La vettura numero 17, seconda al traguardo col dream team composto da Derek Bell, Hans-Joachim Stuck e Klaus Ludwig, aveva nel catalogo Spark la referenza S0901 e questa referenza ha conservato, com'è costume fino a questo momento di tutte le riedizioni. Solo la scatola cambia, adattandosi ai nuovi colori (grigio scuro al posto dell'argento) e all'ultima versione dei loghi.
Se non che, stavolta c'è una variazione: il modello è stato modificato, certo leggermente, ma adattato a quello che una documentazione più precisa ha reso necessario dopo diversi anni. Quindi Spark, quando è il momento giusto, si evolve, nel senso che segue la linea di un certo miglioramento, anche se non a tutti sono evidenti certe piccole, a volte piccolissime modifiche.
Già su alcune 956, il tetto era stato aggiustato, perché sulle prime versioni uscite, il padiglione risultava troppo schiacciato, ma in questo caso si tratta di un'evoluzione più evidente, legata a un'intera famiglia di vetture piuttosto che ad alcune singole varianti. Nei punti che seguono, vi spieghiamo cosa il modello uscito in questi giorni ha di nuovo rispetto alla prima edizione. Le foto del modello di oggi sono nostre, mentre quelle del vecchio sono state tratte dal sito di Carmodel.
Curiosamente, neanche a Carmodel hanno notato le differenze, se come immagini di riferimento hanno deciso di conservare quelle del primo modello, sostituendo solo l'ultima foto, relativa alla confezione.
Ecco il dettaglio delle modifiche:
A) La classica buccia di banana, quella tipica sulla quale cascano i giapponesi (vedi non a caso le Porsche 956 della linea Compass di Eidolon): la doppia dicitura Dunlop-Denloc, che sulla prima versione della 962C Le Mans 1988 di Spark era errata (Dunlop-Dunlop). Tutte e tre le versioni presentavano questa svista, corretta nell'edizione presente.
B) L'autoventilante riceve ora i raggi attorno al disco centrale.
C) Le lucine di riconoscimento sul tetto sono ora trasparenti-blu, in luogo delle semplici protuberanze nere del primo modello. Le lampadine sono poco visibili nella maggior parte delle foto della vettura reale.
D) Aggiunta del nolder posteriore in fotoincisione, con tanto di tampografie a simulare le vitine di fissaggio.
E) I fori di aerazione sui vetri laterali erano simulati con tondini neri, come si usava fare sui vecchi Starter e Provence Moulage. Ora essi sono effettivamente ricavati, con grande finezza, nel vetro stesso. Del resto, nella prima versione, per andare meno lontano dalla realtà, avrebbero potuto riprodurli con dei cerchietti vuoti, se proprio volevano evitare di forare la plastica dei finestrini.
F) Le due coppie degli scarichi laterali sono adesso correttamente alloggiate in una nicchia ovale a sfondo nero.
G) Sul lato sinistro, fra il finestrino e il bocchettone di rifornimento, è stato correttamente riprodotto il perno d'attivazione dei martinetti pneumatici e il manettino rosso sottostante.
H) L'antenna e la sua base, per contro, sono rimaste nere, mentre dovrebbero essere color argento.
Questi gli elementi principali che differenziano le due serie. Un plauso a Spark per aver deliberato le modifiche, che rendono la seconda serie senz'altro più desiderabile, facendo perdere ancora valore all'edizione originaria, che viene a perdere quasi ogni interesse; in questi casi, un modello più dettagliato sostituisce del tutto il precedente, senza che quest'ultimo acquisti alcun valore in quanto "originale". Originale, in queste categorie di modelli, vuol dire tutto e niente. E' la stessa ragione per la quale quando esce uno Spark eccellente, nessuno più vuole il vecchio Minichamps, il Vitesse o il Trofeu.
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