03 novembre 2020

Focus su: Renault 17TL prima serie 1976 di Solido 1:18

La 17TL di Solido è un modello
gradevole, dal rapporto 
qualità-prezzo interessante. 

Solido continua la sua produzione di vetture "normali" che hanno fatto la storia dell'automobilismo di massa fra gli anni settanta e gli anni ottanta. Una delle ultime novità è la Renault 17, che la casa francese propone in versione TL, prima serie. La 17, insieme alla 15, uscì nel 1972 per ravvivare un po' l'immagine seriosa che Renault si portava dietro nei primi anni settanta. Non che nella sua storia recente fossero mancate le sportive (una su tutti le mitiche R8 Gordini 1100 e 1300), ma quello che mancava era un coupé machista, sulla falsariga delle varie Ford Capri, Opel Manta e Vauxhall Firenza (che della Manta era l'alter ego britannico). Rispetto alla 15, la 17 era ancora più sportiveggiante, con quelle grigliature triangolari sul montante posteriore. Quanto al comportamento su strada e alle prestazioni, non è che la 17 fosse un fulmine di guerra, ma in questo genere di vettura l'apparenza era tanto - se non tutto. Per gli amanti delle sensazioni un po' più forti, la 17TS poteva far qualcosa in più per illudersi di essere al volante di una Porsche. 

Di buona qualità le cromature, convincente
la resa dei gruppi ottici. 
Norev non ha però scelto la 17TS ma una più normale 17TL, cosa peraltro che non ci sentiamo di criticare, visto che molto spesso, nel modellismo, si scelgono le versioni più nobili tralasciando tutto il resto. Il modello (catalogo numero S1803701) è definito da Norev come "R17 MkI 1976". Il 1976 fu l'ultimo anno della TL, che lasciò il posto alla sola TS (coupé e cabriolet), oggetto peraltro di un restyling. 




Quella riprodotta da Solido è una 
prima serie, millesimo '76. 


Il colore è un bel verde scarabeo, ufficialmente chiamato"vert métal verni", in catalogo appunto a partire dal 1976 e poi mantenuto anche nella gamma della "phase 2". Il vert métal verni (codice Renault 920) aveva sostituito, come verde, il "vert métal" 901 del 1975, abbastanza simile come tonalità. Sono quindi corretti i riferimenti di Solido, che probabilmente si è basata su una vettura esistente. 

Il modello è piacevole e per il prezzo richiesto credo che offra tutto ciò di cui un collezionista senza pretese esagerate richiede. Ottima la verniciatura, davvero rimarchevole su un modello di questa fascia. La grana della metallizzazione è fine e anche se si nota qualche bollicina qua e là, il colore è steso in modo più che decoroso con un risultato complessivo decisamente all'altezza. Abbiamo visto, anche in periodi recenti, modelli Solido ben più raffazzonati e approssimativi. Questa Renault 17 conserva un suo equilibrio generale, con particolari trattati in modo soddisfacente (cromature, tampografie, gruppi ottici). 

Sufficiente il dettaglio degli interni. Le portiere si chiudono 
in modo preciso, non lasciando eccessiva luce una volta
chiuse. 

Belli i cerchi dal disegno tipico di quegli anni, accoppiati a gomme dalla scolpitura fedele e dalle misure giuste. Le portiere (le uniche aperture del modello) si azionano senza troppe difficoltà. Gli interni, in plastica nera, sono più che sufficienti, col futuristico cruscotto e il volante a due razze. Non cerchiamo le raffinatezze di certi Kyosho o anche, più semplicemente, di alcuni Norev, ma l'essenziale, e anche qualcosa di più, c'è. 

Tanti dettagli ben riprodotti, come lo 
specchietto retrovisore esterno cromato. 

Le linee angolose della 17 sono state
riprodotte con ottima fedeltà. Riconoscete 
l'adesivino posto sull'angolo inferiore destro 
del lunotto?

In sintesi, questa Renault di Solido è un esempio ben riuscito di diecast 1:18 di fascia media dal prezzo abbordabile e dalla qualità più che adeguata. Certo, alcune soluzioni sono un po' approssimative, come il meccanismo che aziona le ruote sterzanti dal volante (state attenti perché la vite che unisce il fuselli del mozzo all'asta centrale (che per ragioni di robustezza è in metallo e non in plastica) è molto piatta e tende a staccarsi. Ritrovarla nella scatola o all'interno del modello è complicato e sostituirla con una uguale forse ancora più problematico. L'insieme, in ogni caso, è concepito piuttosto bene e tutto si smonta per mezzo di parecchie viti. 

La culla che ospita il sistema di sospensioni 
e sterzo è ancorata con viti alla scocca, 
sistemate all'interno dei passaruota. Occhio 
alle viti che fissano il mozzo al
meccanismo dello sterzo, che tendono a saltare. 

Gomme e cerchi sono uno dei punti forti del 
modello. 

In sintesi, un acquisto poco impegnativo e in grado di fare una buona figura. E' forse questo lo spirito che Solido insegue con la sua produzione. A volte riesce nell'intento, altre volte molto meno. Se le youngtimer anni settanta vi intrigano, questa è per voi. 

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