superiore a quello di un factory built Scala 43, che risale oltretutto a diversi anni fa e che non potrà avere certe raffinatezze cui ci hanno abituato i più recenti Spark. I soggetti principali di Scala 43 sono in netto "conflitto" con gran parte dei programmi futuri di Spark e questo avrà inevitabilmente un impatto sulle quotazioni dei primi. Tanto per fare un esempio, è uscita di recente la Golf Kamei che Scala 43 aveva fatto a suo tempo e in quel caso, almeno per un po', gli Scala 43 subiranno un deciso ribasso sul mercato. Questo discorso ci porterebbe abbastanza lontano, anche se sarebbe interessante affrontarlo. In sintesi, Spark non rappresenta più una nicchia non in grado di influenzare le vendite e le produzioni degli artigiani, ma al contrario è una costante "minaccia" alle varie serie limitate dei piccoli produttori tradizionali, europei, americani o giapponesi che siano.

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    2. la produzione di Spark è sempre interessante e forse il lanciare dei modelli in numero ltd in certe occasioni e poi attendere un pò per far arrivare il resto sui mercati fa parte di una certa strategia di mercato
      Di recente, delle loro novità ho preso la bella e atipica per il tipo di gara Bmw 2002 Heidegger che corse a Le Mans del 75, modello che forse è passato quasi inosservato , anche se degno di considerazione e la Beta Montecarlo Martini Le Mans 81 che non è una novità assoluta, ma rispetto alla Best è di un'altro pianeta, ad un costo solo leggermente superiore
      SVR

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