28 giugno 2020

Jade Grod: chi era costei? Alcune osservazioni su un libro di automodellismo del 1980

Uscito nel 1980 per i tipi di De Vecchi S.A.,
"L'auto maquettisme" è un compendio di consigli
e indicazioni su come metter su una buona collezione
di automodelli. 
Stamani, camminando distrattamente fra i banchi di un mercatino nel centro della Francia, la mia attenzione viene attratta da un piccolo libro dal titolo "L'auto maquettisme". Lo prendo, lo sfoglio e mi rendo conto di non averne mai sentito parlare. E' datato 1980, un'epoca in cui le pubblicazioni di automodellismo erano rare, figuriamoci i libri. Ne esisteva qualcuno edito in Inghilterra, qualcun altro fatto in Italia. 

Le numerose foto a colori danno un'idea di
quali fossero gli standard di montaggio dell'epoca
per kit in plastica e speciali. Pur senza le
sofisticazioni tecniche cui siamo avvezzi oggi,
questi modelli mostrano un ottimo livello
di finitura e di manualità. 
La Francia, all'epoca, era all'avanguardia con i produttori in resina ma anche già con un marchio come AMR. L'editore è la sezione parigina della nostra De Vecchi. Copertina cartonata, il volume, di circa 150 pagine, si pone come una guida su quello che all'epoca era il mondo degli automodelli. La particolarità di questo volume era data dal fatto che non veniva preso soltanto in considerazione il cosiddetto mainstream, vale a dire i comuni kit in plastica, ma anche gli speciali come i Minichamps, i Tron, i Mini Racing e così via. Insomma chi scriveva conosceva bene i kit del nostro settore, aveva un'idea dei principali marchi e sapeva orientarsi fra i molti negozi, il club e le riviste specializzate. 
Alcune delle pubblicazioni che all'epoca
andavano per la maggiore. 
Ma chi era Jade Grod? Prendo qualche notizia traducendo la quarta di copertina: "fu durante una vacanza che un giorno, entrando in un negozio di modellismo specializzato, Jade Grod scoprì questo appassionante hobby, iniziando con le navi per poi continuare con le vetture d'epoca. Numerose le auto che ha costruito, di tutte le marche e di tutte le scale. E' un passatempo che Jade pratica già da molti anni ormai, e la sua collezione annovera delle belle realizzazioni. Successivamente, Jade ha prodotto con suo marito per TF1 lo speciale 'Le magazine du modélisme', destinato a 'Visiteurs du mercredi' (programma per ragazzi andato in onda dal 1975 al 1982, ndr). Nel corso delle riprese, essa ha scoperto dei grandissimi modellisti e delle collezioni meravigliose come quella del conte Gian Santi Colluzi (sic), che possiede numerosi pezzi unici rappresentanti nomi celebri dell'automobilismo. Jade ha incontrato anche tanti modellisti principianti, con i loro problemi, il loro desiderio di costruire e di perfezionare le  tecniche". Il conte Antonio Giansanti Coluzzi (e non Colluzi) è il noto fondatore della marca Fulgurex, di cui forse un giorno racconteremo la storia. 
Liste come queste all'epoca erano preziose. 
Nel libro appaiono numerosi kit in plastica montati benissimo, della collezione del conte. Ma su chi fosse questa Jade Grod, confesso un'ignoranza totale. Forse qualche lettore del blog riuscirà a darmi qualche notizia non desunta dal libro stesso. 
All'epoca reperire certe informazioni era impresa tutt'altro che banale. Nel volume si trovano consigli di montaggio, liste di modelli per gamma e per scala, referenze di colori (Humbrol, Molak, Airfix), di colle, repertori di negozi, di club, di riviste del settore... 
Un viaggio di com'era l'automodellismo alla fine degli anni settanta, e sfogliando questo libro si respira la stessa aria che si respira a sfogliare i vecchi TSSK. Non so che diffusione il volume abbia avuto in Italia. Io sinceramente non lo conoscevo affatto. Una miniera preziosa d'informazioni ma soprattutto una testimonianza di come veniva percepito il collezionismo e il modellismo durante un periodo di grande trasformazione per il settore. Un periodo in cui nelle raccolte convivevano ancora modelli diecast, kit in plastica e speciali magari di scale diverse, perché probabilmente i collezionisti erano più onnivori (o meno specializzati) rispetto a quelli di oggi, almeno così a me pare. 
Due delle tre versioni ottenibili con
il kit Solido della Lancia Stratos Gruppo 4.
La terza, che non appare in foto, era la "Bic". 
Un periodo, va ricordato, in cui per procurarsi un modello bisognava rincorrerlo per mesi e magari quando ti arrivava da qualche sperduto angolo dell'Inghilterra, lo ricevevi tutto incarcagnato in un mortale abbraccio di gommapiuma gialla che ovviamente aveva fatto strage di specchietti, spoiler e quant'altro, che venivano rincollati e ritoccati col nero opaco senza che venisse la minima idea di farsi cambiare il modello. Tanto sarebbe stato inutile, almeno per due motivi: molto probabilmente il modello, nel frattempo, era andato già esaurito. Ma ammesso che l'impresa di rispedire l'esemplare danneggiato e di ricevere il rimpiazzo in un tempo decente fosse riuscita (cosa tutt'altro che scontata), anche il secondo sarebbe arrivato nelle stesse condizioni del primo...

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