30 settembre 2020

Appena uscita l'Alfa Romeo 33/3 12 Ore di Sebring 1969 di Madyero 1:43

Arriva addirittura con un po' di anticipo rispetto alla tabella di marcia l'Alfa Romeo 33/3 1969 di Madyero. Il modello colma una lacuna che si era formata ormai da molti anni nella storia delle 33 da competizione. Ricordiamo, a parte i kit dei primordi, il Project43-BBR e poi, agli inizi degli anni duemila, l'RS Model di Valerio Barnini, venduto solo montato nella versione numero 33 della 12 Ore di Sebring. Era quindi il momento di proporre qualcosa di più attuale e aggiornato. Ricordiamo che questa vettura fu quella del debutto della motorizzazione 3000cc, che avvenne in una gara tutt'altro che facile, appunto la 12 Ore della Florida. Le tre vetture non andarono molto lontano: Galli/Giunti/Casoni, con la numero 34, furono i primissimi dei settanta partenti a ritirarsi, per la perdita di una ruota dopo non aver percorso che un paio di giri; toccò poi alla numero 32 (Casoni/De Adamich/ Surtees) abbandonare dopo quindici tornate, a causa di un  surriscaldamento, seguita a ruota dalla numero 33 (Vaccarella/Lucien Bianchi), vittima dello stesso problema. I guai di Sebring la dissero lunga sulla scarsa affidabilità della nuova 33/3, che durante la stagione subì diverse modifiche, dovendo spesso dichiarare forfait dopo che l'Autodelta aveva annunciato la propria partecipazione. La 33/3 migliorò molto nella stagione successiva ma questa è un'altra storia. Il modello Madyero, in resina con vari particolari in metallo bianco e fotoincisi, è stato realizzato con la consueta accuratezza dal marchio fiorentino, che ha in programma la realizzazione delle altre versioni del 1969. La 33/3 di Sebring 1969 è disponibile in esclusiva a questo link: https://www.geminimodelcars.com/search?q=Sebring+Madyero+1969

29 settembre 2020

Rimandata all'estate la Spielwarenmesse di Norimberga. Alcune considerazioni su un mondo distopico

Com'era facilmente prevedibile, l'edizione 2021 della Spielwarenmesse a Norimberga è stata rinviata all'estate, in una data ancora da stabilire. E' quanto ha deciso nei giorni scorsi il comitato organizzatore, considerata la situazione internazionale ancora estremamente incerta. L'edizione del 2020 aveva scampato per un nulla le chiusure da Covid-19, cosa che era riuscita anche a Rétromobile ma non al Salone di Ginevra, tanto per fare qualche esempio nel mondo delle rassegne di interesse automobilistico. La notizia era nell'aria e ci aspettiamo che per Epoqu'auto di Lione, in programma a novembre vi sia una decisione simile, così come sembra piuttosto improbabile che Rétromobile 2021 mantenga la collocazione tradizionale di inizio febbraio. Ad ogni buon conto, Norimberga è stata rimandata e sinceramente non scommetterei molto neanche sulla sua effettuazione nel corso dell'estate. Primo perché la vicenda del Covid-19 è destinata a durare ancora a lungo, almeno finché le elite finanziarie che controllano ormai tutto non avranno raggiunto i loro scopi. Ma questo è un altro discorso, anche se di palpitante attualità. In secondo luogo, ammesso che si torni alla normalità, per i saloni e manifestazioni di questo genere, il discorso è chiuso, e non da oggi. Non torneranno i costruttori a Ginevra 8quei pochi che aveva deciso di continuare ad andarci) perché semplicemente ne avevano abbastanza anche prima che esplodesse questa sceneggiata del virus. Ne avevano le tasche piene i produttori di andare a Norimberga, accollandosi spese, sforzi logistici e perdite di tempo per presentare articoli che avrebbero potuto benissimo divulgare con qualche collegamento in streaming su Facebook o sui loro siti. Che si voglia o no, questo tipo di eventi ha mostrato tutta la sua inadeguatezza ai tempi moderni, e lo dico con molta malinconia perché credo che non sia necessariamente un bene (un progresso), anzi. Ci vorranno anni per capirlo ma la storia a volte ritorna sui suoi passi dopo che ci si è scordati il motivo per il quale si era abbandonata una certa strada. Sono state - è bene dirlo - le case stesse ad aver causato almeno in parte l'implosione di un vecchio sistema, con i loro stand faraonici, decine di hostess e quant'altro, in un trionfo dello spreco e dell'inutilità. Alla fine si sono accorti che il giochino costava troppo e che Internet offriva loro una scappatoia facilmente gestibile e soprattutto a buon mercato. Quelli che avevano bisogno di bruciare ancora un po' di liquidità per ragioni fiscali sono rimasti, poi con le perdite accusate in questi ultimi anni si sono scocciati pure loro. Ci troviamo così davanti un bel 2021 virtuale, con saloni virtuali, gare virtuali oppure a porte chiuse, dove neanche i giornalisti potranno arrivare, visto che a loro volta gli organizzatori hanno imparato in fretta quanto è bello tenere una sala stampa chiusa anziché rompersi le scatole per una settimana con accrediti, briefing fotografi, navette, desk e migliaia di fotocopie e comunicati da distribuire. Ma non è un mondo bello quello che ci attende. Sarà un mondo silenzioso, fatto di mancati viaggi, mancati contatti, mancati dialoghi. Un mondo distopico. 

28 settembre 2020

Pininfarina 90 anni/years (Giorgio Nada Editore)

Nel 2020 il marchio Pininfarina celebra i novant'anni di attività. Di volumi dedicati alla storia di questo eccezionale carrozziere (in realtà definirlo carrozziere è decisamente riduttivo) ne sono stati scritti parecchi. Fino ad oggi l'opera di riferimento era il Catalogue raisonné 1930-1990, uscito in occasione delle celebrazioni del sessantesimo anniversario. L'opera, edita da Automobilia, si inseriva nella serie dedicata ai grandi marchi automobilistici e in questo caso era divisa in due tomi: nel primo si ripercorreva la storia dell'azienda, mentre il secondo era il vero catalogo, con le schede di tutte le vetture realizzate. Era arrivato il momento di aggiornare quel repertorio e lo fa ora Giorgio Nada Editore, con un volume di circa 530 pagine. Il criterio è lo stesso del secondo tomo del catalogue raisonné: un breve testo che descrive i tratti essenziali della vettura, quasi esclusivamente dal punto di vista stilistico (com'era normale aspettarsi) e una o più immagini, a colori da un certo periodo in poi. Il catalogue raisonné Automobilia non aveva invece che foto in bianco e nero. Si è deciso però di ridurre il numero di illustrazioni a una sola, tranne che per modelli particolarmente significativi (ci sono comunque parecchie schede corredate da due o tre foto). E se nell'opera del 1990 le auto in repertorio erano 489, con il 2020 siamo arrivati a quota 632. Nella prefazione, Paolo Pininfarina espone i criteri di catalogazione e compie una felice sintesi di tanti decenni di creatività e innovazione. Dal 1990 a oggi, i progetti sono stati caratterizzati dalla presenza attiva di suo padre prima, poi del fratello e infine di Paolo stesso. Il volume propone il solo catalogo, omettendo qualsiasi riferimento a una storia più articolata e organica, che peraltro esulava dallo scopo dell'opera.

Credo che l'utilità del libro, suggestivo anche per passare qualche ora ad ammirare vere e proprie opere d'arte, risieda proprio nella praticità della consultazione. Lo storico troverà racchiusa tutta la produzione Pininfarina divisa per decennio, potendo fare confronti e collegamenti fra tipologie e marche di vetture, da quelle di grande produzione fino alle più raffinate delle concept car. In appendice vi è una lista delle realizzazioni suddivise per marca: sarà quindi facilissimo scoprire quante vetture Pininfarina ha realizzato non solo per Ferrari, Lancia, Peugeot o Alfa, ma anche per altri costruttori con i quali le collaborazioni sono state forse meno note o meno pubblicizzate, come Honda, Austin, Audi, tanto per citarne alcuni. Gli anni recentissimi si caratterizzano per i lavori per conto diHybrid Kinetic, Togg e altre realtà di mercati emergenti, ma anche per le concept car Sergio del 2013 e Battista del 2019-2020. Un libro molto concreto, un'opera collettiva che sarà sicuramente utile negli anni a chi si occupi di ricerca automobilistica a ogni titolo e livello. 


Pininfarina 90 anni/years, Giorgio Nada Editore, Vimodrone (MI) settembre 2020, pp.532 con centinaia di foto b/n e col., copertina cartonata e sovraccoperta, ISBN 978-88-7911-809-5, € 90,00. 

In lavorazione il kit Tameo della Ferrari 375 500 miglia di Indianapolis 1952 (Alberto Ascari)


Nella serie TMK sarà prossimamente disponibile il kit Tameo della Ferrari 375 pilotata da Alberto Ascar
i alla 500 miglia di Indianapolis del 1952. Lo ha annunciato oggi lo stesso produttore ligure in una nota ufficiale.