12 dicembre 2014

La collezionite e un percorso quasi casuale


A volte è proprio come se i libri venissero a cercarci. Questo thread inizia prendendola un po' alla larga, ma i percorsi non sono mai così casuali come sembrerebbero. Guardando alcuni volumi alla libreria francese di Piazza Ognissanti a Firenze, decisi alcune settimane fa di acquistare un libro edito da Le Passage, un saggio sulla Parigi dell'Ottocento. Ahinoi, questo libro si rivelò talmente deludente e mal scritto che decisi di comunicare tutto il mio malcontento all'editore. Nel cercarne l'indirizzo e-mail, fu inevitabile di dare una scorsa al resto dei titoli in catalogo, non foss'altro che per la curiosità di sapere se altri titoli fossero tanto allettanti come quello che mi aveva attirato alla libreria francese. In realtà uno lo trovai quasi subito, nel catalogo virtuale, un librino di un certo Emmaniel Pierrat, intitolato La collectionnite.

L'ennesimo libro sulla storia del collezionismo, pensai. E invece no. Ordinato su e-bay a prezzo stracciato (evidentemente non è stato propriamente un best seller), è arrivato in questi giorni e me lo sono divorato in due balletti. No, dicevo, niente storia del collezionismo. Per quello ci sono già le pagine di un Maurice Rheims o di un Pierre Cabanne, che vi consiglio comunque di leggere. Qui invece ci sono ritratte le piccole manie, le assurdità psicologiche (psichiatriche verrebbe da dire) di collezionisti di ogni tipo. Nel tempo, mi sono accorto della patologia latente, o magari anche patente, di alcuni comportamenti, miei e di certi colleghi collezionisti. Oggi non ho un modello preferito e mi fanno anche un po' ridere quelli troppo attaccati agli oggetti. Ecco perché sto forse un po' deviando dal collezionismo puro e semplice che rischia di diventare mero affastellamento, sommatoria acritica e un po' confusa. Perché forse la vera chiave è che i modelli vanno e vengono, è la passione che rimane.

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