20 giugno 2020

La Porsche 917K Gulf Le Mans 1971 di Spark in 1:43 (S0916)

Uscita in questi giorni, la Porsche 917K
Gulf Le Mans 1971 di Spark non delude
le aspettative. 
Ogni uscita di una Porsche 917 di Spark non lascia indifferenti e per il marchio di Ripert questi modelli rappresentano sempre un investimento redditizio. Non è un caso se modelli del passato sono state già soggetti a riedizioni, come le tre 917K Gulf di Le Mans 1970 o la vettura vincente di Le Mans 1971. 
Molta la cura in tanti piccoli dettagli, come
la copertura in scotch grigio sulla presa anteriore. 
Piuttosto ben realizzati i fari, con la copertura in
plexi giallo (che in foto non si nota).
Assolutamente pulita la parte arancione che gira
intorno alla carrozzeria. 
In attesa delle 917LH di Le Mans 1970, che arriveranno presto (la numero 3 psichedelica è annunciata già per la prossima settimana), Spark ha colmato un'altra importante lacuna nel suo ideale schieramento della 24 Ore, riproducendo la vettura a coda corta della Gulf che arrivò seconda nell'edizione del 1971, con Attwood e Mueller. 
Combinazione sapiente fra plastica e fotoincisioni,
la parte a vista del telaio è eccellente. Come
al solito perfetti i gruppi ottici. 
Un particolare che poteva essere trattato meglio
è la parte interna del passaruota, dove
il colore celeste stona abbastanza.
Non si poteva passare una mano di nero opaco?


Fra piccoli dettagli storicamente corretti
e una soddisfacente pulizia di montaggio, la
917 di Spark offre vere e proprie finezze,
come la combinazione gomme/cerchi. 
Le linee della 917K di Spark non mi pare che possano essere messe in discussione: se in passato non sono mancati modelli validissimi, soprattutto in resina, il modello Spark rappresenta una specie di sintesi di quanto di meglio i produttori artigianali hanno offerto in tanti anni di attività. In questo senso fa piacere notare come Spark ben raramente faccia passi indietro nella riproduzione delle linee e delle proporzioni di una vettura. 
Tanti piccoli particolari dimostrano un'accurata
ricerca storica. 
Realistico il deflettore del finestrino, un particolare
diverso rispetto alla 917K Gulf del 1970. 


Spark ha deciso di riprodurre lo scotch nero
applicato attorno alle calotte dei fari anteriori. 
A mio avviso un modello come questa 917K può tranquillamente aspirare a ricoprire un ruolo "definitivo" in una collezione che guardi all'esattezza storica senza puntare a exploit modellistici dai costi infinitamente maggiori. 
Come sempre la verniciatura è fine, uniforme,
non lucidissima. 

Attendendo le 917LH che arriveranno
nelle prossime settimane, la 917K di Le
Mans 1971 è una buona occasione per
aggiornare la collezione con un prodotto
moderno e ben fatto. 
Insomma, se le vostre raccolte sono composte per lo più da speciali montati (bene) senza che abitualmente andiate a spendere migliaia di euro in modelli esclusivi, ben difficilmente potrete trovare qualcosa di meglio rispetto a questo Spark. Soprattutto per meno di settanta euro, questo non deve mai essere dimenticato. Quando Spark fa la Spark, non ce n'è quasi per nessuno. Il modello si fa apprezzare per una generale pulizia di montaggio: ne ho avuti sotto mano tre esemplari e l'omogeneità della finitura è apprezzabile, anche se non mancano piccole differenze (ma si tratta comunque di modelli montati a mano, seppure in serie). Sulla verniciatura è impossibile muovere la benché minima critica. Alcuni contachiodi di un forum francese che sovente sconfina nella stucchevolezza potranno obiettare che il punto di colore è troppo accesso / troppo carico / troppo così / troppo colà spaccando il capello in quattro senza che le loro dispute conducano ad alcunché di costruttivo. Ma lasciamo volentieri le frustrazioni ai frustrati. 
Annunciata alla fine di dicembre del 2019,
la 917K Gulf Le Mans 1971 di Spark
fa parte della serie standard non numerata,
che sarà molto probabilmente rifatta se andrà esaurita.
Occhio quindi alle speculazioni. 
Non essendo questa una recensione nel senso canonico del termine, mi limito a indicare ciò che mi ha impressionato di più. Così, in ordine sparso: i cerchi, con le caratteristiche razze multicolori, abbinati a delle gomme praticamente perfette con tanto di filettino dorato Firestone. Se riuscite a trovare qualcosa di più realistico anche su modelli dal costo triplo, fatemi sapere; poi direi le tante piccole aggiunte che testimoniano un'accurata ricerca fra le foto d'epoca: il lumino arancione sul tetto, la presa d'aria supplementare sul numero di gara posteriore, i vari interruttori e alloggiamenti dei manettini dell'elettricità e dell'estintore sulla fiancata, gli interstizi riempiti di colore nero (che nostalgia dei vecchi kit...), la struttura del telaio sul posteriore, felice combinazione fra plastica e fotoincisione, l'abitacolo semplice ma completo, la finezza delle alette supplementari col loro bravo supporto, il plexi dei fari e dei finestrini laterali giallo, l'ottima resa dello sparato arancione sull'anteriore, che tanti altri hanno sempre malamente riprodotto con più o meno improbabili combinazioni fra decals e verniciatura... 
Ancora una vista del cerchio col suo pneumatico
perfettamente scolpito. Riprodotte come si deve anche
le specifiche della carrozzeria 1971. 

Potrei continuare a lungo, ma credo che le foto metteranno in evidenza anche altri pregi che non ho citato nel testo. Un consiglio? Da comprare a occhi chiusi. Quasi a occhi chiusi, vai. 

1 commento:

  1. Questi sono gli Spark che ho imparato a conoscere ed apprezzare! Non quelli prodotti in Madagascar...

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