Il film Le Mans '66 dell'anno scorso ha avuto, fra i suoi meriti, quello di far conoscere meglio la figura di Ken Miles e Spark non si è lasciata sfuggire l'occasione di riprodurre la vettura con la quale il pilota britannico partecipò alla sua unica gara NASCAR. Fu a Riverside, nell'autunno del 1963. Gli antefatti, probabilmente, sono noti a molti, ma vale forse la pena ricordarli. All'inizio del 1963 Miles aveva iniziato una collaborazione con Carrol Shelby, come pilota e come direttore del team, struttura di punta dei programmi sportivi Ford dell'epoca. Insieme a Dave MacDonald, Miles era diventato una figura importante per l'immagine della Ford.
Entrambi furono chiamati a partecipare alla Golden State 400 NASCAR in programma il 3 novembre del 1963 a Riverside, in California. Appena una settimana prima, le Cobra avevano ottenuto una clamorosa tripletta sul circuito di Kahuka nelle Hawaii, con Craig Lang che aveva preceduto sul traguardo di un soffio Miles, seguito da MacDonald. Per la Golden State 400, Miles avrebbe utilizzato una Galaxie 500 della Holman-Moody mentre MacDonald si sarebbe aggregato al team dei fratelli Woods. La vettura di Miles era identica a quella del compagno di squadra Fred Lorenzen (il terzo pilota HM era "Fireball" Roberts), tanto identica che non furono cambiati neanche i numeri di gara. All'epoca non si andava troppo per il sottile e su ciascuna fiancata, dopo le cifre 2 e 8 venne aggiunto un "1" nero alquanto posticcio, trasformando il numero di Miles in 281... L'esperienza di Miles fu interlocutoria: poco a suo agio su una vettura così pesante e ingombrante, ebbe un incidente in prova che mise fuori uso l'auto, ma si qualificò ugualmente decimo. Alla vigilia della gara, però, una delle tante dispute fra NASCAR e USAC indusse quest'ultima a minacciare il ritiro della licenza di tutti i suoi associati qualora si fossero schierati ai nastri di partenza. In un solo colpo, Dan Gurney (autore della pole), AJ Foyt, Parnelli Jones, Rodger Ward e Roger Penske furono costretti, obtorto collo, a dichiarare forfeit. In gara Miles, al volante di un'auto di riserva, cercò soprattutto di tenersi lontano dai guai, finendo undicesimo. Avendo già a disposizione il modello della Galaxie, non solo in versione stradale ma anche NASCAR (nel passato erano già uscite le auto di Lund, Gurney e Roberts), Spark è uscita con un bel modello, e chi calcola il prezzo in base al... peso o alla dimensione stavolta sarà contento. In 1:43 la Galaxie misura circa 12 centimetri e mezzo per quasi cinque...!
Ecco una breve recensione del modello, realizzato per l'importatore americano in 500 esemplari numerati.
La decorazione, a quanto si desume dai documenti noti, è conforme. Il fondino non è dettagliatissimo ma almeno non è completamente piatto come su altri Spark (ma questo a mio avviso ha un'importanza alquanto limitata).
Interni: Non so se Spark sia andata a occhio o abbia potuto esaminare immagini dell'auto specifica. Troviamo un rollbar zigrinato tipo "forassite", del tipo di quelli in voga in quegli anni. Nell'abitacolo è sistemato un estintore e vi è un unico sedile con cinture modello aereo civile, con le fibbie fotoincise (finalmente!).
Il livello di montaggio è ottimo. Il modello è montato in Madagascar, ancora una prova che forse Spark ha trovato la quadra dei problemi segnalati a inizio 2020.
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