08 luglio 2017

Quando il tempo è galantuomo: le stranezze del collezionismo

 Mi trovavo questa settimana a pranzo con due amici di lunga data, competenti modellisti e conoscitori dell'automodellismo. Con loro spesso la conversazione cade sul tema dei "nuovi collezionismi" e sull'evoluzione che il settore ha imboccato in questi ultimi anni. Ironia della sorte, non è un nuovo prodotto che ha fatto scaturire qualche riflessione, ma un bello stock di vecchi modelli Progetto K, di quelli che fino a 4-5 anni fa nessuno voleva e nessuno sembrava apprezzare. Dicevi Progetto K e tutti storcevano la bocca, di fronte al miracolo dei modelli da edicola - loro sì, pieni di dettagli e disponibili per pochi euro, mentre i Progetto K dovevi pagarli "moltissimo". Come del resto i Rio, i Bang e i Best, insomma la produzione italiana che mostrava le crepe di una crisi sistemica che si allargava a macchia d'olio anche nel collezionismo di automodelli. "Guarda questi modelli - ci siamo detti l'un l'altro - hanno anche 20-25 anni e non c'è una piega nella verniciatura. Perché la zamak era di buona qualità, perché le verniciature erano fatte a regola d'arte. Oggi la Progetto K non esiste più e giù tutti a versare lacrime di coccodrillo. Poi c'è capitata in mano un'Alfa Romeo Giulietta SS, produzione Metro per le collezioni da edicola.
 
Qui altro che crepe: ci sono gli attacchi del tempo che fra poco non trovi neanche su un Dinky del periodo della guerra, fatto per forza di cose con materiali di scarto; per non parlare dei Dinky e Corgi degli anni cinquanta e sessanta, tutti ancora allegramente indenni dalle ingiurie del tempo. Molti dei collezionisti di questa roba scadente sono gli stessi che all'epoca boicottavano le marche di casa nostra, e si riempivano ugualmente le case di modelli pagandoli due lire. Alla fine avranno speso le stesse cifre se non di più, per avere nelle loro vetrine degli oggetti impossibili da rivendere, ormai buoni per il cassonetto dei rifiuti non differenziati. E' cresciuta la schiera dei collezionisti frustrati e delusi.


Mancanza di esperienza, febbre dell'accumulo, assenza di un vero spirito collezionistico? Le cause sono tante. E chi ha fatto a suo tempo le cose usando un minimo di discernimento adesso è al riparo da brutte sorprese. Collezionisti non ci s'improvvisa. Waste in, waste out, dicevano gli informatici dei primordi. "Spazzatura metti, spazzatura esce", e il concetto vale anche per le vetrine dei collezionisti.

3 commenti:

  1. Anche la mia SS Targa Florio ha gli stessi problemi, peccato, perché il soggetto è interessante. Per contro ci sono edicolosi senza problemi e di cast da negozio di marchi famosi con le stesse problematiche. La discriminante pare proprio essere il made in China e le sue disomogeneità qualitative anche all' interno dello stesso marchio.
    Con il made in Italia il problema non si pone, non solo con i Progetto K, ma anche con i ben più datati Politoys, Mebetoys ecc., ancora belli lucidi e integri nelle nostre vetrine

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  2. Sì, certo, gli obsoleti made in Europe sono fuori discussione. La partite di zamak non sono tutte uguali, ma indubbiamente in Europa si sono usati materiali migliori. Anche nella recente visita a Brumm che ho fatto per Modelli Auto, Rio Tattarletti mi mostrava i lingotti di zamak che sono tutti di ottima qualità, con degli standard più che adeguati all'uso modellistico. In Cina la situazione è molto più fluida e rischia spesso di sfuggire anche ai controlli più superficiali. Senza contare altre implicazioni a livello di salute su cui sono state già fatte alcune inchieste.

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  3. Purtroppo l'avvento in massa degli edicolosi, oltre ad alcuni aspetti positivi , ha anche falsato il mercato: è stata una toccata e fuga che é durata una decina di anni, che ha inondato il mercato di modelli ,in alcuni casi di dubbia qualità , e che ha messo in crisi i produttori europei e nazionali che si sono visti invadere anche le loro redditizie nicchie ( es. Forze dell'ordine o Alfa...).
    Tornando ai problemi qualità, purtroppo i problemi non sono prerogativa esclusiva degli edicolosi, ma hanno colpito anche i costosi diecast di marchi prestigiosi, costruiti in Cina, mandando in collera collezionisti di tutti il mondo che si son ritrovati diecast che dopo pochi anni avevano la vernice rovinata.
    SVR

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