29 novembre 2014

Elogio della rarefazione

Parto da lontano. Oggi, fermandomi per un'oretta in una bella libreria in Via dell'Oriuolo a Firenze, di quelle che ancora resistono con libri d'epoca, ma tutti scelti con un certo rigore e senza dubbio grande gusto, la mia attenzione è caduta su un volume stampato nel 1974, che racchiude un'ampia scelta di lettere di Ottone Rosai. Già trovare quel libro è stato un piacere, che mi ha riportato indietro nel tempo a quando questo tipo di opera, per quanto "serio", non era ancora farcito da note, postille, introduzioni e introduzioni di introduzioni, caratteristiche tanto utili quanto "pesanti" che contraddistinguono la più parte della letteratura di ricerca o di compilazione al giorno d'oggi. L'associazione di idee da quel libro rarefatto ma denso allo stesso tempo a qualcosa di maggiormente attinente al tema di questo blog è venuta dopo. Anni settanta, una certa idea di semplicità, forse anche ingenua a guardarla con gli occhi di oggi. Eppure quasi per associazione di idee mi sono venute in mente le volte in cui ho manifestato la mia ammirazione per alcuni modi di presentare o di vivere una collezione, nella fattispecie di modelli. In una mostra a Calenzano di qualche anno fa c'erano alcune belle vetrine composte da modelli Rio, Togi o di altre marche "classiche", inframezzati da accessori d'epoca, come stemmi, libretti di uso e manutenzione, vecchi contagiri o altri tipi di memorabilia. Una combinazione di cui con un caro amico collezionista ho spesso parlato. La sua vicenda di collezionista è quantomeno frammentaria, ma il denominatore comune direi che sia la passione per il bell'oggetto, alla base della quale una delle colonne è costituita dal fascino del giocattolo d'epoca. Parlandone con lui, spesso siamo arrivati a immaginare (e lui anche materialmente a costituire, avendo delle vetrine a disposizione) delle composizioni che possano valorizzare al meglio gli oggetti. Ecco che qualche giorno fa, senza particolari intenti artistici, ho cercato di riprodurre quella che sarebbe una vetrina se mai ne avessi una. Un tema probabilmente un po' troppo recente per il mio amico collezionista, ma penso che se la vedesse (mi auguro che stia leggendo la pagina di questo blog) ne sarebbe soddisfatto. Basta in realtà poco, anche se i pezzi, per mia personale formazione, devono essere in ottime condizioni. una Fiat 1300 Berlina in scala 1:20 della Politoys, uno stemma Fiat (tra l'altro fabbricato dal famoso produttore Franco Ragni), un libretto d'uso e manutenzione originale. Un angolo a tema, come ce ne potrebbero essere tanti altri. Ma guardate come già un banale modello in plastica, seppure raro e particolarmente pregiato nel suo genere, riesce a guadagnare dalla presenza di altri oggetti attinenti al tema. Bisogno di normalità?

Nessun commento:

Posta un commento