06 aprile 2020

Com'è Autodiva? Analisi di una rivista un po' atipica (numero 43, terzo trimestre 2020)

Autodiva ricorda un po' il nostro Autocollezioni Magazine: contenuti molto selezionati, direttore-factotum (nel nostro caso Gérard Gamand, pilota, collezionista, esperto di storia). La rivista esce ogni tre mesi e si pone come obiettivo quello di trattare temi particolari, poco conosciuti e comunque sotto un aspetto inedito con documentazione di qualità. In passato, iniziative editoriali di questo genere  hanno avuto vita breve (vedi ad esempio Historic Motor Racing all'inizio degli anni duemila) mentre altre, finanziate in modo adeguato, hanno potuto continuare in modo abbastanza tranquillo la loro vita. Autodiva, in lingua francese, costa € 9,90. La cover story di questo numero è dedicata a Jean Rondeau, di cui quest'anno ricorre il quarantesimo anniversario della vittoria di Le Mans. Su Rondeau è stato già scritto tanto, compresi alcuni libri molto ben fatti, contemporanei alla sua attività. 

Eppure in questo articolo di 15 pagine, qualche cosa di interessante e di inedito si trova, compreso un utile schema con tutta la produzione Rondeau, con un occhio particolare per il modello M379, quello vittorioso a Le Mans. Le foto appartengono all'archivio di Christian Vignon. 
Interessante, nello stesso numero, la prova della Venturi 400 in configurazione monomarca; altri articoli storici raccontano la stagione Can-Am 1966 e l'evoluzione della prima McLaren di Formula 1. 
Davvero intriganti le memorie di Guy Prat, meccanico della Matra, che racconto a Henri Gué la lunga trasferta a Buenos Aires per la 1000km del 1971, gara tristemente passata alla storia per l'incidente di Ignazio Giunti. In sintesi, Autodiva non è forse una pubblicazione irrinunciabile come potrebbe esserlo Automobilsport, ma merita senz'altro una certa attenzione per l'originalità delle scelte e la cura dei testi e della documentazione. 

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