15 maggio 2021

Le origini di una passione - di Nicola Lettieri (storie di modelli, episodio 13)

Questo episodio della rubrica Storie di modelli non lo scriverò io ma un collaboratore del blog che già conoscete bene, Nicola Lettieri. Stavolta non troverete gli speciali o i costosi obsoleti accumulati in età più matura, quando la "coscienza collezionistica" si è ormai sviluppata in modo consapevole. Troverete invece episodi legati all'infanzia, utili per comprendere certi aspetti ancestrali delle nostre passioni. Buona lettura quindi.

LE ORIGINI DI UNA PASSIONE
di Nicola Lettieri


Quasi sempre i veri appassionati di automobili hanno come costante della propria vita le auto, che li accomuna e li accompagna da bambini fino ad oggi.
Avere un interesse, una passione, un hobby, purché non diventi ossessione, è un vero toccasana che contribuisce attivamente al benessere psico-fisico, contribuendo a superare stress e momenti difficili.


Ognuno di noi, sicuramente, ha una “storia collezionistica” alle spalle che si perde negli anni.
Dai racconti di mia madre e scavando tra gli album dei ricordi ho avuto la conferma di aver sempre amato le automobili, grandi e piccole.
La prima foto della mia collezione di macchinine risale al 1978 (avevo due anni), scattata nel corridoio della casa di allora dei miei genitori.
Si vedono allineate in fila, tutte le “macchinine” che mi venivano regalate e che, pur con gli inevitabili danni provocati da un bimbo di 2 anni, mostravo con orgoglio.


Mia madre mi racconta sempre che il nonno Ciro, assecondando questa mia precoce passione per le auto, quasi tutte le volte che tornava da lavoro, mi portava in dono un modellino in scala 1/24.
Di questo passo - è sempre mia madre a raccontarlo - nel giro di pochissimi anni raccolsi un centinaio di modellini, purtroppo tutti andati perduti.
La decisione di iniziare a collezionare “scientemente” modellini con un certo criterio e senza considerarli più alla stregua di giocattoli con cui inscenare incidenti e rocamboleschi inseguimenti è datata giugno 1986 ed ha la forma di una Lancia Stratos Pirelli 1/43 Bburago.
Era la Prima Comunione della mia compianta cugina Monica, e mia zia, come cadeau da distribuire agli invitati scelse modellini Bburago 1/43 per i maschietti e bamboline per le femminucce.


A me toccò la Lancia Stratos Pirelli nella sua bella scatolina gialla.
Pur essendo da sempre appassionato di automobili, in quel periodo ero distratto da Lego, Masters, Big Jim e robot vari.
Quella Stratos fu un ritorno di fiamma e, complice il cataloghino con tutte le referenze stampato sul retro della scatola, decisi di iniziare a collezionarle tutte e mettere via tutti gli altri giocattoli per dedicarmi solo alle "macchinine".
Alla Stratos seguirono una Ferrari 308 Saba, una Renault 5 Turbo, una Ferrari 512 BB Ferrarelle e tantissime altre che acquistavo in bancarelle per strada "investendo" le 1000 Lire di paghetta settimanale di quel periodo.
Ricordo che in quel periodo qui a Napoli iniziarono a spuntare come funghi bancarelle (abusive, ça va sans dire…..) che esponevano ad ogni angolo della strada “muri” interi di Bburago in 1/43 e 1/24 che facevano la mia gioia e mi alleggerivano sin da allora le tasche.
La Stratos, col passare degli anni, finì chissà dove e non riuscii più a trovarla.
Ero convinto che fosse stata buttata via dal "Terminator" delle mie cose (mio padre...) in una delle sue incursioni in cantina ed avevo pensato di ricomprarne un’altra, magari su Ebay, per avere un ricordo.
Ma non sarebbe stata mai la "mia" Stratos, non sarebbe stata mai "quella" Stratos che mi fece diventare "collezionista di macchinine".
Ed invece, nel giugno del 2018, nella soffitta della casa al mare, la ritrovai nelle condizioni esatte in cui l'avevo ridotta: parabrezza e griglia posteriore scheggiati, vernice saltata in più punti, adesivi parzialmente rovinati. Ma non mi interessa, era ed è tuttora bella proprio per questo.
Una ripulita, una lucidata ed è ancora qui a far bella mostra di sé nella mia collezione.
Le Bburago, diventarono quindi una costante nella mia fanciullezza fino ai primi mesi del 1989.
Complice l'acquisto alcuni mesi addietro del mio primo numero della rivista “Quattroruotine" (n.2 del 1989), trovato in un negozio di modellismo ad Intra (VB), scoprii che all'interno della Stazione Centrale di Napoli c'era un negozio di modellismo: Alfa Model.
Riuscii, senza troppe difficoltà, a convincere nonno Ciro ad accompagnarmi lì per "dare un'occhiata".
Ricordo ancora lo stupore davanti a tutto quel ben di Dio nelle vetrine ed all'interno, quei modellini così lucidi, perfetti, alcuni dal costo proibitivo.


Siccome nonno Ciro aveva una Fiat 500L, decisi di comprare una 500 e scelsi la Fiat 500C tetto aperto (rif. R012) della Brumm: la basetta in plastica color legno, la teca trasparente e la confezione esterna che riportava la storia e le caratteristiche tecniche della vettura. Costo, circa 10.000 Lire.
Ero felicissimo: avevo finalmente comprato il mio primo, vero, ”modellino da collezione".
Dulcis in fundo, la titolare del negozio mi regalò anche un cataloghino della Brumm, che mi tolse il sonno per settimane, nella spasmodica attesa di poter ritornare da Alfa Model col nonno e comprare un altro modellino, sperando di trovare quello che avevo scelto dopo settimane di ripensamenti.

Da allora, le auto ed il collezionismo di automodelli mi hanno sempre accompagnato senza soluzione di continuità per tutti gli anni a venire, consentendomi di conoscere persone con le quali sono nate solide amicizie, collezionisti stranieri e, cosa più importante anche se può apparire “patetica”, mi hanno consentito di superare alcuni momenti bui della mia vita e di poter alimentare quotidianamente il “fanciullino” che alberga in ognuno di noi.


1 commento:

  1. Eh, il fanciullino di pascoliana memoria alberga allegramente nell'animo di ogni collezionista di "macchinine", non ci sono dubbi!

    Un bene, un male? Io sono sicuro che sia una cosa assolutamente positiva e se poi agli occhi dei più appaiamo come adulti poco cresciuti, be'... quelli sono problemi loro!

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