26 giugno 2020

Porsche 917LH Martini Le Mans 1970 Kauhsen/Larrousse di Spark (S0918) 1:43

Spark S0918, Porsche 917LH Martini Racing
Le Mans 1970 Larrousse/Kauhsen. 
Le Mans '70? Tranquilli, non ve la meneremo per l'ennesima volta con Steve McQueen, il film e i presepi. Nulla. Solo un modello, peraltro molto atteso, perché Spark quest'anno sta tirando fuori dei pezzi da novanta, almeno per quanto riguarda i soggetti. In tema di 917 si è cominciato con la riedizione della 917 corta Gulf per continuare con la 917LH Martini che giunse seconda nel 1970 con Larrousse e Kauhsen. Un classico in ogni collezione, e prima o poi Spark, che ci ha girato intorno per anni, doveva metterci le mani. Forse hanno atteso che si ricreasse il mercato per un modello tutt'altro che inedito, forse volevano fare davvero le cose per bene. Chi aveva il kit Provence Moulage poteva dirsi messo già abbastanza bene, tutto dipendeva da come si era in grado di montarlo, o di farselo montare. Sia come sia, Spark si è decisa, e del resto il master lo aveva già in carniere. Forse alcuni ricorderanno la vettura bianca dei testi di Le Mans (quella col numero 21) che anni fa era uscita nella serie limitata francese (750 esemplari), con la referenza SF061. E fra una settimana circa toccherà alla 917LH Salzburg, sempre di Le Mans 1970. 
A prima vista il muso potrebbe sembrare un po' tozzo. Non è
facile dare un giudizio definitivo, anche perché
le corrispondenze con le foto della vettura reale
sembrano giuste. La parte inferiore del bollo bianco
del numero di gara è comunque troppo distante dal bordo
della carrozzeria. 
Una foto molto conosciuta della 917LH di
Le Mans 1970. Notare i coprifari del tipico
colore giallo, particolare che stavolta
è stranamente sfuggito a Spark. In altre
immagini tuttavia questi elementi
sembrano trasparenti. 
Tornando alla Martini, una delle principali caratteristiche di questa vettura è naturalmente il colore. Quel colore maledettamente a metà strada fra il blu e il violetto, che sfugge sempre, ambiguo e beffardo neanche fosse Diabolik. Spark sembra averlo azzeccato. In foto è quasi impossibile ritrarlo nella sua corretta sfumatura, ma posso confermare che dal vivo, quella nuance così ineffabile sembra azzeccata. All'ombra il modello dà più sul violetto, alla luce sembra più blu. 
Ottimi i fari posteriori, plastica trasparente.
Non manca il tirante centrale dell'ala posteriore.
I due ganci sono in fotoincisione. 

Ed è quello che dovrebbe accadere, almeno stando alla documentazione in nostro possesso. Per il resto, anche questa LH ha le caratteristiche delle K (corte) di Spark: tutto è impeccabile (made in China), vetri laterali gialli con tanto di deflettore inciso, cerchi a cinque razze perfetti, accoppiati ad altrettanto perfetti pneumatici scolpiti. 
Notevole la pulizia del montaggio e perfetta la posa
delle decals. Notare la punzonatura post-verifiche
dell'A.C.O.
I cerchi sono eccellenti. La linea del passaruota
è forse un po' troppo alta? E' questa la ragione
del muso che appare non abbastanza slanciato?
La decorazione è in decals e sembra applicata da un robot. La versione prescelta è quella completa di nastro adesivo color avorio che bloccava il cofano posteriore e qualche altra chiusura (ad esempio in corrispondenza col gancio fermacofano posteriore sinistro, che evidentemente non bloccava a dovere). 
Gancio fermacofano in fotoincisione e... scotch
di rinforzo!

I vetri, in acetato, sono di una trasparenza e di una pulizia senza pari: qui siamo su livelli che farebbero impallidire modelli dal costo triplo o quadruplo, pur con tutto il rispetto per le piccole serie di speciali che continuano ad affascinarmi, indipendentemente dagli exploit di Spark. Non voglio dire che i marchi artigianali debbano mettersi a scimmiottare Spark (non sarebbe neanche nella loro natura), ma solo prendere esempio da alcune soluzioni anche progettuali che contribuiscono non poco a semplificare la concezione - e conseguentemente il montaggio - di un modello senza comprometterne la qualità finale, anzi. 
La parte inferiore con alcuni
tralicci del telaio e la parte inferiore del
motore, i cui dettagli sono evidenziati con
la tecnica del dry brushing.  
Perfetta la verniciatura. Quanto alla tonalità del
caratteristico blu-violetto, diremmo che
Spark ci ha azzeccato. 
Mi è stato fatto notare come forse il muso sembri leggermente corto. Ho osservato le foto: a volte sembra così, sotto altre angolazioni, invece, non emergono discrepanze. Eppure forse qualcosa che non va c'è, nascosto fra quegli enigmatici ghirigori verdi. 
Su questo Spark classico nel suo genere, c'è poco di nuovo da dire. I dettagli sono quelli che conoscete già. 
Tanti i dettagli semplici ma molto efficaci, quali la ventola,
le lucine di illuminazione, lo scotch che fissa il cofano
posteriore e i deflettori incisi nei finestrini laterali. 
Il rischio, in presenza di auto così importanti, è quello di sbagliare clamorosamente l'appuntamento. Ha fatto centro, Spark? Internet aiuta molto, consente di aggiungere e cambiare, correggere e tornare. Se dovessi oggi chiudere una recensione in rivista, con una precisa data di impaginazione, confesso che mi troverei in difficoltà a dare una risposta a una domanda perentoria come questa.  Guarda e riguarda il modello, non sono riuscito - per ora - a capire se quella che sembra una mancanza di slancio della sezione anteriore sia uno dei tanti effetti ottici dovuti alla riduzione in scala oppure nasconda qualche difetto nell'interpretazione delle forme. 

Aggiornamento del 14 luglio 2020: abbiamo pubblicato un confronto col vecchio kit Provence Moulage, visibile a questo link: https://grandiepiccoleauto.blogspot.com/2020/07/ancora-sulla-porsche-917lh-le-mans-1970.html
In questa immagine si nasconde forse la risposta alle
perplessità sulle linee del muso, che sembrerebbe un
po' tozzo (o corto?). Eppure tanti riferimenti sembrano
corretti. Forse c'è troppa poca distanza fra la punta
delle due NACA ai lati dei fari e la linea della carrozzeria,
con un allungamento insufficiente della forma della
copertura dei fari (vedi tratti rossi). 
E' questa la chiave della questione? 

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