Madyero Porsche 935 IMSA Andial Miami e Sebring 1983, modelli speciali montati in resina, scala 1:43. |
Tanto per iniziare, un po' di storia: molti sapranno già che nel campionato IMSA degli anni ottanta correvano diverse Porsche 935 che ormai della 935 avevano ben poco. Costruttori indipendenti come Fabcar e Gaaco avevano sviluppato telai e meccaniche molto spinte; fra questi vi era la Andial di Alwin Springer, Arnold Wagner e Dieter Inzenhofer che nel 1983 approntarono una vettura la cui carrozzeria ricordava le linee della 935/78 Gr.5 "Moby Dick". Non era la prima volta che qualcuno si ispirava a questa variante aerodinamica: già all'inizio degli anni ottanta Reinhold Joest e John Fitzpatrick avevano sperimentato una carrozzeria della 935/78 sui loro telai. Ovviamente le modifiche fatte dalla Andial non si limitavano al guscio esterno: tutta la vettura era profondamente rielaborata, con un abitacolo completamente diverso, un rollbar integrale provvisto di vistose barre trasversali e un motore rielaborato e ottimizzato per i circuiti americani.
La versione 12 Ore di Sebring 1984 è inedita. |
La vettura che giunse terza alla 12 Ore di Sebring. I modelli Madyero sono in resina con particolari in metallo bianco, fotoincisi e torniti. |
Il modello Madyero riproduce il secondo telaio costruito da Andial, in configurazione 1984: la prima versione è relativa alla 3 Ore di Miami, che si disputò alla fine di febbraio. Questa versione era uscita già una ventina di anni fa col marchio Remember, ma erano ancora i tempi in cui la documentazione scarseggiava, e la carrozzeria era stata stampata con una coda lunga che non corrispondeva alla realtà. Nel frattempo anche la MA Models di Michael Arensdorf aveva inserito in catalogo questo modello, realizzato con la qualità abituale di questi modelli: piuttosto grezzi, richiedono parecchio lavoro per tirarci fuori qualcosa di valido, anche se i soggetti sono sempre molto interessanti.
Molti i dettagli di ottimo livello. I cerchi sono torniti. Particolarmente realistici i coni autoventilanti. |
Alla versione di Miami (piloti Foyt e Wollek), è stata affiancata anche quella della 12 Ore di Sebring, sicuramente più interessante dal punto storico: in quell'occasione Derek Bell, A.J. Foyt e Bob Wollek portarono la 935 Andial, iscritta in categoria IMSA GTP da Preston Henn, al terzo posto assoluto.
La coda della 935 Andial configurazione 1984 era corta. |
Naturalmente questi modelli non sono fatti per chi evita di mettersi in collezione pezzi di prestigio adducendo come scusa quella di "aspettare Spark". Per fortuna collezionisti a collezionisti di questo tipo si affiancano appassionati più competenti, che magari preferiscono la qualità alla quantità. A nostro parere, passata l'illusione del "tutto a poco", resterà a galla chi saprà proporre un prodotto valido, con i crismi dell'originalità e anche dell'esclusività a un prezzo sì competitivo, ma che resterà comunque raggiungibile solo da una piccola fascia di collezionisti; saranno però quelli pochi ma buoni, in grado di fare la differenza fra un prodotto dozzinale e un prodotto di élite.
Per il posteriore, è stata condotta una ricerca storica approfondita per riprodurre tutti gli elementi in vista. |
La versione di Miami differisce da quella di Sebring per diversi piccoli dettagli. |
Nella versione di Miami gli autoventilanti sono piatti. |
Dal lunotto di intravede una parte del complesso rollbar. |
Dettaglio dei cerchi della versione Miami. |
A Miami i fari erano schermati. Anche a Sebring la vettura partì con delle protezioni, in quel caso bianche, che vennero ovviamente tolte nel corso della gara. |
Lo chassis del modello Madyero. |
Sulle 935 Andial il cruscotto era completamente diverso rispetto alle vetture standard, così come il rollbar e tanti altri elementi dell'abitacolo. |
Buongiorno a tutti gli amici collezionisti, per me, realizzare una miniatura, non è lavoro, ma è una sfida, una passione, un divertimento, concretizzare questo modello non è stata una cosa facile, per la carrozzeria, è bastato modificarne una del grande Andrè, ma l'interno, e il telaio, sono stati fatti tutti nuovi, quanto si era visto fino a ora era tutto inventato, la comparsa su internet delle foto dell'abitacolo, sono state determinanti, fino a che tutti gli elementi non sono stati a posto, il modello a dormito in un cassetto, il risultato è impressionante, raramente mi era capitato, che a disfarmi dei miei montati, provassi qualcosa, ma questa volta ho avvertito un sottile dispiacere. La soluzione di alcuni miei problemi privati, mi ha ridato l'entusiasmo dei vent'anni, quindi aspettatevi interessanti realizzazioni. Un saluto particolare, a una amica, del Mugello, appassionata di motori, a cui tanto tempo fa avevo regalato alcuni miei modelli, preoccupata sulla continuità di questa mia attività. Un saluto anche agli amici che nel momento di difficoltà, mi hanno sostenuto moralmente, e materialmente.
RispondiEliminaMi congedo, come qualcuno mi ha definito su questo blog, "mitico Madyero".
un grande saluto a tutti, Pier Luigi.