26 agosto 2019

Jean-Paul Magnette e una serie (molto) limitata di Ferrari 365 GT 2+2 di AMR

Il risultato era in linea con gli standard immacolati cui
Magnette ha abituato i collezionisti dalla fine degli anni settanta. 
La verniciatura era come al solito impeccabile, finissima
e di grande leggerezza. Gli assetti studiati al millimetro, tutto
tornava con una spontaneità che non aveva nulla di improvvisato. 
Quando pensi alla Ferrari 365 GT 2+2 di AMR ti viene in mente quella bellissima serie montata per il negozio ginevrino Amacher, sulla quale esiste anche una storia, piuttosto romantica, legata all'attore Gianfranco Jannuzzo e a sua moglie (all'epoca) Gabriella Carlucci. Ma veniamo più allo specifico. Stavolta non parlo del modello fatto per Amacher, ma di un'altra edizione, montata da Magnette, realizzata ormai diversi anni fa. Verso il 2010-2011, Jean-Paul Magnette aveva trovato in Miniwerks (California) un distributore, almeno ufficialmente, esclusivo. I montaggi JPM fatti per Miniwerks andavano a ruba e accadevano fenomeni analoghi a quelli che sono sempre accaduti nel mercato delle supercar vere: entrare nella lista degli eletti, aventi diritto ad acquistare i modelli, era difficilissimo e alcuni erano addirittura disposti a pagare svariate centinaia di dollari per progredire nella "waiting list". Io stesso mi ero visto più volte offrire ottocento o mille dollari per cedere definitivamente la mia posizione di vantaggio, che si era consolidata nel tempo, anche grazie ad uno stratagemma direi abbastanza semplice ma ingegnoso. Ero riuscito a fornire al titolare di Miniwerks via via abbastanza kit da far montare a Magnette, guadagnandomi quindi un po' di voce in capitolo sia nella scelta dei soggetti, sia nell'opzione dei colori e delle versioni. Mi rifornivo in parte da collezionisti italiani, tedeschi e francesi, ma quello che aveva ancora molti kit in condizioni perfette, provvisti dei sigilli ufficiali AMR, era l'eccellente montatore del marchio Minidelta.
L'esemplare che dette l'ispirazione, fotografato nel maggio
del 2010 a Spa. 

L'idea di una 365 GT 2+2 celeste metallizzato con
interni blu piacque e Magnette decise di farne una serie
limitata che andò a ruba. 
Un modello di cui riuscimmo a raccogliere un numero sufficiente di kit fu dunque la Ferrari 365 GT 2+2 di X-AMR. Era la fine del 2010, e giusto nel maggio di quello stesso anno avevo fotografato in occasione della gara di Spa della Le Mans Series un bellissimo esemplare blu chiaro metallizzato con interni blu. Venne poi scelta una seconda combinazione per un'altra serie limitatissima in verde metallizzato con interni verdi. Riuscii a fotografare i modelli appena verniciati nel corso di una mia visita a Magnette nel dicembre del 2010. A fine gennaio 2011 le due serie di 365 GT 2+2 furono completate e gli agognati pacchetti raggiunsero le case dei loro proprietari che avevano già prenotate e pagato a suo tempo senza esitare un attimo. Oggi quella stagione è ormai finita. Per certi versi è un bene, per altri è un male. Del resto, quando si parla di AMR spesso ci si trova ad oscillare con grande facilità tra sentimenti gioiosi e altri decisamente amari. Dev'essere il destino di questo marchio, dividere, far discutere, dare piacere e suscitare controversie. I collezionisti che sono rimasti nel giro devono essersi rassegnati a questa duplice natura insita in questi modelli.

La serie delle 365 GT 2+2 fotografate nel dicembre 2010
nel laboratorio di Magnette: tre blu e due verdi.
Una delle scocche pronta per il montaggio, dopo
la fase di verniciatura. 
E' sicuramente un bene perché si era giunti a dei livelli di parossismo speculativo che potrei definire febbricitanti. E' un male perché entrare in quei meccanismi è stata un'esperienza molto istruttiva che mi ha fatto conoscere molti montatori di grande livello. A mio parere Magnette, nella sua semplicità, che non significa semplicismo, resta un maestro difficilmente imitabile. Ho scritto spesso di Magnette e della sua "mano" e forse non c'è bisogno di tornare sull'argomento. Però quando si ha voglia di raccontare storie di questo tipo significa che si sta diventando vecchi. 

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