24 dicembre 2020

Citroen a Le Mans: una storia breve. La SM del 1972 di Spark (S7999)

Dei grandi costruttori francesi, Citroen è sicuramente quello che ha la storia più povera alla 24 Ore di Le Mans. Fino a una ventina di anni fa non si sapeva neanche se la vettura con motore da 1539cc iscritta nel 1932 da De la Sayette fosse realmente partita. Risolto il mistero, grazie a dei documenti forniti all'ACO nel 1982 dallo stesso De la Sayette, una prima foto apparve nell'opera pubblicata da Moity, Teissèdre e Bienvenu nel 1992 (pagina 114 del primo tomo), insieme alle schede di iscrizione; una definitiva conferma arrivò grazie a Michael Cotton in un piccolo libro - peraltro passato quasi inosservato - sulla storia della 24 Ore, dove apparve una seconda immagine. Poi il nulla fino al 1972, anno in cui il team AGACI iscrisse una... SM alla 24 Ore. 

La SM aveva già mostrato indubbie doti sportive, ma la 24 Ore di Le Mans non era certo il terreno ideale per la GT a motore Maserati. Sulla vettura stessa circolano le tesi più disparate: che avesse un motore di serie, che invece avesse un motore preparato da Guy Ligier, che avesse addirittura il 3000 preparato a Modena. Senza entrare nel merito di una questione peraltro affascinante, basti dire che il rapporto peso-potenza della SM era quanto di meno favorevole potesse esserci. E nonostante gli sforzi dei due piloti, Verrier e Foucault, la Citroen non si qualificò, con grande sollievo della casa madre che vedeva tutt'altro di buon occhio l'impegno dell'AGACI alla 24 Ore di Le Mans. La vettura, comunque, si rivide quell'anno al Tour Auto, una gara certamente più adatta alle sue caratteristiche. 

La SM di Le Mans 1972 è il classico esempio delle tante stranezze che si sono viste alla 24 Ore in tanti decenni e i collezionisti, quando apparvero alcune foto negli anni ottanta, si arrangiarono come poterono elaborando il vecchio Solido. Fu il marchio Verem, che aveva gli stampi Solido, a proporre un modello completamente bianco, con le decal da applicare. Fu Automany con la sua divisione di distribuzione, Nantes Jouets, a commissionare a Verem il modello. Decals e istruzioni furono realizzate direttamente da Automany. Già a quell'epoca lo stampo Solido era molto affaticato. Su questa edizione, che comprendeva anche le placche del Tour Auto, Verem montò dei cerchi senza borchia, conformemente alla vettura reale. 

Facciamo un bel salto in avanti e approdiamo a metà giugno di questo disgraziato 2020, quando Spark ha annunciato l'uscita della SM di Le Mans '72, che ha fatto a tempo ad uscire giusto questa settimana. Altre versioni seguiranno (Spa 1971 e 1974, Tour Auto 1972), ma quella di Le Mans è, direi giustamente, la prima della serie. L'arrivo della SM nella gamma Spark non è casuale: MileziM ha infatti annunciato l'uscita della versione stradale, e anche lo Spark è fabbricato in Madagascar. Tranquillizzatevi, comunque: su questi modelli non ho osservato i pastrocchi visti a inizio anno. Pare dunque che Spark stia aggiustando il tiro, anche se le Alpine A110 uscite appena qualche settimana fa, non erano certo perfette (parlo di qualità di assemblaggio, l'esattezza storica è un'altra cosa). 



Sullo Spark troviamo le fotoincisioni delle cornici laterali (ci saranno anche sul MileziM) e le altre cornici riprodotte con una tecnica comparabile all'uso del bare-metal. Il modello è concepito in modo intelligente, e la SM non è facilissima da riprodurre, soprattutto per il suo frontale e la coda così "barocchi". 


Molto belle le cromature e tutto il sistema dei gruppi ottici anteriori, con la fascia in plexiglass che scherma la targa (in fotoincisione con i numeri in rilievo: quando i font e i numeri sono corretti, è una vera chicca). Gli interni sono provvisti di rollbar ma tutto il resto è completamente di serie: non ci sono neanche le cinture di sicurezza lato pilota. Ora, è plausibile che questa SM fosse molto vicina al modello di produzione, ma sicuramente non aveva né i sedili né il volante di serie. Del resto trovare una foto degli interni non credo sia la cosa più facile del mondo. Sotto i longheroni spuntano i lunghi e fini terminali di scarico. 


La verniciatura è perfetta, così come la posa delle decals, che essendo poche, sono quasi del tutto esenti dall'orrendo effetto di un unico film che unisce diversi gruppi di sticker (ma il logo Yacco sulla parte anteriore della fiancata è unito alla scritta AGACI, che è più in basso di sei millimetri e due). Io non mi stancherò mai di ripetere che l'effetto è antiestetico. In ogni caso ci troviamo di fronte a un modello interessante e importante in ogni collezione Citroen e Le Mans. La SM del 1972 è ad oggi l'ultima Citroen ad essere stata iscritta alla 24 Ore. 



In questo scorcio finale dell'anno Spark ha favorevolmente sorpreso con modelli ben fatti, almeno conformi alla tradizione e al prestigio guadagnato in oltre vent'anni di attività. Si sa che l'errore è sempre in agguato, soprattutto quando si devono seguire decine di progetti a mese. Questa SM merita comunque attenzione, come diverse altre uscite di questi giorni: la Corvette C3 di John Paul, la BMW 530i Bastos di Spa 1981, la Renault 5 GT Turbo del Tour de Corse 1990, la BMW M1 Gr6 di Le Mans 1979 o la Stratos vincitrice del Tour Auto 1975. 

2 commenti:

  1. Secondo alcune mie fonti, molto attendibili, gli interni erano quelli di serie.
    Questo per quanto concerne la parte "modellistica".
    La vettura l'ho sempre trovata esteticamente stupenda, non ha avuto successo perché troppo "confortevole " rispetto alle GT di allora, a parte il discorso crisi petrolifera...
    Buone feste a tutti
    A.M.

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    1. La SM, di cui si celebra il 50° anniversario proprio quest'anno, è un'auto affascinante, la cui storia è tutto sommato poco nota. Anche la genesi del progetto meriterebbe una maggior divulgazione, sebbene in Francia se ne sia parlato molto proprio in occasione del cinquantesimo compleanno. Venendo al soggetto del thread, Spark ha deciso di ripercorrere tutta la storia della SM da pista, meno conosciuta rispetto alle vicende rallystiche dei prototipi a coda tronca. Uscirà la vettura di Spa 1971, quella del Tour del 1972 e quella iscritta da Ligier alla 24 Ore di Spa 1974, tutte con una storia interessante e meritevole di essere raccontata.

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