10 agosto 2019

Rassegna stampa: Auto Modélisme n.258 (luglio-agosto 2019)


Se non avete ancora il numero 258 di Auto Modélisme non ve la prendete: non vi siete persi niente. Da alcuni anni ormai, l'uscita estiva della rivista del gruppo Michel Hommell esce con uno speciale dedicato, in alternanza un anno a Porsche, un anno a Ferrari. Questa è la volta della Ferrari, con un numero apparentemente pieno di contenuti. Il problema è un altro: questo genere di "speciale" dimostra ormai tutto il peso degli anni, soprattutto in un'epoca in cui la gente non aspetta l'uscita di una rivista cartacea per trovare qualcosa di ordinario. Per carità, nessuna ostilità nei confronti dell'impegno della redazione, che ci mette l'anima per confezionare qualcosa di decente. Ma non è più il tempo; il tempo è forse per gli Hors Série di Le Mans, tanto per fare un esempio, ma tutto quello che presenta il numero estivo di Auto Modélisme è vecchio nel peggiore senso del termine. Innocente, magari dignitoso, ma irrimediabilmente obsoleto e quindi poco interessante.

A che serve l'ennesimo articolo sul presepe-diorama (indovinate su cosa? Le Mans 1970! Ma non si era detto che quella gara in realtà non si è mai corsa?), a cosa serve la rassegna sulle Ferrari di Niki Lauda, la retrospettiva sulla serie delle berlinette 250 in scala 1:18 o le recensioni-fotocopia dei BBR? Onestamente: qualcuno comprerà un BBR perché ne ha letto la recensione su Auto Modélisme magari dopo che il modello è andato esaurito? Si salva, per il merito della firma, il pezzo di Jean-Marc Teissèdre sulla storia in 1:43 della Ferrari 333SP, obiettivamente ben documentato grazie alla straordinaria esperienza di chi sui campi di gara ci ha passato una vita. Il resto è deprimente ma - paradossalmente - non per colpa della redazione. Sono cambiati i tempi e l'informazione, se non cambia con loro, è destinata ad estinguersi come una specie inutile.

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