Abbastanza spesso BBR manda delle newsletter che invitano chi abbia pre-ordinato un modello a pazientare. Nelle loro condizioni di vendita, i tempi di attesa, specificati in modo molto chiaro e variano da uno a ventiquattro mesi, dal momento dell'annuncio, senza alcuna possibilità di prevederli con esattezza. Quindi, se preordini qualcosa oggi, potresti averlo a luglio oppure nel 2023, prendere o lasciare. Se annulli l'ordine perdi la caparra. Con i preorder, BBR finanzia in parte i propri investimenti, e non c'è nulla di illecito in tutto questo (alcuni lo affermano come se ci fosse chissà cosa di losco nel chiedere un anticipo con una prenotazione - non lo fanno forse alberghi, concessionari di auto o ristoranti di lusso? Non ve l'ha ordinato il medico di prenotare un BBR). Del resto se i preordini fossero gratuiti sarebbe impossibile per un marchio come questo pianificare l'attività con un minimo di strategia.
Molti collezionisti preordinano, dato che diverse referenze vanno esaurite nel giro di qualche giorno se non di qualche ora. Fin qui tutto bene. Ma mi chiedo che genere di messaggi debbano ricevere in BBR se qualche giorno fa sono stati costretti a inviare una comunicazione di questo genere, che si spinge oltre le solite circolari dai toni più neutri. Stavolta questa rasenta l'educata incavolatura.
Cari Clienti,
Vogliamo informarvi di una situazione che negli ultimi mesi è diventata insostenibile,
tutti voi potete controllare quello che vi dico da tutti gli organi di informazione.
Il trasporto dal far east ha notevoli ritardi nelle transit time e triplicato i costi di importazione.
Molti, tanti, ora troppi scrivono ogni giorno per sapere la data consegna del modello pre-ordinato.
Quando arriva il mio modello?
Noi siamo i primi che vogliamo consegnare a voi il modello pre-ordinato, se voi aspettate con ansia 1 modello.
Pensate come viviamo noi la situazione che ne attendiamo 4.000.
Tutti i modelli ordinati e pre ordinati saranno consegnati il prima possibile.
Non riusciamo più a rispondere alle centinaia di mails tutte uguali.
Noi siamo i primi che vi consigliamo di non aderire al nostro servizio pre-ordini se non potete rispettare le nostre regole di consegna.
Vi ringraziamo in anticipo della comprensione.
Non so se si sia capito, ma sono dalla parte di BBR. Il loro servizio è chiarissimo nei termini e tutti hanno sempre ricevuto i loro ordini. BBR non ha certo bisogno di difensori; semplicemente mi viene da pensare che situazioni di questo tipo siano lo specchio dei tempi. Collezionisti sempre più abituati allo stile Amazon (il tutto e subito), che non sono capaci di attendere, che hanno fatto della lamentela e dell'aggressività un comportamento costante, ormai quasi istintivo. E, ripeto, nessuno ha promesso loro termini di attesa più brevi. La pressione a volte si fa insostenibile e oggi i più lagnosi hanno anche la possibilità di andare a piagnucolare su Facebook se c'è qualcosa che non gli torna, facendoti pubblicità negativa alla quale spesso è molto difficile controbattere in modo educato.
Mi viene da pensare a come si svolgevano le transazioni venti o magari trent'anni fa. Ricevevi un cataloghino dattiloscritto; rispondevi per lettera chiedendo se quel determinato modello fosse disponibile. Dopo un mese ricevevi la risposta: se non c'era, ti mettevi il cuore in pace o cercavi altrove; se c'era, spedivi il tuo pagamento, con un assegno in valuta estera su una banca del paese del beneficiario oppure un vaglia postale (quando le cose iniziarono a migliorare, alcuni si avventuravano a comunicare i propri dati di carta di credito per fax). Dopo un altro mese ti arrivava il modello, magari tutto rovinato dalla gommapiuma oppure con la scatola rincarcata a causa dello striminzito imballaggio (queste cose accadevano soprattutto con i venditori inglesi). Dopo un paio di imprecazioni, ti mettevi lì e cercavi di rimediare ai danni. Fino all'arrivo del cataloghino successivo...
Era meglio? Era peggio? Visto il bestiario che ci tocca sopportare sui social, probabilmente era meglio. Ma è giusto un'opinione.
Parole che condivido quasi per intero... quanto ai social, mi viene in mente quel che scrisse Umberto Eco in proposito. Come dargli torto?
RispondiEliminaNote a margine. Il testo del messaggio di BBR è scritto in un italiano tremendo. Da persona che lavora nelle traduzioni, proporrei un plotone di esecuzione, o almeno una settimana di gogna medievale, per chi utilizza google translator e scrive un testo in. italiano, lo v olta in inglese e poi lo rivolta in italiano, come sembra essere accaduto qui. Ma non basterebbero le piazze per la gogna, e i proiettili per i plotoni...
RispondiEliminaSeconda nota. BBR aspetta 4000 modelli dalle terre del Cipango, ho capito bene? Ma quindi delocalizzano come tutti e mantengono prezzi da produzione italiana? Chiedo per un amico che detesta da sempre il caramellato e adesso ha pure il diabete.
Carlo, e pensa che per carità cristiana ho anche corretto un paio di errori di ortografia terrificanti. Non dico nulla sulla versione inglese, che non ho riportato nel testo perché è ancora peggio.
EliminaDa anni BBR produce anche in Cina. I prezzi dei modelli fatti laggiù sono inferiori rispetto alla gamma italiana, che è peraltro ormai minoritaria.
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