11 marzo 2012

Il mondo dell'1:43 visto da un ventenne

Andrea Rossignoli aveva già collaborato per il blog con un interessante reportage del recente expo di Verona. Ospitiamo il suo secondo pezzo, che contiene alcune sue riflessioni, tanto più interessanti quanto formulate con un occhio inevitabilmente diverso rispetto a quelle del collezionista-tipo che - ahinoi - ha mediamente il doppio dei suoi anni. Ecco la sua testimonianza.


Senza dubbio uno degli argomenti su cui vengono spese più parole sui forum di modellismo è il mancato ricambio generazionale della nostra passione. Vero, falso? Colpa della Play Station? Sinceramente, da ventenne quale sono, non sopporto tutte le generalizzazioni del caso e quindi vorrei parlare anche per chi sta “dall’altra parte” senza aver la pretesa di coprire tutti gli aspetti della questione.

Che i nuovi appassionati al collezionismo siano sempre meno è un dato di fatto ma questo è vero fino ad un certo punto perché se vediamo quante Mondo Motors o Cararama si vendono si vedrà che sono bene o male le stesse Bburago di quando ero bambino o le Polistil e Politoys di voi “anta” (senza offesa!).
Ti accorgi di invecchiare quando alle borse di scambio inizi a trovare fra gli "obsoleti" i modelli coi quali giocavi quando eri ragazzino.

Quello che caratterizzava questi ultimi era il maturare la visione del modellino: dalla fase in cui il divertimento era fracassarli giù per le discese con gli amici o staccare le portiere apribili poco a poco si arrivava al desiderare qualcosa di più del semplice modellino uguale a quello del vicino. E da qui si partiva “invischiati” in un turbine fatto di idee, pennelli, boccette Humbrol, trasferelli, ecc. fino alla scoperta che esiste qualcosa di più oltre al Solido del cartolaio: il mondo dei kits, allora ai suoi tempi migliori. Non importava se costava più il kit che un modello montato, l’importante era avere finalmente il modello particolare, non riproducibile in grande scala. Assieme alla passione cresceva l’abilità e di conseguenza arrivavano le soddisfazioni.

Tutta questa ricostruzione (perché di questo si tratta, io mica c’ero) per dire che oggi anche il modellismo è rimasto impantanato della mentalità dove tutto deve essere FACILE. Secondo me uno dei problemi è questo: siamo cresciuti senza “problemi”! Non quelli di necessità quanto piuttosto che ormai gli sforzi non servono: cerchiamo un’informazione? Trovare la risposta su un telefonino è la cosa più scontata del mondo. Ed anche facile. Manca la concezione di doversi impegnare un minimo per ottenere il risultato.

Questo lo traslo anche nel modellismo perché quando ci si limita al modello da 4 o 5 € al supermercato tutti sono collezionisti; quando però si tratta di andare a mettere in campo cifre un po’ più sostanziose (30/40 €) si preferisce destinarle ad un sabato sera da cui si esce marci. Figuriamoci poi quando si tratta di dover spendere 50 € per un kit da montare: oltre al denaro devo metterci anche la fatica per qualcosa che mi piacerebbe? Ma stiamo scherzando? Non sono luoghi comuni ma frasi che mi sono realmente arrivate da amici che magari con l’edicola hanno iniziato ad appassionarsi, li ho poi convinti a comprare qualche pennello e boccetta di colore ma quando hanno visto di “non essere capaci” (circa uno o due secondi dopo aver iniziato) hanno lasciato tutto per limitarsi a comprare i Motorama.

Un altro aspetto che mi fa pensare riguarda la progressiva scomparsa del luogo in cui avveniva il primo e fondamentale scambio di informazioni per chi voleva iniziare a fare modellismo: il negozio. Credo che internet lo sostituisca in maniera egregia sotto tutti i punti di vista meno che uno: manca il contatto umano e per questo la trasmissione della passione è limitata. Ma anche manca il “venire incontro” a chi non fa parte del settore: solo passando per la strada con il negozio si veniva a conoscenza di certi modellini. La maggior parte della gente strabuzzerà gli occhi al vedere i prezzi (“45 € per un giocattolo??”) ma se invece c’è la passione allora si inizierà ad entrare e domandare. La rete, invece, rimane un mezzo favoloso ma non avrà mai la capacità di venirci incontro se prima non domandiamo esplicitamente.

In sostanza, la vedo buia? Nonostante tutti i problemi non credo proprio che questo settore sparirà del tutto: ci sono stati e ci saranno cambiamenti inevitabili ma i modellini non si potranno estinguere finché ci sarà chi produce e chi compra. È compito nostro non lasciare che la faciloneria vinca: in cuor mio credo che siamo un po’ masochisti. Quando compriamo un kit sappiamo bene a cosa andiamo incontro eppure fa parte del gioco.
A Verona, all’ultimo Model Expo, sono stato piacevolmente colpito dal vedere molte famiglie con bambini: magari non saranno stati li per l’1/43 ma già l’appassionarsi ai trenini o agli aerei è un passo avanti, non trovate?

7 commenti:

  1. ... ecco che David comincia ad applicare una legge fondamentale ... dare voce a tutte le campane ...
    Punto di vista estremamente interessante Andrea. Ti ringrazio.
    Hai suonato tutte le note.
    Fra le quali, quella più importante, diciamo il do di petto è la mentalità "facile".
    Già alla fine degli anni Ottanta si intravedeva questo batterio con la progressiva diminuzione della vendita dei transkits, ritenuti troppo difficili.
    Cosa possiamo trarre dalla tua testimonianza?
    I negozi stanno chiudendo tutti o quasi quindi,
    nonostante la mancanza di contatto umano, lasciamo che Internet possa venirci incontro.
    E questo blog, forse, ne è un ottimo esempio.

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  2. Le considerazioni di Andrea e di Bubba Tron (like some shrimps, mate?) non fanno che confermare quello che penso da tempo. Il percorso di Andrea, che per età potrebbe esserci figlio, è in fondo uguale al nostro. Poi, certo, c'è stata una felice congiunzione astrale che ha portato alla nascita, proprio quando noi eravamo nell'età "giusta", del fenomeno dello "speciale" 1/43. Ruolo fondamentale di spinta, secondo me, rimaneva comunque (e rimane per certi versi) la presenza dei negozi, uniti a negozianti appassionati. Io, che sono milanese, sono cresciuto tra Canguro e Zeppelin, ma a Milano c'erano anche Fochi, Emilio, Autominia, poi Paolo in via Boeri, e 403, oltre a un bel po' di giocattolari e modellismi vari che vendevano (questo è importante) modelli economici o costosi, ma anche accessori, decal, vernici, ferri e soprattutto idee: parlare con qualcuno che ne sa più di te è fondamentale, negli hobby come nella vita.
    Oggi, negozi pochissimi; idee nix. Nel senso che a Milano, a parte Re, in chiusura e comunque per me troppo scomodo, se devo "fare spesa" di accessori, parlare con qualcuno, chiedere un consiglio devo attaccarmi al computer o aspettare ogni tre/sei mesi l'appuntamento di Novegro. Milano, che è Milano, offre per il resto un quasi deserto.
    Certo, da qualche settimana, posso sintonizzarmi anche su Radio Tarallo! Manca però il contatto diretto, che in queste cose è secondo me importantissimo: oltretutto, parlando di persona, è più facile evitare fraintendimenti o "errori di tono" che spesso, ahimè, capitano scrivendo in rete...

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  3. PS Ma che fuso orario segue questo blog?

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  4. Ho controllato e il fuso orario è correttamente impostato sull'Italia. Boh.

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  5. Knights of the night?

    ps
    no shrimps but a golf stick ... I am a Bubba Watson fan...

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    1. Non, non, chevaliers de la grasse matinée...

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    2. Dear Friends,

      Felice di trovarVi anche qui e grazie a David per questo spazio, sono d'accordo con Anrea e Forrest Gump Tron & Casper ( per la citazione degli shrimps dei quali facevo scorpacciate nel Far East...)ai miei tempi mi accostai al modellismo complice il classico negozio dove c'erano gli implumi ( tra i quali io..) e i Grandi Vecchi ai quali chiedere il consiglio etc. Credo che questo aspetto "umano" sia stato importante per me e per tanti altri...oggi tra fessbuc e gugle ebai non si fanno mostre, non ci si confronta de visu e quindi si è meno favoriti nell'incontrarsi...Soluzioni non ne ho, vorrei tanto che i ragazzi iniziassero a pasticciare con transkit, stucco e vernice ma non saprei come fare...per inciso è lo stesso problema che si verifica nel mondo delle auto d'epoca....

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