21 agosto 2020

Com'è la Porsche 911 GT1 Le Mans 1996 di Spark (S5602)

Forse ho parlato troppo di Spark sul blog di recente, ma del resto devo fare con quello che passa il convento. Arrivano degli Spark e parlo di Spark. Non ho molti sponsor anche se i pochi che ho mi lasciano scrivere quello che voglio. Altrimenti sarei io a cacciarli a calci nel culo. Detto questo, ecco una carrellata di foto della Porsche 911 GT1 di Spark, versione Le Mans 1996. Il modello è uscito da pochissimo nella versione numero 25 (piloti Wollek/Stuck/Boutsen). 

La prossima settimana arriverà anche la numero 26, quella di Dalmas/Wendlinger/Goodyear. Spark si era già dedicata alla 911 GT1, ma aveva riprodotto la versione più evoluta, quella che vinse a Le Mans nel 1998. 

Ora il marchio di Ripert ricomincia dal modello primigenio e sono già previste tutte le vetture che corsero con i team privati a Le Mans nel 1997, mentre la Porsche disponeva già di un aggiornamento. In tempi abbastanza recenti è stata Make Up ad aver riprodotto la 911 GT1 ufficiale di Le Mans 1996, ma siamo in tutt'altra fascia di prezzo. 

Abbastanza lontani nel tempo altri modelli, come il Minichamps; poi andando ancora indietro si arriva ai kit in resina. Nella sua smania di riprodurre tutto, Spark non ha quindi trascurato questa vettura. Ebbene, in che modo? Direi con una correttezza formale ma con qualche superficialità. Questa non è una vera e propria recensione approfondita, come poteva esserlo quella, pubblicata nei giorni scorsi, sulla Porsche 935/L Andial di Sebring 1984. 

Nondimeno, delle sviste sicuramente evitabili balzano all'occhio anche senza mettere il modello sotto il microscopio. Vi butto lì ciò che poteva, a mio avviso, essere realizzato con maggior cura: i codolini anteriori sono il classico trabocchetto. Make-Up non ne ha trascurato lo stacco, riproducendo anche le sedi dei rivetti. Senza arrivare a tanto, Spark poteva comunque fare meglio di ciò che vedete da soli in foto. 

La scritta Michelin in prossimità della piccola NACA laterale dovrebbe essere sulla stessa linea della presa stessa, e non al di sotto. Le paratie dell'ala posteriore dovrebbero avere i tre rivetti di fissaggio, cosa facilissima da ottenere anche con una semplice decal, se proprio non si vogliono scomodare altri sistemi. 

L'antenna è, per l'ennesima volta, troppo grossa e i tergicristalli posizionati in quel modo non mi pare trovino riscontro nella documentazione, dove appaiono sempre a riposo, ossia paralleli alla linea del parabrezza. Per il resto, tutto è trattato secondo il tradizionale stile Spark, in un modello che non porta alcuna innovazione a ciò che questo marchio ha già mostrato negli anni passati. La presa per l'attacco del sollevatore pneumatico è probabilmente errata perché Spark l'ha riprodotta con una specie di coperchio color alluminio a filo della carrozzeria, mentre in realtà dovrebbe esserci una sorta di scasso.
Gli interni sono sufficientemente dettagliati, pur non brillando per abbondanza di particolari. Assente il rollbar. In sintesi un modello onesto, che non delude del tutto ma neppure entusiasma. Stiamo forse pretendendo troppo da Spark?

3 commenti:

  1. La mia risposta è "no", non si pretende troppo da Spark. E' una ditta che ci ha abituato negli anni ad un elevato livello qualitativo (soprattutto nel settore dei modelli da pista, precisiamo), ha tutte le possibilità di realizzare sempre o quasi sempre modelli all'altezza di notevoli aspettative e quindi ogni scivolone fa scalpore. Spark è un po' prigioniera di se stessa: si è conquistata notevole stima, meritatissima, ma questo non basta. Per continuare ad essere sulla cresta dell'onda, in nessun settore ci si può permettere di dormire sugli allori...
    Da un mezzo asino non ci si aspetta che prenda ottimi voti, dal primo della classe sì.
    Perché credo sia indubbio che, in quanto al rapporto qualità/prezzo, a Macao non abbiano rivali... o sbaglio?

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    1. Sottoscrivo. Non idealizziamo però troppo i modelli Spark del recente passato perché di errori ce ne sono stati sempre, e anche grossi. Non ho avuto la possibilità di fare recensioni in modo uniforme, per cui non saprei dire con sicurezza se i modelli di oggi siano più tirati via rispetto a quelli meno recenti.

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    2. Indubbiamente, David, però Spark, almeno fino ad ora, ha mostrato le dote forse più importante, ovvero la volontà di migliorarsi costantemente (produzioni in Madagascar a parte...). Speriamo che si continui con quest'aire e che non ci si appiattisca sui buoni risultati già raggiunti. Oggi di concorrenza non se ne vede all'orizzonte ma domani chissà?

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