30 novembre 2020

Spark si magna pure la BMW M1 Carte de France e inizia a rovinare le prime Porsche 911

"Ora arrivano i nuovi Spark, così posso scrivere almeno due recensioni 'corpose' per il blog". Non che non nutrissi già dubbi, ma più o meno il ragionamento che avevo fatto qualche giorno fa era questo. Qualcosa, ripeto, avevo intravisto ma facevo finta di non essermene accorto. Tirate fuori oggi dal loro scatolone la BMW M1 Carte de France di Le Mans 1980 e la Porsche 911 Almeras vincitrice del Monte Carlo 1978, la voglia di occuparmi di questi modelli (gratis) e di sprecare energie alla ricerca del particolare nascosto ha subito ceduto il passo ad una specie di nausea. La pratica è presto sbrigata: sulla BMW nessuno si è accorto che i contorni dei vetri laterali erano bianchi nel 1980 e non neri. Probabilmente si sono accontentati di guardare le foto dell'auto come si presenta oggi. La Porsche invece è una delle primissime 911 o derivate di Spark a montare i vetri laterali plotterati, con un effetto come al solito schifoso (non ci sono mezzi termini). E questo è un chiaro regresso perché sai quante ne ha prodotte Spark di 911 con le loro belle fotoincisioni? Decine, se non centinaia. Sveglia, Spark, perché di questo passo si finisce male. Vediamo se il messaggio è abbastanza chiaro. Credo che modelli come questi non meritino ulteriori approfondimenti (e non mi azzardo neanche a cercarli). Il bello è che quando Spark annuncia qualche soggetto importante o interessante, i vari siti specializzati si riempiono di vecchi kit in resina che i proprietari tenevano negli armadi da trent'anni. 



29 novembre 2020

Rassegna stampa: Lancia Delta. La regina dei rally (Supplemento a Tuttorally n.10, ottobre 2020)

La Lancia Delta rally va di moda. E' il classico tema che scatena il putiferio su Facebook quando qualche malcapitato produttore si azzarda a farne uscire un modello, in qualsiasi scala. Parleremo presto di un volume uscito recentissimamente che dovrebbe diventare il testo o uno dei testi di riferimento in materia, ma questo supplemento a Tuttorally, venduto a € 15, può costituire una base accettabile per chi voglia farsi un'informazione sulla storia di questa vettura. Il volumetto prende in esame sia le varianti stradali sia quelle da corsa, compresa la S4 Gruppo B. I testi sono molto chiari e neanche troppo sbrigativi, come invece spesso accade in questo genere di pubblicazioni. Sono 162 le pagine, neanche pochissime, e il tutto appare concepito con criterio e presentato in una veste grafica sobria e gradevole. La prefazione è di Miki Biasion. 


Un po' troppo semplificata la parte riguardante le Evoluzione, dove si rinuncia ad approfondire di più le singole varianti, che avrebbero meritato maggiori dettagli. Interessante, invece, il capitolo sulla Delta prototipo Astra preparata per il Pike's Peak del 1999. Non mancano neanche approfondimenti sulla ECV e sulla ECV2. Chiudono la pubblicazione una rassegna degli automodelli prodotti, una bibliografia commentata, molto utile, e un elenco di siti e pagine Facebook specializzate. L'apparato iconografico è abbastanza valido, con immagini d'epoca e di esemplari conservati (meglio di nulla). Che dire? Niente di eccezionale, ma un lavoro onesto che può essere utile avere sotto mano. 




28 novembre 2020

Una nuova edizione di Madyero: Porsche 935 Vasek Polak-Decade Watkins Glen 1977 Follmer/Lunger

Dopo un po' di pausa, ecco una nuova edizione limitata di Madyero. Stavolta si tratta di una Porsche 935, che disputò il 9 luglio 1977 la 6 Ore di Watkins Glen, quinto appuntamento del campionato dl mondo marche. Iscritta in Gruppo 5 (e non in IMSA), la 935 telaio 9307700913 venne iscritta per un equipaggio molto competitivo, composto da George Follmer e Brett Lunger. I due piloti americani terminarono al secondo posto a tre giri dalla 935 ufficiale di Jacky Ickx e Jochen Mass. Il modello è disponibile in esclusiva a questo link: https://www.geminimodelcars.com/listing/899847788/porsche-935-gr5-vasek-polak-decade-6h

22 novembre 2020

"Pregliasco. Lo chiamavano il prete andava come un diavolo:" una recensione di Elio Venegoni

Sono sempre molto felice di ospitare sul blog articoli di Elio Venegoni. Non solo per l'entusiasmo che sa trasmettere nei suoi scritti, ma anche per la scelta dei temi, che spesso sono diversi da quelli di cui mi occupo io. Ben vengano quindi l'originalità e la varietà. Stavolta Elio vi racconta di una biografia di Mauro Pregliasco, recentemente pubblicata da Nada. Permettete un brevissimo personale preambolo. Quando penso a Pregliasco, mi viene sempre in mente il momento in cui lessi di lui per la prima volta. Avevo otto anni e i miei mi avevano appena preso "Velocità & Rally" 1979. In quel volume c'era un articolo intitolato "Pregliasco, un personaggio che piace al pubblico", o roba del genere. Sono ricordi belli, che ognuno ha, e che ci tengono ancorati a una passione destinata a non esaurirsi mai. Ringraziamo Mauro Pregliasco per le immagini che ci ha inviato. 

I tanti appassionati di rally ormai negli anta hanno avuto molti grandi piloti ai quali potersi appassionare, veri miti di un rallysmo che ormai non esiste più... eh, la nostalgia!

Uno di questi piloti è senza dubbio Mauro Pregliasco, che nasce in provincia di Savona, a Millesimo per essere precisi, nel 1944 e diventa campione italiano della specialità nel 1977 alla guida di una Lancia Stratos HF.

E' stata pubblicata recentemente una bella biografia di questo fortissimo driver, edita da Giorgio Nada e curata da Carlo Cavicchi, pluripremiato giornalista noto ai più soprattutto per essere stato il direttore di un Autosprint che viveva alcuni dei suoi anni d'oro (1984-1999); lo stesso Cavicchi fu in gioventù pilota amatoriale di buon livello.

Questo libro è a mio parere un acquisto quasi obbligato, se si vuole ritornare con la memoria a decenni nei quali l'automobilismo sportivo si viveva forse con più passione e maggiore genuinità...

Il volume in esame si presenta intrigante sin dal titolo: “Pregliasco. Lo chiamavano il prete andava come un diavolo”. Si ripercorrono, in una lunga intervista, tutte le tappe della carriera di Mauro, dagli esordi nelle cronoscalate e nel rallycross al debutto nei rally, disciplina negli anni Settanta in forte ascesa.

Non vengono tralasciati, ovviamente, gli episodi difficili che hanno caratterizzato la sua carriera (il tragico incidente di Piacenza funestato dalla scomparsa di Angelo Garzoglio è quello che tutti i tifosi ricordano meglio), affiancati però da altrettante vicende positive (su tutte il matrimonio con Aurelia, probabilmente il più significativo a livello extraprofessionale).

Tutto è raccontato con schiettezza, con genuinità, e non mancano i ricordi legati anche a qualche “furbata” della quale fu vittima... si legga quanto successe tra lui e Sergio Barbasio al Rally di San Marino del 1973, per fare solo un esempio. Per usare una frase spesso abusata, erano davvero altri tempi!

Mauro Pregliasco è stato anche un pilota precursore dei tempi moderni, nei quali molti riescono a “riciclarsi” come manager ed a vivere anche lontano da un volante. 

I suoi rapporti con gli sponsor sono sempre stati ottimi, un'indole imprenditoriale l'ha probabilmente sempre avuta e tutti ricordano bene i successi ottenuti con il team Astra, creato nel 1987 con il figlio Luca, che fece correre diversi piloti di alto livello.

Mauro ha attraversato tutta l'epoca del rallysmo eroico, per così dire, e dalla Fulvia Coupé alla Lancia Stratos, dall'Alfetta GTV alla Ferrari 308, ha guidato molte delle auto più significative di quegli anni. La sua attività peraltro non si è limitata ai confini nazionali ma si è sviluppata anche attraverso l'Europa ed il Nord America... un vero eroe dei due mondi, insomma!

Se amate i rally ed in generale le corse vi consiglio davvero di leggere questo libro, vi offrirà uno spaccato di un mondo per certi versi ormai lontano ma che è stato ed è tuttora davvero affascinante. Nelle serate d'inverno che si stanno approssimando, tra un video d'antan e qualche modellino, sarà un'ottima compagnia!



21 novembre 2020

Rassegna stampa: DTCA, The Journal, issue no.79 (ottobre 2020)

Ultimo numero 2020 del bollettino della Dinky Toys Collectors' Association (DTCA). L'attività del club prosegue con questa interessante pubblicazione, in attesa che si possano rifare le borse di scambio e qualche incontro conviviale. Il Journal propone come sempre interventi molto ben documentati, non solo per gli specialisti della Dinky ma anche per chi voglia superare il livello base d'informazione. In questo fascicolo si affronta tutta la storia del Bedford Articulated Lorry, uno dei più longevi camion della marca inglese. Nato col numero di catalogo 409, poi aggiornato a 531 e infine a 921, il Bedford è un bell'esempio di come nel corso degli anni vennero apportate modifiche anche abbastanza rilevanti agli stampi, più per ragioni pratiche che estetiche (ma a volte si migliorava anche l'aspetto del prodotto per adattarlo ai gusti che cambiavano). In catalogo dall'aprile 1948 al 1963, del Bedford si conoscono sette versioni. Tutto sommato non troppe se si considera l'arco della produzione. Sempre affascinanti, poi, i racconti dei vari collezionisti, che ripercorrono le vicende di una vita attraverso i loro modelli preferiti. 

Ognuno ha le sue motivazioni, le sue guide e le sue ragioni che lo hanno portato a fare determinate scelte. Il collezionismo dei modelli obsoleti è oggi più vivo che mai: basta guardare qualche gruppo di Facebook per rendersi conto che c'è stata una continuità. Del resto, non per tirargliela, ma quelli che hanno giocato con i Dinky di fine anni quaranta-inizio anni cinquanta si fanno sempre più rari, eppure le quotazioni di questi modelli reggono magnificamente e anzi aumentano anno dopo anno. Per non parlare dei pezzi anteguerra. Infine, una bella notizia: la produzione del prossimo modello del DTCA, che era stata rimandata a causa delle difficoltà legate all'epidemia di covid, sarà finalmente commercializzato all'inizio del 2021. Si tratta della replica dell'Austin A40 Van nei colori Omnisport. 

In molti conoscono già la storia di questo modello. Varrà comunque la pena di raccontarla di nuovo una volta che la riproduzione sarà uscita. 

19 novembre 2020

Due novità Spark 1:43 nella serie Raceland Gold Edition: BMW 320 Gr5 GS-Tuning Norisring 1979 e Ensign N180B F.1 GP Monaco 1981

Prosegue la produzione di modelli Spark in serie limitata del negozio Raceland (Gold Edition). Sono appena uscite due novità nella gamma 1:43. La prima è la BMW 320 Gr5 del team GS-Tuning, pilotata nella gara del DRM al Norisring nel 1979 da Hans-Georg Buerger. 


Come l'altra promessa dell'automobilismo tedesco Markus Hoettinger, anche Buerger, originario dell'Eifel, ebbe l'opportunità di partecipare al prestigioso DRM, che all'epoca era anche più qualificato e tecnicamente interessante del Mondiale marche. L'opportunità gliela dette Gerhard Schneider, con l'aiuto dello sponsor BASF: al volante di una 320 aspirata, con la quale spesso riusciva a stare davanti alle vetture turbo. Tragico parallelo, sia Hoettinger che Buerger morirono nel 1980 al volante di Formula 2. 


L'altro modello è la versione GP di Monaco 1981 dell'Ensign-Cosworth N180B pilotata da Marc Surer, che nell'occasione riuscì a guadagnare un bel sesto posto (e un punto mondiale) nel giorno della vittoria di Gilles Villeneuve con la Ferrari. Il rapporto fra il pilota elvetico e la Ensign, però, si interruppe e Surer continuò la stagione alla Theodore di Teddy Yip. 





Entrambi i modelli sono in edizione limitata a 300 pezzi numerati e possono essere acquistati ai seguenti link: 

https://www.raceland.de/BMW-320-Gr.5-GS-Tuning-Glysantin-4-Div.2-DRM-Norisring-1979-Hans-Georg-B%c3%bcrger-6

https://www.raceland.de/Ensign-N180B-Cosworth-V8-F1-ISM-Lepitre-6-GP-Monaco-1981-Marc-Surer-6


[Spazio sponsorizzato]


Rétromobile 2021 riprogrammata al 1-6 giugno

Niente Rétromobile agli inizi di febbraio. Com'era facile immaginare, l'organizzatore Comexpo ha deciso di rimandare l'edizione 2021 agli inizi di giugno. La decisione era nell'aria da tempo ma è stata ufficializzata ieri. Ammesso che la situazione globale si fosse rimessa un po' a posto di qui a febbraio, non ci sarebbe stato il tempo materiale per mettere su un evento di questa portata. Del resto, l'annullamento delle esposizioni autunnali come Reims ed Epoqu'auto a Lione non lasciava sperare nulla di buono e anche la cancellazione di un appuntamento come il Salone dell'agricoltura all'Expo parigino è stato un chiaro segnale che Rétromobile avrebbe subito variazioni nel proprio calendario. Comexpo cerca di salvare il salvabile rimandando tutto dal 1° al 6 giugno. Resta da seguire la situazione di altri saloni in Francia, come Avignone, programmato a fine marzo, che potrebbe a questo punto essere il primo evento dell'anno. Reims, inizialmente rimandato al 5-6 giugno, è slittato al 19-20 giugno 2021 proprio a causa di Rétromobile. 

18 novembre 2020

Lo speciale e l'amica di nonna Speranza

Parlavo ieri sera con Bruno Boracco ed evocavamo i tempi di fine anni settanta e inizio anni ottanta quando i criteri di giudizio (e le quotazioni) dei modelli erano molto diverse rispetto a oggi. Non soltanto per le competenze tecniche che ogni collezionista aveva, ma anche per le priorità che si davano a certi modelli che oggi non valgono più niente e viceversa. All'epoca, a una borsa, scambiavi una Moskvitch di produzione russa con una Giulia Mebetoys perfetta con scatola e chi ti dava la Giulia ti ringraziava anche. I confini erano chiusi, i modelli esotici arrivavano lontano col contagocce e il gusto della stranezza e della rarità prendeva strade che oggi sarebbero impensabili. Trenta o quarant'anni dopo, il panorama è cambiato. 

Oggi siamo in piena era dell'uniformità, con gli Spark che arrivano nelle case del collezionista europeo, di quello americano, di quello australiano e di quello giapponese pressappoco negli stessi giorni. Una collezione vale l'altra. All'epoca, in assenza di contatti globalizzati, ognuno sviluppava le proprie tematiche con un'originalità e una diversità che facevano sì che ciascuna collezione riflettesse molto di più la personalità del proprietario. Montati ce n'erano pochi, se volevi tanti modelli dovevi rassegnarti a montare i kit e ci si ingegnava come si poteva. La rarità di un modello veniva vissuta con molto più pathos: si potevano impiegare mesi a cercare un modello, a forza di lettere, telefonate, passaparola e contatti più o meno trasversali. E quando il pezzo cercato come l'ago nel pagliaio arrivava, non ci si curava troppo se avesse una decal storta o uno specchietto rotto. La rarità era più importante di qualsiasi altro particolare. E' possibile oggi vivere (o rivivere) storie di questo genere? Certamente no. Il mondo è ormai on-line e on-line vuol dire che se vuoi veramente qualcosa, puoi trovarla nel giro di qualche ora al massimo, se hai gli strumenti informatici giusti. 

Ma se il gusto della ricerca si è perso, quello della varietà non è del tutto tramontato. Su Facebook ci sono dei gruppi composti esclusivamente ai collezionisti di Spark, ai quali queste considerazioni suoneranno buffe e anacronistiche come il salotto dell'amica di nonna Speranza. Ma esistono ancora gli appassionati del kit, sia montato in proprio sia come modello d'autore, e si direbbe che, sempre sul famigerato social, gruppi di appassionati dello speciale siano numerosi e attivi come non mai. Oggi, mettendo a posto tra gli scaffali, ho allineato qualcuno di quei modelli, per il gusto di vedere l'effetto che faceva. E' sempre un bell'effetto, la cui magia non ha perso lo smalto degli anni novanta quando, da universitario, mi divertivo a osservare per qualche minuto un Provence Moulage appoggiato sul bordo della libreria (cercando comunque di non farlo cadere, eh). Un'armonia e una luce piene di calore emanano da questi modelli, con le loro imprecisioni, i loro difetti, forse anche le loro ingenuità. 

Caratteristiche, queste da cui neanche i più agguerriti Spark, Looksmart, Truescale e chi più ne ha più ne metta sono esenti. Se le cose hanno un'anima, gli speciali ne hanno una grande e generosa. Agli occhi di chi li guarda da sempre, di chi li ha visti nascere, di chi sa come sono fatti e perché, la sensazione di avere a che fare con un pezzo di storia di questo piccolissimo settore regala momenti di pura soddisfazione. E non è questo che ci aspettiamo da un modello - che ci dia qualcosa in cambio di tutte le energie fisiche ed emotive che gli abbiamo dedicato?

Fiat Abarth 031 Prototipo Giro d'Italia 1975: un montaggio su base Barnini di Fabrizio De Gennaro

 No, non ci siamo dimenticati degli speciali tradizionali, che continuano ad offrire spunti notevoli a chi sappia apprezzarne i tanti aspetti positivi. Pubblichiamo qui un montaggio di Fabrizio De Gennaro di un vecchio kit Barnini dell'Abarth 031 Giro d'Italia 1975. In questo modello il cofano era apribile (senza cerniera) e con dettagli abbastanza sommari del motore. De Gennaro ha aggiunto diversi particolari del propulsore, montando poi il cofano in posizione fissa aperta. Corretta la verniciatura con il giusto punto di rosso. Ne è venuto fuori un modello di indubbio fascino che conferma che un kit montato bene può dire la sua ancora oggi in piena era resincast. 













16 novembre 2020

Game & Watch: versione commemorativa in occasione del 35° anniversario del primo Super Mario Bros

I lettori del blog si chiederanno: cosa c'entra con i modelli? Niente. O quasi niente. Se ripercorro sul filo della memoria i miei anni ottanta, fra elementari e medie, le ore di quelle giornate che sembrano lunghissime erano scandite dal Walkman WMII della Sony, dal Subbuteo e dai Game & Watch della Nintendo. Il primo che ebbi, nell'estate del 1982, fu Chef, uno dei più divertenti, secondo me. Erano ancora le versioni a un solo schermo, ovviamente in bianco e nero. Ne seguirono poi altri, magari sempre più sofisticati ma non necessariamente più appassionanti. Fra i miei preferiti in assoluto, anche Mario's Cement Factory (quanto divertimento in quell'estate del 1983 passata a Firenze insieme a due kit SRC, la Ferrari 312PB Brands Hatch 71 e la Lotus 72D), Donkey Kong, Oil Panic o Manhole. Nomi che ancora oggi mi ricordano l'odore dell'Autan e della grande stanza della casa di campagna di alcuni miei amici dove si svolgevano interminabili tornei di ping pong o - appunto - di Subbuteo. 

Il gioco elettronico della Nintendo, anche se tendeva a farci isolare più del dovuto (e c'era già chi metteva in evidenza i possibili rischi di queste deriva - ed eravamo agli inizi degli anni ottanta!) stimolava i riflessi e la capacità di concentrazione. Era una sfida con se stessi dove l'unico responsabile dell'errore era il giocatore stesso. La lettura di AutoModelli, la rivista di Mario Barteletti, accompagnava le pause fra una partita e l'altra, in quelle tranquille estati in cui l'unica preoccupazione erano i compiti per le vacanze. Una generazione, questa, che ancora non ha ricevuto lo statuto di vecchia, ma non preoccupatevi, è solo questione di qualche anno. E come tutti i vecchi che si rispettino, anche questa generazione X (quella dei nati fra il 1965 e il 1980, tanto per stabilire qualche convenzionale limite temporale) sarà oggetto delle furbe operazioni nostalgia dei grandi produttori. E in occasione del 35° anniversario dell'uscita del primo Super Mario Bros, la Nintendo ha pensato bene di far uscire un Game & Watch delle stesse forme e dimensioni di quelli a schermo semplice degli anni ottanta, con due giochi a colori e un terzo - in bianco e nero - che ricorda Ball, ma stavolta con protagonista Mario. 

Qualche aggiornamento tecnologico c'è: il tasto di spegnimento laterale e la presa di ricarica USB al posto delle batterie. In edizione limitata, è uscito lo scorso 13 novembre. Produzione non più giapponese ma cinese, ma questo non era neanche il caso di ricordarlo. E comunque, come avete visto, qualcosa con i modelli c'entra. Chissà se un giorno Spark non avvierà una clamorosa operazione nostalgia dando vita a una serie che ricorderà John Day e Mikansue montati? Come dite? Uno scenario da incubo stile peperoni la sera? Troppo tardi, avrebbe dovuto farlo dieci anni fa. 

Un paio di anni fa il nuovo addetto alle vendite di Brooklin mi disse che tutto era stato opportunamente ridimensionato perché i collezionisti che acquistavano i loro modelli avevano ormai quasi tutti settant'anni e passa. Che effetto pensare che i prossimi saremo noi. 

13 novembre 2020

12 Ore di Sebring: Porsche saluta l'IMSA con una speciale livrea per le due 911 RSR ufficiali

Dopo sette anni di impegno ufficiale, la Porsche termina il programma ufficiale in Nord America con la 12 Ore di Sebring, in programma questo fine settimana. Le due 911 RSR schierate dalla casa di Stoccarda avranno una speciale livrea incentrata sui colori e sui motivi della bandiera americana. Si conclude così una lunga esperienza nel campionato IMSA, anche se le 911 dei team privati continueranno a correre con i team privati. Si tratta di cicli che si aprono e si concludono, e non è certo la prima volta che un costruttore "istituzionale" nell'endurance come la Porsche si ritira almeno ufficialmente. 

Tornando alla decorazione delle 911 RSR, la numero 911, pilotata dai vincitori della Petit Le Mans 2020, Frédéric Makowiecki, Nick Tandy e Earl Bamber avrà una striscia rossa e bianca che percorrerà la parte centrale della carrozzeria, dal muso alla coda; il frontale e le fiancate saranno decorate con stesse bianche in campo blu. La numero 912, pilotata da Bamber insieme a Laurens Vanthoor e Neel Jani sarà la versione speculare della numero 911. Ormai le livree speciali "americane" delle Porsche ufficiali fanno parte di una storia nella storia: ricordiamo le due decorazioni viste a Road Atlanta nel 2018, che celebravano la 911 GT1 vincitrice a Le Mans venti anni prima. 

Per i cinquant'anni dell'IMSA, nel 2019, le vetture furono dipinte con una livrea in onore del Brumos Racing, livrea utilizzata anche a Le Mans. Alla fine del 2019 la Porsche rese omaggio alla sua lunga collaborazione con Coca-Cola, iscrivendo le due 911 RSR nel caratteristico colore rosso col motivo bianco alla gara finale dell'IMSA a Road Atlanta. A latere, possono poi essere ricordate le due livree "europee" di Le Mans 2018, che si ispiravano alla 917/20 Pink Pig del 1971 e alle 956/962C Rothmans. [foto Porsche Motorsport]



Hankook 12H Mugello 2020 (24H Series), spotters guide (foto di David Tarallo)

La 24H Series, campionato GT e Turismo organizzato dall'olandese Creventic, fa tappa in questo weekend al Mugello. In realtà la pista toscana non figurava nel calendario 2020 (dopo aver ospitato già cinque volte una gara di questo campionato negli anni scorsi) ma l'impossibilità, dovuta al covid19, di organizzare l'ultimo evento, previsto a Zandvoort, ha permesso un ritorno al Mugello, che con Creventic mantiene da sempre un ottimo rapporto di collaborazione. E' già stata confermata la presenza della 24H al Mugello l'anno prossimo. Pubblichiamo una spotters guide delle vetture partecipanti alla gara che si svolgerà come di consueto in due parti, oggi e domani. Lo schieramento di partenza, per ovvie ragioni, non è dei più nutriti ma è comunque l'occasione per apprezzare vetture preparate da team di ottimo livello, fra cui c'è la nostra Ebimotors. Foto David Tarallo

Danz/Laaksonen/Spescha (Cupra TCR DSG), classe TCR

Roman/Waszcinski/Sentis (Ligier JS2R), classe TCX
,
Breukers/Breukers (Cupra TCR DSG), classe TCR

Verdonck/Gillion/Schreiner (Aston Martin Vantage AMR GT4),
classe GT4

Renauer/Bohn/Allemann (Porsche 911 991-II GT3 R),
classe GT3

Born/Ferri/Mettler/Vescovi (Volkswagen Golf
GTi TCR DSG), classe TCR

Van Vliet/Graper (BMW M3 E92), classe TCX

Perrin/Detrin/Kaye (Audi RS3 LMS DSG), classe TCR

Mouez/Dons/Van Hover (Porsche 911 991-II GT3 Cup), 
classe 991 Cup

Hilders/Bessem (Cupra TCR DSG), classe TCR

Cutrera/Talarico/Frezza (Porsche 718 Cayman GT4
Clubsport MR), classe GT4

Renauer/Edelhoff/Kolb/Renauer (Porsche 911 991-II GT3 R), 
classe GT3

Putman/Espenlaub/Lewis (Mercedes AMG GT3
Evo 2020), classe GT3

Simon/de los Milagros Vinega/Paulet-Diaz/Valenza
(BMW M4 GT4), classe GT4

Gostner/Gostner/Gostner/Gostner (Mercedes AMG
GT3 Evo 2020), classe GT3

Kletzer/Preisig/Hagnauer/Tanner/Mettler
(Volkswagen Golf GTi TCR DSG), classe TCR

Butkevicius/Gutaravicius/Batraks/Griska
(Lamborghini Huracan Super Trofeo), classe GT3