25 novembre 2016

Norev: risolti i problemi di verniciatura? Un breve aggiornamento

Un recentissimo Norev in 1:43, la Citroen GS in
Camargue Blue (art. 158217)

Fra i tanti acciacchi che hanno colpito la produzione made in China nell'ultimo quindicennio, le carrozzerie sbriciolate di Norev sono state uno dei fenomeni più eclatanti; ma al di là di questo, se non si disintegravano, i Norev mostravano seri problemi di verniciatura, comuni a tante altre marche, con varie bolle, fioriture e altre reazioni, dovute probabilmente ad una scarsa qualità dello zamac e a una mancanza d'isolamento fra carrozzeria e smalto. Abbiamo avuto occasione di esaminare gli ultimissimi esemplari della produzione Norev e la situazione sembra decisamente migliorata. Lo strato di vernice è più uniforme rispetto al passato e non si notano quelle microscopiche bollicine che non mancavano nemmeno su modelli nuovi di zecca. Il tutto adesso dà un'idea di maggiore qualità e di durata.
Sugli ultimi Norev la verniciatura è per ora esente da difetti.
Che la Norev abbia trovato la quadratura del cerchio dopo tanti guai?
C'è da sperare che queste prime impressioni vengano confermate nel tempo perché i Norev continuano ad essere modelli interessanti e realizzati con uno spirito un po' diverso rispetto a quello di tanti altri fabbricanti.

23 novembre 2016

Rassegna stampa: Passion43ème n°56 (novembre-dicembre 2016)

L'uscita dell'ultimo numero del 2016 di Passion43ème, peraltro sempre eccellente nei suoi contenuti, porta alla ribalta un paio di temi, che vorrei selezionare consigliandovi la lettura degli altri articoli di cui non farò menzione; il primo è la notizia della vendita della collezione di Josep Pujol (1922-2003), un appassionato spagnolo possessore di una raccolta di circa 6000 pezzi, tutti di grande pregio. Della vendita si è occupata la nota casa d'aste Vectis, che ha ripartito il totale in 2959 lotti. La vendita della collezione Pujol si inserisce in un periodo in cui altre raccolte di eccezionale interesse hanno terminato la loro vita smembrandosi come meteoriti a contatto con l'atmosfera. Un segno che alcuni - forse la maggior parte - dei "grandi" collezionisti hanno ormai un'età avanzata, e questo deve far riflettere. Secondo tema, un po' più allegro, il ritrovamento di gran parte degli archivi Norev, che molti consideravano irrimediabilmente perduti.

Dopo la scomparsa di Emile Veron, avvenuta nel 2013, degli archivi cartacei si era persa traccia, finché recentemente tutto un passato sommerso è riemerso gettando luce nuova sulla storia di questa ditta. Una parte dell'archivio sarà messa in vendita da Collectoys il prossimo dicembre.

21 novembre 2016

Rassegna stampa: AutoModélisme n.228, novembre 2016


Un discreto numero, questo di novembre della rivista francese AutoModélisme, che prosegue la storia del marchio RD Marmande, affrontando stavolta il tema delle vetture transalpine: Simca, Renault, Alpine, Bugatti, eccetera, in una sequenza di soggetti interessanti, a volte incredibili, che Raymond Daffaure affrontava nelle sue giornate che non avevano quasi mai requie. Per quanto riguarda la storia, si ripercorre il Rally Sanremo 1986, la famosa gara annullata alla fine della pazzesca stagione dei gruppi B. Bello il montaggio di un vecchio kit Tamiya, la Lola-Ford T93/00 con la quale Nigel Mansell vinse il campionato IndyCar nel 1993. In effetti questo numero 228 è incentrato sulla Formula Indy, per celebrare la vittoria ottenuta da Simon Pagenaud nell IndyCar Series 2016 col team di Roger Penske. C'è quindi anche un bell'articolo sulle IndyCar slot in scala 1:32 (inclusi i magnifici modelli Ostorero) e una breve retrospettiva della Lotus 38 della Scalextric, sempre in 1:32.

Borsa di scambio del soldatino e del giocattolo d'epoca a Calenzano, 20 novembre 2016

L'ultimo appuntamento dell'anno con la borsa di Calenzano (Firenze) si è svolto ieri, domenica 20 novembre. Un'edizione particolarmente riuscita, con diversi espositori e tanto pubblico, che già verso le 10 era accorso in buon numero nei locali dell'Hotel Delta Florence, tradizionale sede della manifestazione. Per gli amanti dei modelli obsoleti è stata un'occasione più che discreta per ammirare pezzi di un certo pregio e in numero finalmente degno di una borsa di scambio: Dinky, Corgi, ma anche Norev, Politoys, Pilen e Joal erano ben rappresentati, con alcuni modelli in ottime condizioni. Insomma, quella di ieri è stata una borsa che valeva almeno un'occhiata e bene hanno fatto i numerosi appassionati a non farsi sfuggire l'occasione.





19 novembre 2016

Fiat 500 e Fiat-Giannini 500 Gr2: due piccoli capolavori di ProModelTek in 1:43

 
Iniziamo con una frase un po' classista, sicuramente provocatoria: ci vuole cultura per capire certi modelli. E forse non è certo questo il periodo più adatto, pieni come siamo di produzioni di massa (peraltro sempre più limitate - più che di massa le chiamerei globalizzate) e concepite per soddisfare i cosiddetti nuovi mercati. Fatto sta che il pubblico del vecchio, classico speciale montato in scala 1:43 sembra segnare il passo, anche se esistono felici dimostrazioni che non tutto è finito, anzi. Quanto ai produttori di casa nostra, ce ne sono ancora e non sarebbe neanche giusto definirli coraggiosi: sono degli appassionati competenti, punto e basta. Fra questi c'è Alex Puggelli, di ProModelTek, che accanto alla sua produzione non disdegna serie limitate, a volte limitatissime, su basi ben conosciute, ma reinterpretate in un modo che lascia sempre affascinato il collezionista che se ne intende.

Oggi presentiamo due realizzazioni non proprio recentissime, ma che meritano tutta l'attenzione perché si inseriscono in una tradizione tutta toscana che nasce con Valerio Barnini e continua con artigiani come Denis Carrara e appunto Alex Puggelli. Partendo proprio da dei kit Barnini, Alex ha ottenuto due modelli, uno già conosciuto, ossia la Fiat-Giannini Gr.2 del Passo dello Spino 1974 (vettura n.157), l'altra una Fiat 500 Gr.2 della Sillano-Ospedaletto 1975 (n.69).


Il primo modello era uscito già nella serie Barnini, ma ovviamente Alex l'ha migliorato curando particolarmente gli interni e altri piccoli particolari trascurati a suo tempo. Molto precisa la verniciatura bicolore; l'altra versione è inedita e riproduce la vettura di Michael Tolaini che in quegli anni gareggiava per la Firenze Corse-Biondetti, la scuderia toscana che aveva preso questa denominazione nel 1970, dopo aver iniziato la sua storia alla fine degli anni cinquanta come Scuderia Automobilistica Clemente Biondetti. Anche in questo caso una particolare attenzione è stata dedicata a tanti dettagli in grado di fare la differenza: ganci, maniglie, decals fatte realizzare appositamente per una mini-serie di... due esemplari. Molta cura è stata riservata alla presentazione, con basette e teche di ottima qualità e scatole specifiche marchiate ProModelTek, oltre a un certificato di autenticità.


Questi modelli non sono per tutti, l'abbiamo detto tante volte ed è bene ripeterlo; sono destinate alle vetrine di collezionisti che hanno la completa consapevolezza di ciò che rappresentano, che hanno dedicato magari del tempo ad approfondirne la storia e le vicende, perché si tratta di due pezzi che rappresentano a meraviglia quell'automobilismo "minore" di metà anni settanta; un automobilismo ancora a metà strada fra antico e moderno, in procinto di trasformarsi radicalmente nel decennio successivo ma ancora molto legato a tanti elementi tipici degli anni sessanta. Solo chi ha la pazienza o l'interesse di capire il senso di questa parte di storia potrà apprezzare a dovere questi modelli. Gli appassionati, per fortuna, ci sono ancora e la rete può aiutare. Resta da sperare che Alex possa realizzare presto altri piccoli capolavori come questi perché l'automodellismo ha bisogno di personaggi umili e bravi come lui.

18 novembre 2016

Extreme tuning: RE-Amemiya Mazda RX-7 FD3S di Tomica Premium (1:61)

 
Ci siamo occupati spesso di recente della produzione Tomica, sia nella scala più classica 1:64 (Limited Vintage Neo) sia nella serie Premium, che prevede scale di riduzione leggermente variabili. Nella serie Premium, che è quella più economica delle due, trovano spazio soggetti molto diversi, dalle GT giapponesi a berline europee, passando per tuning, competizione e altre stranezze. Oggi vi proponiamo un soggetto molto... nipponico, una Mazda RX-7 preparata da RE Amemiya, una factory famosissima in Oriente, specializzata nelle trasformazioni più o meno radicali, un po' come le nostrane Koenig, Alpina o AMG, sia pur con le debite differenze.
Le vetture che escono da RE Amemiya sono belle "ignoranti", e questa RX-7 non fa eccezione. Si tratta di un'auto stradale, ma che strizza l'occhio a certe preparazioni corsaiole cui RE Amemiya non è peraltro estranea. Il modello è un classico diecast, con la carrozzeria in metallo e il pianale in plastica.

La scala è 1:61 e per tenere bassi i costi la produzione di questa serie la produzione è stata dislocata in Vietnam anziché nella consueta Cina. Accattivante come al solito la confezione, con un attraente disegno e una grafica che si inserisce perfettamente nella tradizione di questi modelli.

Si tratta di un modellino molto simpatico, che pur senza le raffinatezze della serie Limited Vintage Neo e ovviamente dei resincast che iniziano a far capolino anche in queste scale, si pone nettamente al di sopra di tanti marchi come Hot Wheels o Matchbox che peraltro hanno costi inferiori.



Attraenti i due sedili anatomici rossi, che spiccano sul colore azzurro della carrozzeria. Esteso l'uso delle tampografie e ottima la produzione dei cerchi, in plastica; gli pneumatici sono in plastica, ma restano tutto sommato decorosi. Per chi vuole divertirsi col modello, sono previste sospensioni sulle quattro ruote...
Pur essendo ormai datata nella produzione Premium (risale al 2014), questa RX-7 potrà invogliare forse qualcuno ad approfondire il tema, creando con poco costo una raccolta all'interno di una collezione magari in 1:43.

Spesso trovare qualche diversivo aiuta a migliorare anche il rapporto con l'1:43!

Due interessanti "non-novità" di Corgi: Morris e Austin Cooper, ritorno alla tradizione

In basso, Morris Mini Cooper Mk.I 998cc, Corgi-Vanguards
VA02537; in alto Austin Mini Cooper S Mk.I, VA02538.

Personalmente amo molto la produzione 2016 di Corgi-Vanguards, con la sua divisione fra modelli standard e modelli della serie del 60° anniversario. Lo sforzo per proporre qualcosa di interessante sfruttando al massimo ciò che si ha in casa ha qualcosa di simpatico che va secondo me valorizzato. E finalmente due modelli abbastanza attesi del catalogo 2016 sono usciti in questo autunno, vale a dire due Mini: nella gamma del sessantesimo anniversario troviamo un'Austin Cooper S Mark I in surf blue, modello dotato di tutti gli accessori tipici di questa serie, ossia la pin, il certificato di edizione limitata e la scatola bicolore gialloblù; l'altro soggetto, pur se appartenente alla serie normale, è forse ancora più intrigante, perché si tratta della Cooper (stavolta Morris) prima versione, quella ancora col motore da 998cc, presentata in un elegante "tweed grey" e tetto "old English White". In questo caso Corgi ha fatto ricorso a un esemplare realmente esistente, targato FPX389C e costruito nel maggio del 1965. Restaurata nel 2011, questa vettura è stata acquistata nel 2013 in occasione di un'asta tenutasi a Silverstone.
L'Austin Cooper S rientra nella serie speciale che celebra i 60 anni
di Corgi, mentre la Morris appartiene alla normale gamma.
Certo, non sono stampi recenti: la Mini faceva parte addirittura del vecchio catalogo Lledo - ma opportunamente aggiornati e dotati di qualche particolare vintage come i fari a brillantino, questi modelli sono ancora in grado di emanare un fascino tutto loro. E' prevista a breve l'uscita di una terza Mini, stavolta un'Austin Se7en De Luxe (targa XLL27) che è la quarta Mini più anziana tutt'ora esistente. Particolarità di questo modello: sarà riprodotto nelle condizioni pre-restauro, ossia pieno di ruggine e tutto impolverato. C'è chi apprezzerà e chi no. Infine, per gli amanti del genere, un'anticipazione: per il 2017, Corgi ha già annunciato una versione Polizia della Mini, la Austin Cooper S Durham Constabulary.

13 novembre 2016

Corgi e le vacche magre: il primo modello del 2017 sarà una Sunbeam Alpine


Annunciato al Classic Motor Show di Birmingham il primo modello Corgi-Vanguards del 2017, si tratterà di una Sunbeam Alpine e sarà come ormai consuetudine uno stampo già conosciuto riproposto in una versione inedita. Ormai Corgi offre nella serie Vanguards delle vetture specifiche, magari storicamente significative, e questo è un elemento gradevole anche per approfondire certi aspetti poco conosciuti di modelli popolari. Il primo modello del 2017 sarà dunque una Sunbeam Alpine, in seacrest green, l'unico sopravvissuto dei tre prototipi di pre-produzione. Dalla foto il modello sembra più o meno quello che già si conosceva della vecchia gamma; peccato perché sarebbero stati necessari degli aggiornamenti (danno nell'occhio le ruote a raggi, troppo sommarie) che non so se Corgi effettivamente metterà in atto da qui a marzo, mese programmato di uscita per questa nuova referenza.

Rassegna stampa: The Journal (Dinky Toys Collectors' Association), n.63, Ottobre 2016



Recensisco sempre con piacere la rivista del Dinky Toys Collectors' Association (DTCA) perché nelle sue 22-26 pagine si trovano spunti di grande interesse e contributi nuovi alla storia del marchio britannico. Sembra impossibile, ma a distanza di 50, 60, a volte 70 anni dalla produzione di certi modelli, si è ancora lontani dalla completezza assoluta d'informazioni, e l'avvento di Internet ha facilitato i confronti fra collezionisti, facendo emergere fatti, elementi, varianti e curiosità che continuano ad arrivare con una certa continuità.
Il numero 63 della rivista del DTCA propone una bella retrospettiva sui bus a due piani (catalogo 29C, 290 e 291) e per gli appassionati di aerei un articolo esauriente sul set numero 65, annunciato nel febbraio del 1939, che conteneva ben otto pezzi.

Vi si analizzano non solo i modelli, ma anche la documentazione che accompagnava le scatole e i vari annunci per i negozianti e per gli acquirenti. "The Journal" rappresenta una lettura sempre piacevole, legata al caro vecchio cartaceo, nel più classico stile anglosassone. Ce n'è abbastanza per innamorarsene.

12 novembre 2016

Collezioni, tendenze e un libro di Giampiero Mughini

Qualcuno dice che siamo sempre noi inconsciamente a cercare i libri; altri invece pensano che siano i libri a cercare noi, invariabilmente. Sia come sia, spesso mi trovo a leggere capitoli di saggi o romanzi che in apparenza non hanno niente a che vedere con i temi di questo blog e che invece propongono degli spunti di riflessione forse più degni di uno studio di psicanalista che di un sito di automodellismo, ma tant'è: si sa che il collezionista è un po' psicopatico - non foss'altro che per quella psicopatologia della vita quotidiana che ti porta ad essere pesantemente condizionato dal diuturno accumulo di pezzi più o meno cari (o costosi, fate voi). Qualche tempo fa mi è capitato fra le mani in libreria l'ultimo volume di Giampiero Mughini, La stanza dei libri, una lettura che vi consiglio indipendentemente dal legame col collezionismo che vi spiegherò fra un attimo. Nel libro, Mughini spiega il valore della carta nella sua vita e in tante vite, la storia dei materiali stampati in un'epoca cruciale come gli anni di piombo nell'Italia del terrorismo, il suo rapporto con i volumi che è un rapporto da bibliofilo e quindi da... collezionista.

Eccoci. E da collezionista, Mughini è stato spesso a contatto con venditori, specialisti, altri collezionisti, esperti e curatori di raccolte. Ne ha accumulati a migliaia, con una passione per le edizioni futuriste originali. Collezione che ha dovuto tristemente smantellare e vendere, scrivendo la prefazione del bellissimo catalogo di vendita, che è come scrivere la musica per il proprio funerale. La vendita della propria raccolta o di una parte di essa è per il collezionista una specie di morte. Durante la propria vita il collezionista può morire e nascere più volte - per fortuna. Ve lo consiglio, il capitolo in cui Mughini ha riprodotto in toto quella prefazione, appassionata e profonda quanto mai. Una ricerca di una collezione può durare una vita; una vita può prendere la propria direzione secondo le scelte di una collezione. Mughini conclude che quando una grande collezione viene venduta, raramente c'è qualcuno che si prende la briga di scriverne la storia, almeno in Italia. In Inghilterra queste vendite - forse anche per la grande tradizione delle case d'asta - vengono accompagnate da articoli, interviste, prefazioni a cataloghi in cui se ne tracciano le linee storiche fondamentali e la genesi.

Non un modo pleonastico di aggiungere parole, ma un importante complemento all'esistenza stessa della raccolta. In Inghilterra, negli Stati Uniti si fa; in Italia no. Già in Italia troppi collezionisti sembrano dei carbonari, figuriamoci quando arrivano alla decisione di disfarsi dei loro pezzi. Qui sembra quasi un sacrilegio cercare di venire a sapere da dove proviene una collezione; che fatalmente avrà meno valore perché resterà anonima, che piaccia o no. Esistono siti specializzati in obsoleti che fanno precedere l'inizio delle vendite di importanti raccolte con ampie note sulle caratteristiche della collezione, perché una collezione è un elemento con una propria organizzazione, una propria storia, delle ragioni sue proprie.

Qui ve lo immaginate uno dei nostri maggiori siti che acquisisce una collezione di Dinky o Corgi e pubblica un pezzo sul personaggio che li ha custoditi per quaranta, cinquant'anni? Tabù. Torno a Mughini: le sue pagine trasmettono la febbre della ricerca del pezzo raro, quello inseguito per chissà quanto tempo; una volta indubbiamente c'era più mistero; molti si ricorderanno le liste di vendita fitte fitte mandate per posta o per fax da certi negozietti inglesi degni di un romanzo come 84 Charing cross road, e non mi dite che in Italia queste cose non si facevano. Solo che in Italia i collezionisti si nascondono sia da vivi sia da morti, alcuni facendo finta di non aver mai comprato nulla, altri facendo finta di non aver mai venduto nulla. Il discorso sta virando sui vizi e le caratteristiche dei collezionisti di casa nostra, dei quali mi occuperò in uno dei prossimi post del blog. Leggete il libro di Mughini.

10 novembre 2016

Voglia di italiano: la Lancia Stratos di Takara Tomy Premium series (in 1:58...)

La passione dei giapponesi per le auto di casa nostra, meglio se classiche, non è certo una novità. Da qualche tempo vetture Fiat, Lancia e Alfa Romeo hanno fatto la loro comparsa nelle serie piccole di Tomica, un costruttore che già in tempi lontani non aveva certo trascurato le nostre vetture: molti ricorderanno ancora la Fiat X1/9 Dallara o la Fiat 131 Abarth stradale nella gamma 1:43. Dei modelli della serie Limited Vintage (1:64) abbiamo già parlato in altre parte del blog, con articoli sulla Lancia Delta HF Integrale 16v e sulla Fiat Panda 1100 CLX. Ora tocca alla mitica Lancia Stratos, nella serie più economica Premium, dove i modelli hanno scale leggermente variabili, in base alla loro dimensione. Siamo sempre intorno all'1:60, ma il rapporto di riduzione si adatta alla mole della vettura originale in relazione alla grandezza della scatola.

La Stratos è uscita in 1:58, ed è un piccolo modello molto gradevole, nella versione Alitalia, forse la più conosciuta, tutta realizzata in tampografia. I cerchi, in plastica gialla, sono molto gradevoli, mentre gli interni si intravedono appena dai vetri fumé.
La carrozzeria è in zamac, il fondino è in plastica così come anche le gomme. Sono presenti le sospensioni. Come detto siamo abbastanza lontani dalla serie Limited Vintage e forse alcuni appassionati avrebbero preferito vedere la Stratos uscire in quella gamma, ma tant'è: la Stratos Tomica è un modello simpatico e non è escluso che in un prossimo futuro possano uscire altre versioni iconiche.

La Maserati A6 GCS barchetta fra le prossime uscite di Tecnomodel in 1:18

Tecnomodel continua a sfornare soggetti di grande importanza e praticamente inediti in scala 1:18. Proprio in questi giorni è stata annunciata (per gennaio) la Maserati A6 GCS 2000 barchetta in varie versioni: Le Mans 1954/1955, Mille Miglia 1953, Tour Auto 1954 e senza decorazione in verde o rosso. Lo standard sembra quello abituale di questo genere di modelli. Certo è che Tecnomodel è fra i marchi più attivi in questo settore dei resincast in 1:18, con soggetti che quasi nessuno fino a questo momento ha mai considerato. Il rapporto qualità-prezzo è molto buono e la finitura sempre molto curata.