Di Auto Italiana il blog aveva recensito il primo numero all'inizio di novembre 2019. Saltato il secondo numero, che non aveva a mio parere mantenuto le promesse del primo, ecco il terzo (primavera 2020), che invece sembra proseguire il cammino che l'editore ha pensato per questa rivista così anomala, almeno per il panorama nostrano. La terza uscita di Auto Italiana è quasi interamente consacrata all'Alfa Romeo che nel 2020 compie 110 anni. Ricordiamo che nel 2010 Marchionne rifiutò qualsiasi celebrazione in occasione del secolo dell'Alfa, reputando che semplicemente non ci fosse nulla da festeggiare, viste le condizioni miserevoli in cui il marchio si trovava all'epoca, sia come vendite, sia come gamma in catalogo. Non è che oggi la situazione sia tanto migliorata, anzi. In ogni caso, un anniversario come questo merita, almeno dal punto di vista editoriale, una particolare attenzione, e Auto Italiana lo fa in maniera originale e interessante, cavalcando passato e presente con una serie di articoli di ottimo livello, ben scritti e ben documentati.
Auto Italiana non è propriamente né una rivista di storia né una rivista di attualità: anzi, è tutte e due le cose ma a modo suo ed è per questo che ogni uscita non è destinata a lasciare indifferenti. Lo sforzo di proporre qualcosa di nuovo e di livello superiore alla media è evidente, e i risultati sono apprezzabili. In questo numero 3 abbiamo tanti contributi su aspetti anche meno noti della storia dell'Alfa, fra cui un ricordo di Nicola Romeo scritto dal bis-nipote, una carrellata su alcuni personaggi che hanno fatto grande questo marchio, una fresca intervista al pilota Giovinazzi o una chiacchierata con Bernie Ecclestone.
Completano il menù fotografie e documenti rari e mai banali. Notizie difficili da trovare altrove si celano un po' dappertutto nei testi redatti con una cura che oggi è merce rara. Auto Italiana non è una rivista per tutti ma neanche vuole esserlo. Meno male. Appuntamento a luglio con il quaderno numero 4.
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