Il 6 gennaio del 2020 decisi di prendere la macchina e farmi un giro a Siena (rientrando a Firenze visitai dopo tanti anni anche Monteriggioni, risplendente nell'aria tersa di quel pomeriggio d'inverno). In una libreria di Siena aveva attirato la mia attenzione un curioso cartello, di quelli che invero si trovano abbastanza frequentemente affissi alle porte o alle pareti di quel tipo di bottega. Parlava del valore dei libri, della loro funzione discreta ma decisiva. Frasi tutto sommato scontate per chi ama la carta stampata, ma non per questo meno importanti. Tutti eravamo completamente ignari di quanto sarebbe accaduto di lì a poche settimane. Il mondo era ancora "normale" o per lo meno, se stava cambiando, lo faceva ancora a un ritmo accettabile. Questa foto l'ho ritrovata cercando tutt'altro e mi ha colpito ripensando a quanto, durante quest'ultimo torbido e squallido anno le librerie siano state al centro di dibattiti sull'essenzialità del loro servizio, in sintesi sul loro ruolo, messo in pericolo da chiusure e riaperture, ordini e contrordini. Per certi versi quel cartello un po' buffo. un po' amaro e un po' scanzonato poteva essere anche profetico. In fondo cos'è una libreria se non uno dei pochi luoghi dove, concentrandosi e sapendo cercare, è possibile ottenere qualche risposta alle tante domande della nostra vita?
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