Il mondo dell'automobilismo non ha forse mai conosciuto maggiore incertezza come in questi ultimi anni, se si eccettuano i tempi pionieristici quando la strada definitiva da percorrere era ancora un'incognita. Paradossalmente anche un secolo fa la partita si giocava fra petrolio ed elettricità: vinse il petrolio grazie ai costi bassi della materia prima. Ai nostri tempi viviamo un momento in cui i costruttori, spesso bloccati dall'incapacità di fare previsioni certe con un minimo di margine, si accontentano di tirare a campare proponendo soluzioni ora obsolete, ora apparentemente "moderne", finendo comunque per aumentare i pesi e di conseguenza le potenze, le misure dei cerchi, dei freni e delle gomme, finendo per creare mostri su mostri che non stanno in strada se non grazie all'ausilio dell'elettronica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, con una Mercedes che ha perso se stessa, la Ferrari SF90 da 1600 kg, la BMW Serie 1 a trazione anteriore e una miriade di altri mezzi inutili, ibridi o elettrici, costosissimi, irrazionali e sostanzialmente pleonastici. In tanto guazzabuglio, qualcuno per fortuna ci azzecca ancora. La Porsche è uno dei pochi marchi in grado di innovare davvero, magari percorrendo in chiave moderna strade che la fisica da sempre indica come quelle giuste.
La prossima uscita dalla Cayman GT4 stradale lo sta a testimoniare. Potremmo dire che, paradossalmente, la Cayman GT4 è la vera 911, visto ormai come hanno conciato la loro icona: bel prodotto, forse ancora uno di quelli che esteticamente si salva, ma cos'ha dell'idea primigenia della 911? Niente. In compenso la GT4 promette bene e recupera quell'idea di sportiva stradale a motore centrale che fu la 904 Carrera GTS, un concetto che Porsche, nel lontano 1964, non ebbe il coraggio di sviluppare a dovere per il mercato di serie, preferendo la 911. Poi sappiamo tutti com'è andata, fino a far divenire la 911 un'icona talmente inattaccabile che ha rischiato a più riprese di far fallire tutta la baracca e altrettanto a più riprese è stata in grado di risollevarla. Oggi sembra che la Porsche abbia fatto pace tirando fuori una generazione capace - almeno apparentemente - di mettere d'accordo puristi e futuristi. Però chi vuole una 911 vera (quindi con i suoi difetti) non butta 100000 euro o quelli che sono in una 992, ma si va a cercare una S del 1971 o una Turbo del '75 e ci si diverte imparando a guidare quel compendio di irrazionalità che è quella macchina.
Intanto la Taycan elettrica, dopo aver affrontato positivamente una prova endurance a Nardò, ha battuto il record della categoria auto elettriche a 4 porte sul Nurburgring, girando in 7'42". Abbiano o non abbiano un futuro, per lo meno i veicoli elettrici impongono una sfida tecnologica e Porsche si sta preparando a far concorrenza alla Tesla. Presto probabilmente ne farà un sol boccone, ammesso che ci sia mercato per questo genere di prodotto. La Taycan sarà supportata mediaticamente dal programma in Formula E. Tutte le tempistiche sono state studiate con attenzione e l'operazione di marketing non si discute. Personalmente se penso che fino a due anni fa stavamo commentando le vittorie delle 919 mi viene un po' da vomitare, ma del resto anche il sistema ibrido favorito dai regolamenti FIA e montato sulle LMP1 serviva a promuovere la vendita delle auto di serie, facendo credere alla gente che quello era il futuro della mobilità intelligente.
Quella dei progressi della Taycan è in ogni caso una buona notizia, perché dimostra se non altro una ricerca della novità. Se Ferrari o Alfa Romeo avessero deciso di imporsi con qualcosa di veramente avanzato concependo un veicolo simile, o se l'avesse fatto Maserati, magari con una Quattroporte in chiave post-moderna anziché continuare a propinarci cadaveri come la Ghibli, non sarebbe stata questa la vera svolta per la tanto decantata tradizione italiana? Abbiamo iniziato con la Porsche e siamo finiti al gruppo FCA. Ci sarà pure un motivo.
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