09 febbraio 2015

Rassegna stampa: Auto Modélisme 208 e 209

Recensiamo in un unico intervento i primi due numeri dell'anno di Auto Modélisme, che si contraddistinguono per una bella ricchezza di contenuti. Nel 208 si celebra giustamente Bertrand Azéma, scomparso di recente a causa di una terribile malattia. La vedova di Azéma ha deciso di mettere all'asta una porzione della celebre collezione dello specialista della Solido, devolvendo il ricavato alla ricerca sul morbo di Alzheimer. Auto Modélisme dedica un giusto omaggio alla figura di Azéma, autore delle più importanti opere bibliografiche sulla storia della Solido, e ad alcuni notevoli pezzi della sua collezione, una delle più importanti nel settore, se non la più importante in assoluto. Sorvoliamo le inevitabili recensioni sulle cineserie per dedicarci al bel montaggio del kit BMW M3 DTM 2012 della Revell in 1:24, montaggio completato poi nel numero successivo. Belle le schede sul Rally Montecarlo 1973, che propongono alcune vetture insolite. Il numero 209 è decisamente focalizzato su alcune anteprime di Rétromobile, con la Porsche 906 Carrera 6 di Profil24 che campeggia sulla parte superiore della copertina. Si anticipano anche un paio di diorami destinati all'esposizione di Parigi e si esegue anche un bel test sulla Porsche 914/6 di SRC in scala 1:32, un articolo tecnico e pratico che farà sicuramente la felicità degli specialisti del settore. La recente scomparsa del disegnatore Wolinski nell'ultimo terrificante attentato di Parigi è l'occasione per un dovuto omaggio alla Porsche 911 GT2 di Le Mans 1998, di cui viene riproposta la "fiche" pubblicata a suo tempo nel primo Hors Série di Auto Modélisme, integrata però da ulteriori immagini scattate da Daniel Dormoy e Claude Parpex. I numeri 208 e 209 di Auto Modélisme sono strettamente legati fra loro anche per un altro paio di articoli lunghi, dedicati alla Ford GT40 a Le Mans (una bella ed erudita carrellata fra modelli speciali e industriali) e alle Mercedes stradali. Nel numero 209, la Ford GT40 è trattata nelle sue riproduzioni industriali, con una storia degli obsoleti dalle prime uscite (Solido, Politoys...) fino ai nostri giorni. Il pregio di questo articolo, a differenza di quanto si è vista nel passato soprattutto in alcune riviste nostrane, non è una pedestre e acritica sommatoria di modelli, ma un tentativo di collocare le varie riproduzioni nel loro tempo, fornendo ai lettori meno esperti o... più giovani un'interessante chiave di lettura.
Superato definitivamente un periodo decisamente scialbo, in cui il mainstream dominava, Auto Modélisme sembra avere definitivamente assunto una veste che coniuga felicemente le esigenze del moderno con l'importanza della storia e del passato.






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