05 agosto 2019

Qual è la miglior rivista di automobilismo?


Se lo saranno chiesto in tanti, e in tanti continuano a chiederselo, specialmente oggi in un'epoca di profonda crisi della carta stampata. Partiamo da una specie di assioma. Qual è la nazione dove l'automobilismo è più radicato? Dove esiste una base dura e pura di appassionati, dove restano tanti artigiani, dove c'è cultura, competenza e tutto sommato anche soldi?
Risposta: l'Inghilterra. Ecco perché a mio avviso è molto probabile che l'elite della stampa specializzata arrivi da laggiù. Gli inglesi sono stati maestri nella storiografia dell'automobilismo e sono stati per anni e anni inarrivabili nel pubblicare anche memorie di personaggi e giornalisti quando in altri paesi ci si accontentava di poco e quel poco era spesso anche piuttosto povero e scadente. La stampa periodica in Inghilterra vanta delle vere e proprie istituzioni. Non so se i lettori concorderanno nel mio giudizio, ma se dovessi dare la palma della miglior rivista di automobilismo la darei a Motor Sport. Per tante ragioni: in primis naturalmente per i contenuti, ma questi sono valorizzati, nobilitati da una veste grafica inconfondibile e da un'ineguagliabile tradizione (è stata fondata nel 1924...).

Motor Sport cambia con i tempi ma non tradisce se stessa, ed è questa la chiave del suo successo. Non è una rivista da leggere frettolosamente. Non ha voluto cedere all'imperante svilimento dei testi, rivendicando il proprio ruolo cartaceo che è la sola ancora di salvezza in un'era in cui le notizie di attualità passano su Internet. Inutile cercare di rincorrerle; anche settimanali come Autosprint hanno capito che se vogliono continuare ad avere una qualche chance di restare sul mercato devono adattarsi proponendo qualcosa di diverso. Motor Sport non è per tutti, ma non avrebbe potuto nascere che in Inghilterra, dove c'è ancora il gusto per la storia e per l'approfondimento.

Ciò che sorprende è ancora la quantità di commenti, arguti e pregnanti, di tante firme eccellenti, da Mark Hughes a Doug Nye, da Mat Oxley a Andrew Frankel. Motor Sport cammina felicemente sul filo tra passato e modernità. E' una rivista completa, alla quale a suo tempo Alessandro Tedeschini di Autocollezioni Magazine doveva essersi ispirato, ma i presupposti in Italia - si sa - sono ben diversi e la cosa finì nel giro di qualche stagione, non dopo aver fornito qualche bella prova di giornalismo nostrano di alto livello.

Ma Motor Sport è inimitabile: va gustato come un libro, in santa pace su un divano, magari accanto a un modello (meglio se un SMTS o uno Scale Racing Cars). Non ha nulla di modellistico, Motor Sport, ma è ricco di storie, oltre che di storia, e certe riflessioni che gli autori fanno scivolare tra le righe valgono molto. Raramente Motor Sport è banale, ti lascia tangibile il senso di quello che leggi. Non faccio esempi, ce ne sarebbero tanti. Ma se dovete scegliere una sola rivista con la quale passare qualche ora in relax, scegliete questa.

1 commento:

  1. Motor sport è l'unica rivista che ha sempre investito sulla storia dell'automobilismo (storia vera, mica rievocazioni storiche o auto d'epoca restaurate in modo per così dire "improbabile"). In Italia non esistono equivalenti di questo tipo (forse Autosprint comincia a capire qualcosa, speriamo). Peccato, questo sport è pieno di storie più o meno famose che sarebbe interessante parlarne, ma forse il problema é il pubblico, che sembra più interessato a insultare Emanuele Pirro per la penalizzazione di Vettel su Facebook piuttosto che provare a costruirsi una certa cultura automobilistica. Non so quanti di loro leggerebbero (anche tradotto in italiano) "America's Le Mans pioneers" qui postato come esempio.

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