01 febbraio 2017

Lancia Fulvia 1300HF e 1300S di Best Model: aggiornato il vecchio Rio


Di modelli diecast italiani aggiornati, risalenti agli anni ottanta-novanta ce ne sono ancora molti in giro: basti pensare alla Ferrari 250 GTO della Box Models (1984...!) oggi nel catalogo Brumm o ai vari Best/Bang rimessi un po' a nuovo. Fra i modelli di questo tipo ci sono alcuni Rio che Best Model sta riproponendo con diverse migliorie, pur senza stravolgere in modo radicale lo stampo. Dopo la serie delle auto antiche, venti-venticinque anni fa la Rio si mise a produrre vetture più recenti, per accontentare i collezionisti dell'1:43 che lamentavano ancora enormi lacune nell'offerta contemporanea. Era dai tempi di Mercury / Solido / Corgi / Dinky che i produttori non mettevano le mani su certi soggetti, e gli standard qualitativi del marchio Rio costituivano tutto sommato una buona garanzia. Uscì fra questi modelli la Lancia Fulvia, e personalmente ricordo come anche a Firenze, nel negozio di Rocchi in Via Vittorio Emanuele, i collezionisti facevano a gara ad ammirare il motore riprodotto tutto sommato bene nel cofano apribile. Del resto le vetture antiche della Rio avevano nella maggior parte dei casi il cofano asportabile con la riproduzione del propulsore; questa scelta per così dire "di famiglia" era quindi perfettamente logica in un modello come la Lancia Fulvia, anche se in seguito su modelli come l'Alfa Romeo Giulietta Berlina o sulla Fiat 128 il costruttore italiano avrebbe rinunciato a ogni apertura, a vantaggio della fedeltà delle linee. 


Oggi la M4 di Pesaro possiede gli stampi Rio ed è quindi logico che cerchi di sfruttarli nel miglior modo possibile; le "vintage" continuano a uscire con lo storico marchio, mentre alcune realizzazioni più recenti vengono ora vendute come Best Model. E' uscita in questi giorni una duplice versione della Lancia Fulvia, una 1300S in un elegante blu con interni rossi (art. 9645) e l'inconfondibile 1300HF in amaranto Montebello con banda gialloblu (art. 9646). 

Il modello, come detto, è il Rio, ma sono molte le modifiche di dettaglio apportate. Innanzitutto, le fotoincisioni hanno fatto la loro comparsa, sostituendo le cornici laterali in zamac (ed è questa la modifica più notevole dello stampo). Ora fotoincisi anche i tergi, la presa sul cofano e il bel volante. Onestamente dobbiamo dire che lo sforzo per fare qualcosa di valido si vede, La verniciatura, anche se un po' troppo spessa (lo era già sui modelli d'origine) è comunque perfetta, senza un difetto e lucida come si conviene a una vettura stradale. 

Le decals sono applicate con cura e il livello di montaggio è in genere più che buono. Fotoincisa anche la calandra (prima era in plastica cromata) e dei fari ottici come quelli impiegati sui modelli speciali hanno sostituito i vecchi fari in plastica con pastiglia trasparente, che avevano ormai fatto il loro tempo. Le cornici dei vetri anteriori e posteriori sono tampografate. All'interno troviamo lo specchietto retrovisore, la riproduzione molto realistica del cruscotto, i pannelli delle portiere con la riproduzione in decals delle maniglie e degli alzavetri, segno che alla M4 hanno pensato a rinnovare il modello al massimo delle loro capacità. 


Per contro il cofano non chiude perfettamente, ma per fortuna è un particolare che non si nota moltissimo. Queste due versioni si aggiungono alla 1.2 Coupé (art. 9637) e alla 1.2 Rallye Tour de Corse 1965 (art. 9638). Il prezzo oscilla fra i 59 e i 69 euro secondo la versione. Certo, è del Made in Italy doc e non ce la sentiamo di criticare la scelta di riproporre modelli aggiornati come questo, tantopiù che le migliorie sono davvero tanti e danno vita a un prodotto tutto sommato equilibrato e gradevole. 


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