31 maggio 2021

Ci è sfuggito qualcosa? BBR e l'isteria delle prenotazioni



Abbastanza spesso BBR manda delle newsletter che invitano chi abbia pre-ordinato un modello a pazientare. Nelle loro condizioni di vendita, i tempi di attesa, specificati in modo molto chiaro e variano da uno a ventiquattro mesi, dal momento dell'annuncio, senza alcuna possibilità di prevederli con esattezza. Quindi, se preordini qualcosa oggi, potresti averlo a luglio oppure nel 2023, prendere o lasciare. Se annulli l'ordine perdi la caparra. Con i preorder, BBR finanzia in parte i propri investimenti, e non c'è nulla di illecito in tutto questo (alcuni lo affermano come se ci fosse chissà cosa di losco nel chiedere un anticipo con una prenotazione - non lo fanno forse alberghi, concessionari di auto o ristoranti di lusso? Non ve l'ha ordinato il medico di prenotare un BBR). Del resto se i preordini fossero gratuiti sarebbe impossibile per un marchio come questo pianificare l'attività con un minimo di strategia. 

Molti collezionisti preordinano, dato che diverse referenze vanno esaurite nel giro di qualche giorno se non di qualche ora. Fin qui tutto bene. Ma mi chiedo che genere di messaggi debbano ricevere in BBR se qualche giorno fa sono stati costretti a inviare una comunicazione di questo genere, che si spinge oltre le solite circolari dai toni più neutri. Stavolta questa rasenta l'educata incavolatura. 

Cari Clienti,

Vogliamo informarvi di una situazione che negli ultimi mesi è diventata insostenibile,

tutti voi potete controllare quello che vi dico da tutti gli organi di informazione.

Il trasporto dal far east ha notevoli ritardi nelle transit time e triplicato i costi di importazione.

Molti, tanti, ora troppi scrivono ogni giorno per sapere la data consegna del modello pre-ordinato.

Quando arriva il mio modello?

Noi siamo i primi che vogliamo consegnare a voi il modello pre-ordinato, se voi aspettate con ansia 1 modello.

Pensate come viviamo noi la situazione che ne attendiamo 4.000.

Tutti i modelli ordinati e pre ordinati saranno consegnati il prima possibile.

Non riusciamo più a rispondere alle centinaia di mails tutte uguali.

Noi siamo i primi che vi consigliamo di non aderire al nostro servizio pre-ordini se non potete rispettare le nostre regole di consegna.

Vi ringraziamo in anticipo della comprensione.

Non so se si sia capito, ma sono dalla parte di BBR. Il loro servizio è chiarissimo nei termini e tutti hanno sempre ricevuto i loro ordini. BBR non ha certo bisogno di difensori; semplicemente mi viene da pensare che situazioni di questo tipo siano lo specchio dei tempi. Collezionisti sempre più abituati allo stile Amazon (il tutto e subito), che non sono capaci di attendere, che hanno fatto della lamentela e dell'aggressività un comportamento costante, ormai quasi istintivo. E, ripeto, nessuno ha promesso loro termini di attesa più brevi. La pressione a volte si fa insostenibile e oggi i più lagnosi hanno anche la possibilità di andare a piagnucolare su Facebook se c'è qualcosa che non gli torna, facendoti pubblicità negativa alla quale spesso è molto difficile controbattere in modo educato. 



Mi viene da pensare a come si svolgevano le transazioni venti o magari trent'anni fa. Ricevevi un cataloghino dattiloscritto; rispondevi per lettera chiedendo se quel determinato modello fosse disponibile. Dopo un mese ricevevi la risposta: se non c'era, ti mettevi il cuore in pace o cercavi altrove; se c'era, spedivi il tuo pagamento, con un assegno in valuta estera su una banca del paese del beneficiario oppure un vaglia postale (quando le cose iniziarono a migliorare, alcuni si avventuravano a comunicare i propri dati di carta di credito per fax). Dopo un altro mese ti arrivava il modello, magari tutto rovinato dalla gommapiuma oppure con la scatola rincarcata a causa dello striminzito imballaggio (queste cose accadevano soprattutto con i venditori inglesi). Dopo un paio di imprecazioni, ti mettevi lì e cercavi di rimediare ai danni. Fino all'arrivo del cataloghino successivo...

Era meglio? Era peggio? Visto il bestiario che ci tocca sopportare sui social, probabilmente era meglio. Ma è giusto un'opinione.  


30 maggio 2021

I prossimi modelli di Ralf Meiser (RaMei): Alfa Romeo 800A bus Ambrosini e 1900L America Ghia





Si risente parlare del marchio tedesco RaMei, specializzato in Alfa Romeo 1:43, che da un po' di tempo era inattivo. Ralf Meiser ha comunicato che due progetti sono in corso di sviluppo: il primo è un autobus Alfa Romeo 800A 36 posti Carrozzeria Ambrosini, in livrea fratelli Lazzi Firenze. Commercializzato solo montato, sarà realizzato in edizione limitata a soli dieci esemplari. 




Il secondo modello sarà l'Alfa Romeo 1900L 2+2 America berlinetta Ghia Gioiello, disponibile in tre colori: luci di bosco metallizzato, rosso-nero e acqua di fonte, per un totale di 44 esemplari. Il modello avrà cofano apribile e riproduzione del motore. 






29 maggio 2021

Elogio della diversità: cosa c'entra un Berlingo delle poste francesi con una R12 del Monte Carlo 1973? (storie di modelli, episodio 14)

Già, cosa c'entra? Niente. Niente dal punto di vista della tematica, tranne il fatto che entrambi i modelli sono di produzione francese e di marchi francesi (ma ha pressappoco lo stesso valore che dire che tutti e due hanno quattro ruote). Trovate oggi in un negozietto dalle mie parti, questi due modelli andranno insieme. Gli acquisti, anche quelli da poco come questi, hanno la loro storia, e sono destinati a richiamarsi in mille modi. Parlavo giusto ieri con un amico che apprezza molto il blog (lui lo sa e lo ringrazio, spero gli faccia piacere che lo citi) sull'importanza dei percorsi emozionali in una raccolta. Ne parlavamo a proposito della piattezza che in questi ultimi anni ha investito le modalità del collezionismo, oltre alla prevalenza, in molti casi, dell'aspetto speculativo su quello ludico. Modelli come questi due contribuiscono a rimescolare le carte nella generale mancanza di originalità. Intendiamoci: non è niente di raro né di costoso; niente di prestigioso né importante. 

Ma sono i miei. Mi racconteranno sempre la loro storia. E visto che stasera non ho voglia di parlare di cose più interessanti, posso aggiungere qualche riga sui perché questi due modelli sono entrati nella mia collezione. In fondo altri, di recente, vi hanno raccontato, proprio qui sul blog, alcune delle loro vicende di collezionisti. 

La Berlingo delle poste rappresenta una specie di continuità con la R4 furgonata di Solido che da ragazzino mi faceva sognare. In Italia non si trovava, o meglio, io non sapevo dove trovarla. A distanza di anni la recuperai a Novegro. Questo modello della Eligor (fabbricato in Francia e non ancora in Cina), in un'ipotetica vetrina farebbe da pendant. 

La R12 del Monte Carlo rappresenta invece un tentativo di Solido, ormai risalente a una dozzina di anni fa, di contrastare la concorrenza nell'1:43 con qualche modello più raffinato, decorato con tampografie e dotato di dettagli un po' più realistici, come il rollbar e i fendinebbia. Finirono nel programma anche alcuni gloriosi modelli della vecchia serie 100, come la Matra MS650 o la Porsche 908LH. I tempi, però, erano già cambiati e nonostante il prezzo competitivo il successo fu limitato al paese d'origine. 

Questa R12 potrebbe andare insieme alla Simca sponsorizzata Pam-Pam di Norev, oggi superata dallo Spark, certo, ma sempre attraente nella sua semplicità un po' naif. 

Bene, come avete visto, di cose che apparentemente non c'incastrano un tubo tra loro si può parlare tranquillamente per almeno dieci minuti. 

28 maggio 2021

Alcune note sulla Fiat 131 Panorama assistenza Abarth rally di Altaya

Uscita numero 22 nella serie 
"Véhicules d'assistance rallye" di 
Altaya, la 131 Panorama
Olio Fiat Abarth. 


Ricordate la Fiat 131 Panorama Olio Fiat assistenza rally che uscì nella gamma Ixo? Il blog le dedicò un articolo nel dicembre del 2017, al momento della diffusione dei preordini. Alcuni errori marchiani vennero corretti in fase di revisione del prototipo e il modello uscì ottenendo un discreto successo. Potete leggere quel thread a questo link: http://grandiepiccoleauto.blogspot.com/2017/12/fiat-131-familiare-assistenza-ufficiale.html . 

In quell'occasione si spiegava anche un curioso errore nato dalla copiatura di una versione ancora provvisoria delle decals del kit Arena. 

Il transkit dell'Aquilone su 
base Starline, con la targa giusta. 


Oggi lo si rivede nella serie Altaya per la Francia, "Véhicules d'assistance Rallye". A differenza dell'Ixo di serie, il nuovo modello è provvisto di fendinebbia e di un portapacchi diverso, su cui sono sistemate alcune taniche gialle e un paio di cerchi con gomme. Alcuni dettagli (forma del bagagliaio e suo marchio Fapa, taniche) sembrano mutuati da un modello slot in 1:32 di Scalextric Passion, venduto insieme a una 131 Gruppo 4 del 1000 Laghi 1976 (SP024). 

Il modello in 1:32 di 
Scalextric Passion. Su questo
modello la targa è giustamente
quadrata ma la sigla della 
provincia dovrebbe essere bianca. 


Anche la targa è cambiata e stavolta è quella, corretta, già vista su un transkit dell'Aquilone per la base Starline: TO-L67824. Solo che, sul modello da edicola, la targa ha la sigla della provincia arancione, mentre dovrebbe essere quadrata con lettere bianche, ossia il vecchio tipo. 

La targa sul modello Ixo-Altaya 
è errata (dovrebbe essere del 
vecchio tipo, mentre è quella
con la provincia arancione). 


L'immatricolazione TO-L67824 risale a metà settembre 1974, parecchio tempo prima, quindi, dell'entrata in circolazione delle nuove targhe con la provincia arancione. 

Alfa Romeo 111 ans d'Histoire: un "Hors-Série" di Sport Auto



Sport Auto è una testata apprezzata per i suoi Hors-Série che escono in Francia con cadenza pressoché mensile e che coprono i temi più vari della storia dell'auto. Dopo una bella e dettagliata monografia sull'Aston Martin, diffusa ad aprile, è la volta di un volume sull'Alfa Romeo (produzione stradale). 

L'argomento potrà sembrare eccessivamente ampio per una pubblicazione di 164 pagine e oggettivamente lo è. Ma un volume come questo può essere utile anche allo specialista come rapida consultazione perché è ben concepito, con un ampio apparato di foto, schede dei modelli principali, curiosità e riassunti preziosi per chi desideri informarsi decentemente senza perdere ore in ricerche. Diffuso nelle edicole e nei supermercati, Alfa Romeo - 111 ans d'histoire ha un prezzo di copertina di € 15,90. 


Parecchio rosa: la Dodge Coronet 1955 di Brooklin Models

 



Nel 1955, la Dodge decise di commercializzare una linea pensata per il mercato femminile: nacque così il concetto "La femme". Le auto,  verniciate in rosa,  venivano vendute provviste di una serie di accessori specifici. Nel 2019 alcune donne che lavoravano a Brooklin proposero un'operazione simile con i modelli, sfruttando soggetti già presenti nella gamma. 


E' uscita in questi giorni la Dodge Coronet 1955 prodotta in un'accattivante livrea in due toni di "soda pink" (art.BRK97P); il modello si fa apprezzare anche per la presenza sul sedile posteriore di un ombrello e di una borsa! Ovviamente rosa anche loro...




27 maggio 2021

Torna nel 2022 il Salone di Ginevra: le date previste sono dal 19 al 27 febbraio

Il comitato organizzatore del Salone di Ginevra ha diramato oggi un comunicato che conferma l'intenzione di riprendere nel 2022 la consueta manifestazione dopo due anni di interruzione. Pubblichiamo il comunicato nella sua interezza, sperando davvero che le condizioni permettano la ripresa di un evento la cui mancanza si è fatta sentire in questo biennio così strano. 

Le Geneva International Motor Show (GIMS) a ouvert les inscriptions pour sa prochaine édition qui se déroulera du 19 au 27 février 2022. Les exposants auront jusqu’à la mi-juillet pour s’inscrire à l’événement 2022. Cette 91e édition du salon s’annonce prometteuse et inédite, à condition, bien sûr, que la situation pandémique y soit favorable.

Le prochain Geneva International Motor Show se tiendra à Palexpo, dans neuf mois seulement. Compte tenu de ce timing très serré, les exposants sont d’ores et déjà invités à s’inscrire et à commencer la préparation de leur stand, pour cet événement qui sera sans nulle doute l’un plus importants dans leur calendrier marketing. Les exposants pourront par ailleurs participer aux deux journées de presse exclusives le 17 et 18 février, qui se dérouleront juste avant l’ouverture officielle du show.
 
En présage d’une édition différente, le directeur général du GIMS, Sandro Mesquita, a annoncé : « Avec l’ouverture des inscriptions, l’organisation du GIMS 2022 est officiellement lancée. Mon équipe et moi-même nous réjouissons de bientôt présenter notre concept aux exposants et, par la suite, au public. Nous espérons vivement que la situation sanitaire et les conditions cadres politiques liées au COVID-19 nous permettra de donner vie à ce projet.»
 
Le GIMS, référence incontournable des salons automobiles depuis plus d’un siècle, sera donc bel est bien de retour, avec l’ambition de surprendre à la fois fans et exposants. Dans les semaines à venir, de plus amples détails sur le concept du prochain GIMS seront présentés.

À propos du Geneva International Motor Show (GIMS)
Le Geneva International Motor Show a été un tremplin pour l’avenir de la mobilité depuis 1905. Largement reconnu comme le salon automobile le plus important d’Europe, et l’un des plus prestigieux et influents du monde, le GIMS attire à chaque fois plus de 10'000 journalistes et plus de 600'000 visiteurs à Genève. Après l’annulation des éditions 2020 et 2021 à la suite de la pandémie, le salon a désormais mis le cap sur l’édition 2022 très attendue. L’organisatrice et titulaire de droits du GIMS est la fondation «Comité permanent du Salon international de l'automobile» avec siège à Genève.

26 maggio 2021

Segnali & segnali: Starter e i pannelli per il box Toyota a Le Mans 1992

Hanno destato parecchio interesse i brevi thread sulle miscellanee "robustelliane" apparsi nei giorni scorsi. Ripetiamo l'iniziativa con qualcosa di ancora più oscuro (gli accessori di Robustelli godevano, allora come oggi, di una nutrita schiera di estimatori e non poteva essere altrimenti). Questi accessori di Starter, invece, debbono essere passati parecchio più inosservati. Si tratta di riproduzioni in fotoincisione, con la base da piegare, di quei pannelli che si sistemano nella corsia box per permettere alle vetture di arrestarsi nella giusta posizione per rifornimento e cambio gomme. I due pannelli sono relativi alla 24 Ore di Le Mans 1992: vetture numero 33 (una Toyota TS010) e numero 35 (Toyota 92C-V). Il sacchetto con il pannello della numero 35 contiene anche una decal supplementare da applicare sul lato opposto, mentre il pannello per la numero 33 ne è sprovvisto. Che si tratti di due accessori ufficialmente prodotti da Spark lo confermano i cartoncini con la dicitura esatta del modello e la foto dell'articolo. 

Ignoro se queste fotoincisioni fossero presenti anche nei relativi kit, che non ho sotto mano e che sarebbe interessante esaminare. Fatto sta che agli inizi degli anni novanta, con un mercato che iniziava a subire le prime battute d'arresto, anche i marchi che andavano per la maggiore cercavano di diversificare la loro offerta con gadget e trovate varie (André-Marie Ruf in questo era maestro e soprattutto fra la fine degli anni novanta e l'inizio dei duemila, dette fondo a tutta la sua creatività). Starter commercializzò altri pannelli come questi? E' lecito pensarlo. Non avevo mai visto questi piccoli oggetti prima di oggi, e vi assicuro che sono in buona compagnia. Magari qualcuno ne saprà di più. Interventi e commenti dei lettori, come al solito, sono i benvenuti. 

Riedizione per la Porsche 917LH Le Mans 1970 #3 di Spark (S0928)

Che i modelli della serie standard di Spark non diventeranno mai realmente rari lo testimoniano le riedizioni, peraltro perfettamente lecite, che si susseguono di mese in mese. Qualche giorno fa è stata annunciata una nuova produzione della Porsche 917LH psichedelica di Le Mans 1970, art. S0928. 

24 maggio 2021

Rassegna stampa: AutoModélisme n.275 (maggio 2021)



Questo terzo numero della nuova gestione belga di AutoModélisme è indubbiamente migliore rispetto alle prime due uscite, decisamente mediocri. Si nota quantomeno lo sforzo di proporre dei contenuti meno banali, con articoli oltretutto meglio documentati e meno superficiali nei testi. La grafica può piacere o meno: a me non piace perché, come ho detto in altri interventi, "spara" eccessivamente modelli troppo piccoli come gli 1:43, che non sono adatti a riempire metà pagina di una rivista. 



Detto questo, gli argomenti possono anche essere abbastanza interessanti: si spazia dagli articoli tematici (la pubblicità degli alcoolici sui modelli, i camion Berliet, storia dell'Abarth, prima di due puntate) alle collezioni private (bella, per chi apprezza il genere, la raccolta delle ambulanze francesi), ad alcuni confronti più specialistici, come la comparazione del modello attuale della Mercedes di Rudi Caracciola realizzato da Rio, con lo stesso modello uscito originariamente: una prova che anche i produttori tradizionali di diecast provano ad evolversi. Iniziano le recensioni delle novità, con in primo piano la Jidé Gr.4 di OttOmobile in 1:18. 



Ripeto, stavolta la rivista è tutt'altro che malvagia e i contenuti stanno finalmente iniziando a prendere una loro quadra. Tornando alla grafica, oltre che rendere un pessimo servizio a certi modelli, un'impostazione visuale di questo genere rende la rivista forse più corposa, dato che tutto si dilata oltremisura e una scarna recensione può arrivare ad occupare tre pagine, ma la rende anche meno "seria", non so se rendo l'idea; meno autorevole, più leggera, e questo è sempre un peccato. 

Si sa finalmente qualcosa anche per quanto concerne gli Hors-Série: nel 2021 ce ne saranno tre, che si accompagneranno agli otto numeri normali. Il fascicolo su Le Mans 2021 è confermato, ma l'edizione 2020, perduta con la fine del precedente editore, non sarà ripresa in una pubblicazione a sé, bensì sarà recuperata a mo' di inserto centrale nel quaderno del 2021. E' già qualcosa. 

I segnali stradali in 1:43 di Rino Robustelli: un esempio di montaggio

Ringraziamo Umberto Cattani per averci inviato un saggio dei segnali stradali di Robustelli montati e rifiniti, a integrazione del breve articolo apparso il 23 maggio 2021 sul blog e che potete leggere a questo link: http://grandiepiccoleauto.blogspot.com/2021/05/variazioni-sul-tema-robustelli-e-i.html


23 maggio 2021

Variazioni sul tema: Robustelli e i segnali stradali di gare mitiche

Gennaro Robustelli fu forse uno dei primissimi ad aver compreso l'importanza degli accessori di decorazione anche nel mondo dell'1:43 speciale. Accanto alla sua eccezionale gamma di cerchi e  fotoincisioni, Rino sviluppò verso la fine degli anni ottanta alcuni set che suscitarono l'interesse dei collezionisti. Molti ricorderanno, ad esempio, le riproduzioni dei pannelli di segnalazione box della Ferrari, elementi puramente commemorativi-decorativi, che rappresentavano una novità assoluta. Più incentrata sullo scopo modellistico, uscì nel 1988 una confezione che permetteva di realizzare alcuni segnali stradali legati a gare importanti: vi si trovava il pannello Cerda (per la Targa Florio), l'indicazione Le Mans, il Col du Turini (Rallye Monte Carlo) e l'indicazione dell'Equatore per il Safari. 





Il supporto dei segnali e le relative staffe erano in fotoincisione; la superficie era stampata in decal (con "effetto ruggine") dalla Cartograf e nella confezione venivano forniti i paletti in ottone, già tagliati alla giusta altezza. Scoprire o riscoprire certi oggetti ormai consegnati alla piccola storia dell'automodellismo 1:43 fa davvero apprezzare l'inventiva e la capacità tecnica di tanti marchi che non si limitarono solo alla produzione di modelli.

Aggiornamento del 24 maggio 2021: vedi anche https://grandiepiccoleauto.blogspot.com/2021/05/i-segnali-stradali-in-143-di-rino.html




Un'idea di professionismo: montare modelli o andare al mare?

A parte qualche invidioso in malafede con cui non vale la pena perdere tempo, capita a volte di sentirsi dire: "eh, ma con quei prezzi riuscirei anch'io a fare una serie di montati come si deve". Argomento antico ma sempre d'attualità. Il prezzo di alcune serie montate, oltre che dal "nome" del modellista, che di per sé può avere un valore in quanto conosciuto, stimato o semplicemente alla moda (sono le leggi del mercato), presuppone una competenza acquisita in anni e anni di esercizio. Certo, anche un ottimo dilettante può far propria una conoscenza approfondita delle tecniche, tale da farlo avvicinare come risultati a un professionista. Potrà forse montare un modello di elevata qualità che per un istante lo farà sentire vicino a un Magnette o a un Jean Liatti. Ma gli mancherà, nella stragrande maggioranza dei casi, la continuità. 

Nelle mie peregrinazioni sui circuiti ho spesso sfruttato il pass di fotografo appostandomi nei pressi delle curve ad osservare i piloti. A Le Mans, un Kristensen, un Pirro, un Capello o un McNish arrivavano alla staccata sempre alla stessa velocità, frenavano sempre nello stesso punto, modulavano sempre allo stesso modo e riacceleravano sempre nello stesso momento. Questo per giri e giri, per ore e ore dei loro turni di guida. La continuità e l'assenza di errori contribuivano a vincere le gare. Un dilettante veloce magari avrebbe potuto eguagliare i loro tempi (o fare addirittura meglio, nella foga di esagerare), ma ad un giro buono ne sarebbero seguiti cinque o sei mediocri - con quali conseguenze potete facilmente immaginare. 

Nel modellismo entrano in gioco gli stessi fattori: in una serie montata tutti gli esemplari debbono essere rifiniti allo stesso livello, senza contare che l'artigiano a volte è chiamato a far bene lavori che non lo appassionano, e nulla deve trapelare dal risultato finale. 

Il professionista è pagato per dare una garanzia di stabilità, per applicarsi anche quando avrebbe voglia di andare al mare e per rispettare certe tempistiche. Questo mi è venuto in mente stamani imballando le ultime Porsche 934/5 di Madyero ancora da spedire. 

22 maggio 2021

Il Museo Matra a Romorantin-Lanthenay (Loir-et-Cher, Francia)

La riapertura dei musei dal 19 maggio scorso in Francia ci ha consentito una visita all'Espace automobile Matra di Romorantin-Lanthenay, nel dipartimento Loir-et-Cher. Il museo, aperto dal 2000, è situato nella bella ex-fabbrica della Beaulieu (fotocamere e cineprese), che già di per sé fa parte di quel vasto patrimonio di siti industriali notevoli di cui la Francia è ricchissima. Lo spazio espositivo, di proprietà comunale, si estende per circa 3000 metri quadri e traccia l'intera storia della marca dal 1964 al 2003, attraverso una cinquantina di vetture, affiancate da un'eccezionale collezione di motori e parti meccaniche, memorabilia e documenti. La totalità del materiale esposto appartiene alla famiglia Lagardère.  

Solitamente il museo aggiunge anche una mostre tematiche, ma in questi mesi, a causa della crisi sanitaria, non è stato possibile organizzare iniziative complementari. In tempi "normali" la struttura conta circa ventimila visitatori l'anno, e l'affluenza anche di non appassionati del mondo dell'auto è garantita anche dall'interesse storico-culturale di tutta l'area geografica. Di recente, la proprietà Lagardère è tornata nell'occhio del ciclone per la vendita della Matra MS670 vincente di Le Mans 1972, peraltro necessaria per il ripianamento di gravi vertenze sindacali. La collezione Matra si è quindi privata, lo scorso febbraio, del suo pezzo forse più prestigioso. 



L'idea di sostituire la vettura con una copia-manichino, suggerita mesi fa, sembra oltretutto già passata nel dimenticatoio. Tutto sommato poco male; quello che il museo ha perso non può essere sostituito da un manufatto recente e il museo resta comunque di grande interesse. Oltretutto sappiamo che nella maggior parte dei casi, una vettura da competizione del passato, a meno che non venga rinchiusa subito in un museo (e non è questo il caso della MS670 che dopo Le Mans ha continuato ad essere impiegata in gara), è soggetta a tante di quelle modifiche che definirla originale a distanza di quaranta o cinquant'anni di vicissitudini e di passaggi vari è quantomeno temerario. Vi presentiamo qui una gallery del museo Matra. Foto di David Tarallo