Ricordate cosa offriva il panorama dei modelli di gran serie (diciamo industriali) agli inizi degli anni novanta? Si arrivava da un decennio eccezionale, contraddistinto dall'ascesa degli speciali e dal declino di alcuni marchi diecast che non erano riusciti a contrastare le perdite di vendite nel settore del giocattolo.
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La prima Skyline di Rosso fu la vettura pilotata da Hoshino e Suzuki nel JTCC 1990. |
Alcune di esse, come Norev, avrebbero poi cercato di riciclarsi nel settore esclusivamente modellistico; altre, come Solido, avrebbero continuato con serie più o meno fortunate ma senza sostanziali novità. Nel diecast per collezionisti, la metà degli anni ottanta aveva visto la nascita di fabbricanti che si erano dati un obiettivo ben preciso, quello del pezzo concepito per un pubblico di soli adulti. Erano nate Vitesse e Box Models, che si erano affiancate con ottimi prodotti a marchi già presenti da molti anni come Rio e Brumm. Il nuovo decennio portò la rivoluzione Minichamps, pioniere del made in China grazie all'intraprendenza di Herr Lang. |
La finitura della carrozzeria era perfetta, con una superficie liscia e lucida. |
In Giappone, alcuni produttori conobbero uno sviluppo tecnico notevole, con modelli all'avanguardia anche se sempre piuttosto cari e di difficile reperibilità in Europa. Era il caso di Rosso Corporation, un marchio nato nel 1991 per iniziativa di un gruppo proveniente dalla Fujimi. Rosso si contraddistinse fin da subito per la grande qualità dei prodotti e per il fatto di scegliere l'ABS come materiale principale. La produzione di Rosso spaziò in varie dalle popolari 1:43 e 1:24 fino alla ben più esotica 1:8.
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L'intera decorazione era realizzata in tampografia, compresi i ganci fermacofano. |
In altra sede sarebbe sicuramente interessante raccontare l'intera storia di Rosso. In questo breve articolo, invece, presenteremo solo il primo modello uscito nella serie 1:43 (denominata G-P), la Nissan Skyline GT-R R32 Gruppo A. La versione di apertura, qui fotografata, si presentava nella classica livrea Calsonic del JTCC 1990. Seguirono altre varianti, fra le quale una particolarmente gradita al pubblico europeo, la vincente della 24 Ore di Spa 1991. |
Da questa immagine è possibile apprezzare la perfetta chiusura del cofano motore, apribile. |
La Skyline R32 venne proposta anche in kit in un'altra serie, denominata CAM, provvista di parti supplementari in fotoincisione e in metallo bianco, di cui i montati G-P erano privi. Oggi, a trent'anni di distanza dalla commercializzazione di questi modelli, stupiscono l'accuratezza delle linee e la precisione del montaggio.
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Molto dettagliati gli interni, con rollbar completo e cinture separate. |
Le Nissan avevano sportelli e cofano apribile; il livello generale non è inferiore alle 1:43 della Faller. Le decorazioni sono tutte in tampografia, gli interni sono accurati, con rollbar completo e riproduzione delle cinture di sicurezza con un materiale cartaceo che simula molto bene la stoffa. Tanti dettagli emergono se ci si dilunga in un'osservazione più approfondita. |
La scatola con la sua grafica tipicamente giapponese ricordava un po' le confezioni dei robot e dei giochi elettronici. |
Rosso Corporation ebbe vita breve. Un incendio ne distrusse lo stabilimento, sito a Shizuoka ma già le cose non stavano andando benissimo, probabilmente a causa dei tanti investimenti fatti in una produzione che nel giro di un anno o due aveva assunto proporzioni notevoli con una lunga teoria di soggetti concepiti ex-novo.
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Un elemento supplementare era fornito in una busta applicata al fondo della base. |
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Questo pezzo andava incastrato nel sottoscocca qualora si fosse scelto di svitare il modello dalla base. |
Per sviluppare e fabbricare i modelli, Rosso aveva dovuto ricorrere a una grande quantità di collaborazioni esterne, con un aggravio di costi facilmente immaginabile. L'azienda giapponese aveva un quartier generale europeo in Napoleonsberg 96 ad Aachen.
Aachen. Does this ring any bells? Era uno degli indirizzi di Paul Lang e ancora oggi vi si trova un'associazione di protezione degli animali di cui si occupa sua moglie Romy Crombach. In Italia i modelli erano importati dalla LN s.a.s. di Milano. Oggi i Rosso 1:43 (a differenza di altri prodotti della gamma, quali i kit delle Ferrari F.1 in 1:8, ad esempio) non raggiungono quotazioni di rilievo, anche perché si trovano ancora in quella specie di limbo che comprende modelli vecchi ma non d'antiquariato, di nicchia ma non popolari, belli ma non memorabili agli occhi dei più. Per certi versi, meglio così.
Devo ammettere che non conoscevo la storia che si celava dietro al marchio Rosso... sempre interessante, il blog!
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