05 dicembre 2020

Le ragioni dei diecast 1:18 senza aperture: solo parenti poveri?

I diecast 1:18 senza aperture non sono più una novità. Anzi, a fronte di marchi come Norev, che hanno adattato una parte della loro produzione a questo tipo di configurazione, pur continuando con le normali serie apribili, altri fabbricanti come KK Scale Models ne hanno fatto il loro unico genere di prodotto. La mancanza di aperture serve prima di tutto a ridurre i costi, questo è abbastanza evidente. Eppure secondo me i diecast chiusi, che fanno storcere il naso a molto del pubblico dell'1:18, hanno i loro pregi. Primo, la maggiore esattezza delle linee: una carrozzeria con quattro, cinque o addirittura sei aperture avrà quasi sempre delle tolleranze e delle imprecisioni, a meno che non si parli dei BBR da svariate centinaia di euro. Anche i tanto celebrati CMC non sono esenti da queste pecche praticamente strutturali. In secondo luogo siamo sicuri di voler necessariamente vedere un motore su un Norev o su qualche altra marca "media" ma lontana dall'eccellenza assoluta? I diecast senza aperture debbono a mio avviso essere considerati una categoria a parte e non una sottospecie povera di quelli apribili, e questo anche nelle varie recensioni e presentazioni. 

Con un prezzo competitivo, essi possono porsi in concorrenza con i resincast come gli OttOmobile, che oltretutto non di rado presentano semplificazioni eccessive a livello di progettazione forse ancora maggiori di quelle di un diecast chiuso. Se su un OttOmobile, un GT-Spirit o un Laudoracing non si è sovente è andati per il sottile riproducendo ad esempio le cornici dei vetri laterali stampandole insieme all'acetato, su un Norev troverete un vetro in plastica forse meno raffinato ma con tutte le sue brave cornici e battute stampate in rilievo e poi tampografate. 

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