17 settembre 2020

La storia di Provence Moulage, parte 1

Provence Moulage, ricchezza e nobiltà

testo di Umberto Cattani e David Tarallo
foto Umberto Cattani, David Tarallo
 

[la seconda parte della storia potete leggerla a questo link: https://grandiepiccoleauto.blogspot.com/2020/10/la-storia-di-provence-moulage-parte-2.html 
la terza parte è disponibile qui: 
https://grandiepiccoleauto.blogspot.com/2021/04/la-storia-di-provence-moulage-parte-3.html]

Parafrasando con qualche licenza uno dei film più belli interpretati da Totò, potremmo riassumere in questi termini il debutto di Provence Moulage. Nobiltà, perché il suo fondatore, Xavier de Vaublanc, è un marchese; ricchezza, perché alla base di questa firma c'era un certa solidità economica. Vi racconteremo per sommi capi ma cercando d'essere esaustivi la storia di questo fabbricante, partendo dai primi timidi passi. 

Xavier de Vaublanc, protagonista del nostro racconto, si laurea in architettura alla fine degli anni settanta ma non intraprende la carriera professionale. Appassionato di modellismo, raccoglie, come fanno tutti, modelli Solido, Dinky e Corgi, la base di ogni collezione che si rispetti. 
Provence Moulage curò per conto di 
Malot (DM Modèles) lo stampaggio
di questa Alpine A110, la scatola 
stessa portava la firma della
casa marsigliese. 
Sempre in quegli anni aderisce ad un club di Lione e si diletta in semplici elaborazioni per arricchire la sua raccolta: lui stesso amava ricordare i primi soggetti affrontati, come Peugeot 203 coupé e cabriolet o Simca Chatelaine. Con la collaborazione di un amico, Jean-François Croisy, produce una piccola serie di modelli in resina poliestere (XV Modèles), venduti essenzialmente in occasione di borse di scambio. Nulla di eccezionale, la qualità è discreta e grazie a numerosi scambi, la collezione personale diventa sempre più importante al punto che Xavier in breve si trasforma in un vero esperto della materia. E' arrivato il momento di fare della passione un lavoro. 
La Talbot Coach, raro transkit su base 
Solido. Questo esemplare non è un factory
built ma ha una storia particolare, perché
fu montato da Monsieur Borja, prototipista
presso Provence Moulage, ma 
soprattutto Norev negli anni novanta e 
fondatore del marchio Azur. 



















Il passo successivo vede quindi l'apertura di un negozio specializzato a Marsiglia, XVM (Xavier Vaublanc Modèles) in rue Crudère, che è la strada parallela a quella in cui si trova il laboratorio di MRF. All'inizio XVM si dedica alla vendita di modelli obsoleti ma ben presto imbocca la strada dell'artigianato. 

I kit di Provence Moulage rispettavano
fedelmente le linee ma non erano 
ricchi di dettagli. Per realizzare questa Talbot
Samba era necessario aggiungere alcuni
particolari indispensabili. Ref. K58. 
















La collaborazione con Calligaro e Gauthier tuttavia si limita inizialmente all'utilizzo della macchina centrifuga che stampa i particolari in metallo bianco. Per i primi tempi, infatti, XVM prosegue con piccole serie realizzate sullo stile dei Dinky e dei Norev, senza vetri né interni (un genere di prodotto che ha un certo seguito anche nel Regno Unito, con i vari Copycat, Odgi Toys e così via). 
No, non siamo nel Bronx; il 
numero 29 di rue Chateauredon,
a Marsiglia, come appare oggi.
 

Nascono così delle riproduzioni di Peugeot 203 coupé, 203 fourgonnette, 203 break. 
L'idea di un modello speciale in resina prende corpo e nel 1981 de Vaublanc presenta una Citroën DS21 Chapron Coupé, qualitativamente in progresso, il cui prototipo si deve a MRF, che purtroppo chiude i battenti poco dopo causando qualche problema di produzione. Uno dei dipendenti, François Vaiarello, offre la sua collaborazione, consentendo il prosieguo dell'attività. Viene siglato un accordo con Gauthier per l'utilizzazione dei vecchi master MRF. 
Uno dei pochi transkit realizzati per una base
Solido, su cui si adattava la carrozzeria 
in resina. Il modello riproduce la
Ford Thunderbird Coupé. Ref. TK20.
 


La nascita ufficiale del marchio Provence Moulage avviene nella primavera del 1982, e sancisce l'abbandono del metallo in favore della resina. Un primo laboratorio è approntato nel magazzino del negozio XVM, che nel frattempo, dalla sede iniziale, si è trasferito al numero 6 di cours Lieutaud, sempre a Marsiglia. Il primo modello a catalogo è una Jaguar E-type, una scelta che la dice lunga sulla passione di Xavier per le vetture inglesi e, in particolare, per il marchio di Coventry. 
CCC e Provence si spartirono stampate e
prototipi delle DB Panhard. Questa Coach
finì nel catalogo di Georges Pont (CCC) ma
prima era stata una referenza marsigliese. 
Ref. K35. 
A metà degli anni ottanta, il filone
delle americane era tutto da scoprire. 
Si esaurirà purtroppo entro breve tempo. 
Il kit riproduce la Chevrolet Nomad del 1955
con particolari cromati e fotoincisi. 
Ref. K199. 


La resina poliestere, vetrosa e fragilissima, lascia il posto alla resina poliuretanica, più facile da trattare, ed è forse interessante rimarcare come Provence Moulage sia la prima ditta automodellistica a fare uso di questo materiale. La produzione prende sempre più piede e presto i locali, siti in rue Chateauredon, si rivelano insufficienti ad ospitare un'attività in costante espansione. Il negozio, una vera mecca per gli appassionati di obsoleti, è ceduto in gestione. Provence Moulage nel 1987 si sposta ad Aubagne, in un capannone di oltre mille metri quadrati.
Belle stampate in resina, particolari
netti e precisi, decals Cartograf: questa
Giulietta SZ coda tronca può ancora
dare dei punti allo Spark uscito in questi
giorni. 

L'investimento è importante ma il mercato tira che è un piacere, perché non adeguarsi ai tempi? Il passo successivo potrebbe essere una produzione in zamac come ha fatto Vitesse, ridando vita al settore con le sue realizzazioni di ottima qualità; la tentazione è forte ma il nostro architetto dimostra lungimiranza ed abbandona in fretta questo proposito. Vedremo poi più avanti come questa sia stata una decisione davvero lungimirante. Se Calligaro per Starter fu un ragioniere, Xavier de Vaublanc per Provence dimostrò doti da vero uomo d'affari... 
La collaborazione con MRF
portò in dote varie Alpine A110. 
Questo modello fu uno dei primi
a finire nel listino con la ref. K2
(Rally Sanremo). Questa fotografata
è invece la vincitrice del Monte
Carlo 1973 (ref. K103). 



L'attività decolla e fra i primi ottimi clienti vi è il belga Bernard Sauvage. In breve, Provence Moulage schiaccia ogni concorrenza, in particolare Record si sente sfuggire rapidamente di mano una bella fetta di mercato che non sarà più riconquistata. Punto forte del marchio di Aubagne è l'estrema varietà delle proposte, nessuna tematica è tralasciata, ad eccezione delle F.1 e delle vetture da record. Le vetture da competizione costituiscono un filone sempre più seguito, grazie anche all'arrivo di un bravo modellista di nome Alain Metroz, il cui primo prototipo con Provence Moulage fu la Jaguar MkII (catalogo K54), seguita quasi a ruota dalle Peugeot 205 Turbo 16 e dalle Audi Quattro Gruppo B. 
Se l'Alpine A110 fu proposta
in numerose varianti, anche la
Gordini 3.0 non si sottrasse alla 
regola. Questa corse la Carrera
Panamericana (Ref. K122).
 

Ma anche le stradali, soprattutto se di marca francese, hanno un ruolo importante, e qui si nota l'estrazione dello Xavier collezionista, legato agli anni d'oro di Solido, Dinky, Norev e Corgi. Per le americane (Studebaker, Cadillac e altri marchi classici), Provence Moulage può contare sulla competenza di Chris Boyer. Le cifre di vendita sono impressionanti: ogni mese escono sei novità, la tiratura minima di ogni kit è di un migliaio di pezzi che raddoppiano nel caso di riproduzioni particolarmente interessanti e d'attualità. 
La Porsche 911, prima al Monte Carlo
1970, aveva decalcomanie francesi, 
presto abbandonate per le più
qualificate Cartograf (Ref. K48). 
Fino al 1990, in seno a Provence Moulage lavorano venticinque dipendenti in grado di sfornare novemila kit al mese. Una parte del lavoro di confezionamento è affidata esternamente ad una cooperativa sociale, che si occupava dell'inserimento di ragazzi disabili. Così come fa la concorrenza più agguerrita, anche Provence Moulage nel 1986 debutta con un suo catalogo a colori. 
Un modello realizzato per conto
dell'Equipe Tron, riproduce la
vincitrice della prima edizione 
della Carrera Panamericana. Fu
commercializzata anche la
versione stradale.
 














Al centro è ospitato un elenco dei negozi più importanti che vendono i kit della casa marsigliese. Un quarto oppure un ottavino di pagina e in questo modo tutti ne escono soddisfatti, Provence che copre le spese ed i commercianti che in questo modo promuovono la loro attività. Ad Aubagne si produce anche per conto terzi. 
Progressivamente Provence
Moulage si interessò anche alle
comprimarie che scendevano in pista
a Le Mans. Questa Porsche 930 gr.B
gareggiò nel 1984 (Ref. K73).
 

Tra i clienti, l'Equipe Tron, Ugo Fadini, Grand Prix Models, BAM, Try Kojima, oltre a Roland Devos e Bertrand de Latude, entrambi purtroppo scomparsi, grandi specialisti delle Citroën Traction Avant e della Peugeot 301. 
Etienne Dhont passò una parte della
sua gioventù nel sud della Francia, prima
di creare Renaissance, il suo
marchio attuale. Questa Renault R8
Gordini nasce da un suo master. Ref. K225. 












La più parte di questi modelli è proposta in kit ma alcune serie speciali montate sono destinate ad Audi, Peugeot, General Motors e Citroën. Provence Moulage allarga inoltre i propri orizzonti dedicando parte della sua forza lavorativa ad ogni forma di colate, ivi comprese le protesi dentali, gli stampi da pasticceria e l'oggettistica d'arredamento. Inizialmente le decalcomanie sono d'origine francese ma ben presto si ricorre a Cartograf per ottenere il massimo della qualità. 
La prima edizione del catalogo fa da
sfondo alla DB Panhard HBR5. Sul pianale, 
in metallo, si legge ancora la sigla MRF. 
Corsi e ricorsi storici. Ref. K26C. 
ABC ed Umberto Codolo (Remember) sono altri partner italiani per fari, gomme e componentistica varia, ma di questo aspetto parleremo nelle prossime puntate; insomma, se i concorrenti marsigliesi fanno tutto in casa, Provence cerca esternamente interlocutori qualificati. 
Il kit della Lancia Delta S4 gr.B fu
tra i più venduti. Oltre la vincitrice
del Monte Carlo 1986, la S4 fu realizzata
anche nelle versioni presentazione, 
1000 Laghi, Mille Pistes, RAC
e Sanremo. Il figurino non era compreso
nella confezione (e vi è andata 
pure bene...). Ref. K147. 
I primi kit in catalogo, dopo la già citata Jaguar E, sono l'Alpine A110 ali a pagoda, la Citroën SM Cabriolet e Rally Bandama, la Ferrari Daytona in versione Gr.4, stradale e spider oltre la 250 GT SWB ed un gruppo di Porsche 911 quali la 930, la SC in veste coupé e Targa, e la 3.3, in pratica tutti prodotti ripresi dai vecchi stampi MRF grazie alla recente collaborazione con Gauthier. La nostra rassegna fotografica riguarda, per questa prima parte, la produzione iniziale uscita ancora dai locali di Rue Chateauredon. 
Anche la Lancia Delta HF 4WD fu 
commercializzata in diverse varianti. Questa 
è la vincitrice del Monte Carlo 1987. Autore
del master, Patrick Cornu, uno dei più
prolifici prototipisti di Provence
Moulage. Ref. K195. 
Uno dei kit più rari, come tanti di questa
marca. Riproduce l'Alfa 75 al Rallye
du Var 1986. Ref. K194. 

La battaglia con Record è già iniziata, in attesa di altre contendenti che presto si materializzeranno, generando incroci interessanti e ricchi di spunti creativi.
Sul pianale di molti kit inizialmente
non era presente la firma dell'autore. 
Resta quindi ignota la mano che scolpì
questa bella Audi Quattro S1 prima a 
Sanremo nel 1985. Ref. K146. 




14 commenti:

  1. Un saluto a tutti,
    ho, da poco, completato il montaggio di un kit di Provance Moulage, la Rover BRM Le Mans 63 e, devo dire, che il risultato finale mi ha molto soddisfatto. Certo, il kit iniziale e' molto basico e, in alcuni particolari come il volante, completamente errati.
    Ma le forme della vettura sono state ben catturate e qualche particolare (come lo specchietto retrovisore) totalmente omesso.
    Le indicazioni delle colorazioni sono molto generiche e poco attendibili.
    Nel complesso, con un po' di olio di gomito, e' possibile ottenere un gran bel modello.
    Saluti,
    Giovanni La Rosa
    giovanni@fratelli-larosa.com

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    1. Sono kit degli anni ottanta e novanta e all'epoca lo standard era quello. A ciò si aggiunga che alcune componenti, come appunto i volanti o addirittura le gomme, erano standard per la quasi totalità della produzione, per ragioni di economie di scala. Malgrado ciò, molti kit Provence Moulage restano ancora oggi la referenza per determinati soggetti, nonostante siano passati così tanti anni dalla loro commercializzazione.

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  2. Davvero interessante, questa storia della Provence Moulage, ho appreso tante cose che non conoscevo. Aspetto con curiosità il seguito...

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  3. Very interesting reading , production numbers of 1000 per kit are amazing ,it highlights how the market has changed with very few kit producers surviving , Spark and other manufacturers all coming small production runs , I feel lucky that I bought so many of the moulage range when new , most are still unbuilt ,some day they will be built

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  4. Un articolo molto interessante del quale si sentiva la necessità

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  5. In quegli anni avevo abbandonato gli speciali, dopo un abbuffata al loro esordio, quindi per me è tutto nuovo o quasi. Spero che seguano altre storie e altri marchi, magari anche industriali...

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  6. Grazie a tutti! Nel blog ci sono diverse altre storie di marchi, come MRF, Record, Starter ma anche Vroom e altri.

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  7. Davvero interessante.

    Mi permetto un'unica osservazione: a lungo termine, il mancato passaggio alla produzione in zamac potrebbe essersi rivelato un errore?

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  8. Bello. Mi sono gustato, a suo tempo, gli articoli su MRF e Record. Mi manca Vroom, marchio la cui storia, tra l'altro, mi incuriosisce parecchio non sapendolo collocare minimamente nel tempo. Ho solo un loro kit, una Bizzarrini (Con luci di coda sbagliate, perché sono doppie come sulla ISO Grifo) che farò in versione Targa Florio. È un bel kit. Mi cercherò l'articolo su Vroom.

    Venendo a Provence Moulage, me ne sono tenuto alla larga per molto tempo, intimorito dalla scarsa qualità delle decals. Poi ho scoperto che molti dei kit più vecchi hanno delle ottime Cartograph. E allora giù! Si è aperto un mondo. A memoria ricordo di avere: Aston Martin DB4 Zagato del Rally des Routes du Nord, Jaguar MK VII del Monte '58, Alpine Monte '71 e Monte '76 ("Gitanes" Ragontti), Alpine Tour de France '63, e, fra le più rare, l'Alpine 16 soupapes '75 (Quella tutta gialla di Saby con un alettone posteriore mostruoso) e la Visa 1000 Pistes '83 (Quest'ultima con delle modifiche incomprensibili fatte dal precedente proprietario agli sportelli posteriori).
    Da poco ho ricevuto una splendida Ligier JS2 del Tour Auto '74, kit più recente: davvero finissimo.
    Ho anche qualche auto più moderna: una Lancer RAC '93, davvero bruttina e con decal pessime, una Corolla WRC notevole ma con decals anche in questo caso pessime, e una Lancer WRC '04 che si presenta molto bene.
    Ho montato una Xsara WRC (Catalogna 2001). Bel kit ma roll-bar tutto da inventare e, purtroppo decals ridicole.
    Le ho dovute sostituire con quelle prodotte da Racing43.

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    1. Vroom è un marchio che esiste tutt'ora, creato da Michel Ottenwaelder, che tra l'altro ho rivisto con piacere a Mulhouse la scorsa settimana. Quanto ai kit Provence, la storia del marchio è talmente lunga che in tanti anni di attività hanno cambiato fornitori e metodi di lavoro, oltre ovviamente ai proprietari. La storia della Provence Moulage può dividersi in almeno tre periodi ben distinti, e a volte non è semplice orientarsi nei meandri dei nomi e dei nuovi assetti societari. Proveremo a sbrogliare un po' la matassa con i prossimi episodi che speriamo di pubblicare presto. Oltretutto questo articolo è il primo pubblicato con la nuova configurazione dell'editor di blogger (voi non percepite la differenza all'esterno), dopo che per almeno tre mesi è stato possibile continuare anche con la vecchia. Come spesso accade, quella nuova era piena di bug che sono stati risolti solo in parte e iniziare a capirci qualcosa proprio con un articolo complesso come questo non è stata esattamente una passeggiata. Noterete alcune incoerenze nell'impaginazione e nella dimensione dei caratteri delle didascalie ma non è stato tecnicamente possible far meglio di così. Della serie: quando una cosa funziona ed è semplice, perché non renderla difettosa e più complicata?

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  9. j'ai des dizaines des kits Provence, MRF et transkits de la première heure et je dois dire je les préfère aux autres marques

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  10. Un saluto a tutti, ben fatto e interessante, quando uscirono i primi kit della PM, io li snobbavo un po', allora il predominio era dei modelli in metallo bianco, poi per i soggetti scelti, dovetti cedere, chi avrebbe mai fatto una Panhard in metallo bianco? In seguito si sono conquistati il successo che hanno avuto.
    Quando con Umberto C., si andava, a consegnare gli accessori, era un vero spasso, pensate girellando per il capannone, scorsi una intera stanza, con scaffali, ricolmi di riviste, di automobilismo sportivo, ci sarebbe stato da passarci un mese a sfogliarli tutti, è questo che manca ai produttori odierni, la cultura automobilistica, ora vanno su google, vedono auto restaurate e tombola, cadono nell'errore. Xavier gran signore, ci offriva il pranzo da "Buffalo", pranzo che poi gli restituivo acquistando una montagna di decals, bei tempi ragazzi, altro che lo schifo che ci tocca oggi.
    Dimenticavo facendo un ricerca su baibai non si trova gran che di PM tranne che quello che non interessa nessuno, chi li ha in casa se li tiene ben stretti, e questo la dice lunga.
    Madyero

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  11. Grazie Pier Luigi. David nel suo spazio ci offre un'opportunità unica, quella di raccontare tempi che ben difficilmente potremo rivivere. Verranno altre occasioni ma quelle, saranno irripetibili. Averle vissute allora non sarà stato esaltante per certuni ma hanno costituito un'esperienza fondamentale per poter crescere. Raccontare storie come queste è per me un vero piacere, avere ripreso vecchie abitudini mi fa risentire più giovane e rivivere quegli anni fa bene al cuore. Per questo ringrazio di nuovo David che mi ha concesso un ampio ed ospitale spazio entro il suo Blog. Insieme, almeno lo spero, vi racconteremo altre vicende che siamo certi vi appassioneranno, sarà come ritrovarsi tra vecchi amici e narrare fatti ed episodi oramai persi nel tempo.

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