21 giugno 2019

Hurley Haywood, Peter Gregg e un numero-feticcio


Hurley Haywood a Le Mans nel 2019. Si riconoscono anche
Jacky Ickx, Patrick Dempsey, Wolfgang Ullrich, Hugues de
Chaunac (foto David Tarallo)

Avevo incontrato Hurley Haywood per l'ultima volta alla 24 Ore di Daytona 2003. Forse ci eravamo incrociati ancora da qualche parte, ma non l'avevo notato e non avevo avuto l'occasione di parlarci. Haywood è forse poco conosciuto dal pubblico europeo (men che meno italiano, che preferisce maledire Pirro sui social...) ma è uno che ha vinto tre 24 Ore di Le Mans e non so quante volte la 24 Ore di Daytona. A Le Mans quest'anno era grand marshall e ha portato un po' di quello spirito americano che non sempre si è ben conciliato col modo europeo d'intendere le corse. Ad ogni modo, due delle Porsche 911 RSR ufficiali, iscritte da Porsche of North America, portavano i colori Brumos in onore del concessionario che tante vittorie ha ottenuto col marchio Porsche e anche, ovviamente di Haywood, parte integrante di quei successi. Il numero 59 è uno degli elementi caratterizzanti della scuderia Brumos, il cui nome - forse molti non lo sanno - deriva da Hubert Brundage Motors, che era l'azienda che Peter Gregg aveva rilevato nel 1965 dopo la morte di Brundage.
La livrea storica presente su due delle Porsche ufficiali è composta
da tanti piccoli numeri 59 che formano le due fasce rosse e blu (foto David Tarallo). 
E il 59? "Peter Gregg - racconta Haywood - lavorava all'Office of Naval Intelligence e un giorno, vide un enorme numero 59 dipinto sul ponte di una portaerei; la forma di quelle cifre gli piacque e decise che le vetture del team Brumos avrebbero portato il 59". I colori, bianco con le bande rosse e blu, richiamano chiaramente la bandiera americana.

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